“Non ti innamorare degli amanti” di Anna Dalton

Titolo: Non ti innamorare degli amanti
Autore: Anna Dalton 
Casa Editrice: Bompiani 
Collana: Narratori italiani
Data uscita: 19 Marzo 2025 
Pagine: 272 
Genere: Romanzo contemporaneo 

E questo è l’inizio della mia storia. 
Chi sono io non è importante, ma se vi fa piacere ve lo dico.
Mi chiamo Eva Marsili. 
Eva come quella Eva, quella del peccato originale. 
Io non credo in Dio e nemmeno nel peccato. […]
Mi chiamo Eva Marsili e tutto ciò che mi è accaduto dopo l’incontro con l’Angelo è scritto in questo libretto che vale nulla, perchè nulla vale se lo si legge con gli occhi chiusi. 
Io, dopo averlo conosciuto, ho aperto gli occhi.
E aprire gli occhi non sarebbe una cosa bella per molti, ma ho imparato che non siamo tutti uguali. 
C’è qualcuno, ho scoperto quel giorno in quel parco di quella villa, in quella sera d’estate dove casualmente la mia vita mi aveva portato, c’è qualcuno che è ancora più diverso degli altri. 
Io, quando l’ho incontrato quel qualcuno, il mio, ho avuto l’accortezza di non perderlo. […] 
L’attenzione non sta nell’aiutare la spiga a entrare, quello lo fa da sola, la vera dedizione, ciò che noi, ospiti, prescelti, dobbiamo assicurarci di fare è non toglierla. Stare fermi. 
Accoglierla.
Questa è la storia di come ho imparato ad accogliere.

La protagonista del libro si chiama Eva Marsili, vive a Roma e lavora come traduttrice presso “l’Editoriale de la Ladra Editrice”.  La direttrice dell’Editoriale è Enrica, una donna rigorosa nel suo lavoro, appassionata di astrologia, che aveva assunto Eva, dopo averle domandato: Di che segno sei? 
Eva Marsili è del segno della Vergine, ma a lei non interessa dell’astrologia e non crede nemmeno in un Dio, i suoi genitori avevano deciso di non battezzarla per lasciarla libera, libera di scegliere cosa fare. 
Ma Eva, in questo momento della sua vita, non si sente libera… 
Sono tre mesi, che Eva è impegnata con una nuova traduzione del “Conte di Montecristo”, tre mesi di duro lavoro andati in fumo a causa di un litigio con il suo ragazzo. 
Eva è fidanzata da molti anni, con Lui, così viene chiamato all’interno del libro. Lui rappresenta tutto per Eva, è la sua famiglia, soprattutto da quando i suoi genitori sono morti sette mesi prima.  
Eppure per Lui, Eva è troppo lenta, disordinata e quando Lui non trova qualcosa in casa, la colpa è esclusivamente di lei. 
Per questo motivo, i due avevano litigato e Lui aveva scaraventato il computer di Eva per terra, rompendolo in mille pezzi perché non trovava un documento importante di lavoro. 
Eva deve ricominciare dall’inizio con la traduzione del “Conte di Montecristo”, anche se soffre ancora per la perdita dei suoi genitori, anche se Lui, il suo grande amore e la sua unica famiglia, non la capisce. 

Non parlavo molto del mio rapporto con Lui, né al lavoro né fuori, ero cresciuta con l’idea che ciò che succede in famiglia rimane in famiglia. E Lui, dopo anni di vita insieme, era la mia famiglia. Che mi mettessi paura non contava. Anche mio padre mi metteva paura, a volte. Eppure mica era mai successo niente di male, mica eravamo finiti sul telegiornale. 
Alla fine, la paura era mia, era solo una colpa mia. 
Ma era successo, negli ultimi anni, qualcosa di strano.
Un cambiamento che forse aveva radici lontane e che, come tutte le cose che mi riguardavano, era accaduto lentamente. Perchè io ero lenta. Facevo piano. Accettavo le cose solo esplorandole un pochino per volta, soffermandomi sempre un po’ più del dovuto. 
Lui, la mia lentezza, la odiava. O forse odiava me. 
Passava le sue giornate a dirmi che mi amava, a ripetermi che mi desiderava da morire, però poi.
Era il suo sguardo, a volte. Bastava quello a farmi capire. Gli si riempivano di tensione gli occhi, le pupille si dilatavano. 
Negli anni avevo imparato come comportarmi per evitarle, quelle pupille.

Ma una sera d’estate, nel parco di Villa Sciarra, Eva incontra l’Angelo, colui che la guiderà, ascolterà e proteggerà da tutto, anche dagli amori sbagliati. 
L’Angelo non vuole nulla da lei, se non ascoltarla, appassionarsi alla sua vita, esortarla a cercare, a volere di più. Le dà solo un consiglio, che suona come un ordine: non ti innamorare degli amanti.

Ma Eva, questo consiglio, non sa rispettarlo…
E grazie all’Angelo, troverà il coraggio e la forza di lasciare Lui, con cui aveva una relazione sbagliata e possessiva. 
Eva è disposta a mettere tutto in discussione, a provare dolore per tutto il tempo che le serve a metabolizzare la fine della relazione con Lui. 

Lo avrei fatto, di mangiare, di guarire, ma con calma. Avevo addosso una sensazione strana. E si era fatta strada in me una certezza: non dovevo aggiustarlo subito, il vaso rotto. 
Non volevo precipitarmi a prendere della colla per unire i pezzi e farlo funzionare di nuovo, metterci dentro l’acqua e dei fiori freschi. Non c’era fretta. Non dovevo rendere conto a nessuno, nemmeno a me stessa. 
Volevo studiarli ancora un po’ i miei cocci, vedere di che cosa erano fatti. 

L’Angelo le starà vicino come una guida, sarà un cammino difficile e tortuoso ma Eva, decide di ascoltare il suo consiglio: inizia a leggere le poesie. 

La poesia non giudica e concede spazio a tutti.
La poesia si può comprenderla solo dopo che le cose si sono rotte. 
Prima no.
Prima scivola,
Ci vogliono le crepe per farla entrare.

E’ così che Eva, seguirà il prezioso consiglio dell’Angelo, ritrovando nelle poesie la cura per il suo dolore. 

Quanto coraggio serve per vivere, però, mica me l’avevano detto.

La scrittrice e attrice Anna Dalton, dopo aver esordito nel 2018 con “l’Apprendista geniale” (Garzanti), cui sono seguiti “La ragazza con la parole in tasca” (2019), “Tutto accade per una ragione” (2020), e “Le tre figlie” (2022), torna in libreria con “Non ti innamorare degli amanti”. 
“Non ti innamorare degli amanti” è un romanzo intenso, profondo e “spirituale”, che bisogna leggerlo attentamente, lasciandosi trasportare dalla storia e dai messaggi contenuti all’interno della trama. 
La scrittrice Anna Dalton, inserisce nella storia la figura dell’Angelo, una vera e propria guida per la protagonista, dai tratti Faustiani come un Lucifero innamorato, capace di salvare dalle onde del disamore la giovane donna che incontra in una sera d’estate. 

Un Angelo è una creatura che guida. 
Un Angelo è una creatura che protegge. 
Un Angelo è una creatura che ascolta. 
Un Angelo è una creatura che non ha le ali. 
Ma ha delle braccia così magre che non riuscirebbero a sollevarlo da terra nemmeno per gioco. Un Angelo ha dei denti imperfetti che si accavallano un pochino sul davanti. 
Ha un fiato leggero, delle orecchie grandi, un collo rasato male. 
Ci sono delle cose che un Angelo fa e che non sapevi si potessero fare. Le fa al tuo corpo ma anche alla tua anima e scopri, forse, che sono la stessa cosa.

I temi trattai sono il desiderio, l’amore, l’anima, il corpo, la fede cristiana, l’astrologia, l’amicizia, la morte dei genitori, i libri, il dolore, la violenza sulle donne e i primi segnali “di allarme” da parte di un uomo violento, la rinascita, la felicità e ascoltare sé stessi. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, intenso, emozionante, poetico e travolgente. Il lettore si ritroverà a vivere ogni emozione, tormento della protagonista, lasciandosi guidare dalla forza travolgente delle parole. 
I personaggi sono strutturati molto bene, grazie alla scelta della scrittrice di descrivere minuziosamente ogni loro emozione e tormento. 
E’ un libro che si legge velocemente, tutto d’un fiato, grazie alla scelta della scrittrice di costruire la trama con frasi brevi, dirette, in grado di entrare nel cuore e nell’anima del lettore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, struggente, riflessivo, in grado di stravolgere completamente la vostra anima. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che stanno affrontando un periodo difficile, a chi ha bisogno di vedere un fascio di luce in un mondo dominato da ombre… la scrittura di Anna Dalton sarà per voi, una cura per ritrovare la vostra felicità. 
Buona lettura 📚📚!!

“La ragazza senza radici” di Cristina Caboni

Titolo: La ragazza senza radici 
Autore: Cristina Caboni 
Casa Editrice: Garzanti 
Collana: Narratori moderni 
Edizione: 2
Data uscita: 22 Ottobre 2024 
Pagine: 288 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La figura sovrasta le altre. Un uomo alto e biondo. Lo segue con gli occhi. C’è qualcosa in lui, nel modo in cui cammina, nel modo in cui affronta lo spazio, che l’affascina.
Un ricordo affiora. Un altro uomo. Un altro tempo.
Il cuore prende a batterle forte. 
<<Non è possibile>>, si dice. <<Non è possibile>>, ripete. Eppure, continua a fissare lo sconosciuto che adesso si volta e l’osserva a sua volta. Gli occhi, le labbra sottili, l’espressione grave che in un istante diventa beffarda e derisoria. […]
<<Era lui, Nikolaj. Era mio figlio.>>
Riccardo apre la bocca, poi la chiude. Le sorride. C’è una pena infinita nei suoi occhi.
<<Miranda, tuo figlio è morto.>>

La narrazione si sviluppa nel 2007, tra Sanremo, Nizza e Parigi. La protagonista del libro si chiama Adeline Weber, una ragazza che lavora presso gli archivi del comune di Nizza. 
Adeline era molto brava nel suo lavoro, oltre ad incrociare i dati statistici, si lasciava guidare dalla passione della sua occupazione, al punto da farsi coinvolgere nella vita delle persone che si recavano in comune alla ricerca di un genitore, un figlio o un parente. 
Ma una mattina, si presenta in comune una donna anziana di nome Miranda Gravisi Barbieri, che vuole avere informazioni su un figlio che credeva morto alla nascita. Miranda vive a Sanremo, insieme a suo marito Riccardo, e in occasione del concorso enologico tenuto nella sua proprietà, la donna aveva incrociato lo sguardo di un uomo alto e biondo. Miranda l’ha riconosciuto subito: è Nikolaj, suo figlio. Quando, Miranda aveva partorito era minorenne, non era sposata e aveva dato alla luce un bellissimo bambino di nome Nikolaj. Purtroppo, dopo qualche ora dal parto, le condizioni di salute di Miranda si erano aggravate, tanto da entrare in coma e al suo risveglio, le avevano comunicato che suo figlio Nikolaj, era morto. Da allora, Miranda ha cercato di superare il dolore della morte del figlio, rifugiandosi nella sua tenuta e nella vigna. 
Ma adesso, Miranda vuole conoscere la verità, sente che suo figlio Nikolaj è vivo. Per questo motivo, Miranda si era recata in comune a Nizza, per avere informazioni su suo figlio. 

Miranda si lasciò abbracciare. Era quello il rimedio per un cuore spezzato: l’amore e gli abbracci. E lei, per fortuna, li aveva entrambi. Così, mise da parte la disperazione che continuava a stringerle la gola, la relegò nel luogo in cui l’aveva confinata anni prima, nel momento in cui aveva deciso di vivere. Continuava a sentirla, naturalmente. Era là, ai limiti della coscienza. Ma ora al dolore profondo e antico della perdita si era unita un’ombra, vischiosa, oscura e gelida; erano l’incertezza, il sospetto e il dubbio che qualcuno le avesse portato via suo figlio. 
Ma perchè? Chi avrebbe potuto farle una cosa tanto crudele? 
Non riusciva a concepire una tale mostruosità. Forse le cose erano andate diversamente. Forse c’era una spiegazione. 
E poi comprese che non le importava. 
Voleva solo ritrovare suo figlio.

E’ così, che Miranda conosce Adeline, che l’aiuterà a trovare suo figlio, lasciandosi trasportare dalla storia del suo passato. Adeline, sa che non dovrebbe assecondare le richieste di Miranda, perchè il passato è passato e va lasciato dov’è. E questo Adeline lo sa bene…
Adeline è cresciuta in una casa famiglia, non ha mai conosciuto i suoi genitori che l’hanno abbandonata appena nata. Non è stato facile per Adeline, ma adesso è una donna realizzata e non deve voltarsi indietro, come continua a ripeterle il suo amico e assistente sociale Damien Martinelle. 

<<Se anche la questione di questo presunto figlio fosse vera, e ho qualche dubbio, cosa avrebbe a che vedere con te?>> 
Adeline battè le palpebre. Perché le faceva quella domanda? Damien conosceva il suo passato, sapeva che era stata abbandonata dalla nascita. Sapeva anche che trovare la sua famiglia d’origine era stato il suo unico obiettivo per molto tempo finché… […]
Per un istante pensò di opporsi, di dare voce all’emozione sorda che la spingeva a ribellarsi a quelle parole. Poi chinò il capo, le dita che si intrecciavano nervosamente. Spinse con la punta della scarpa una pallina, si chinò e la prese in mano stringendola forte. 
Damien aveva ragione. Era tutto vero quello che le aveva detto. 
Il passato non aveva importanza. 
Glielo aveva promesso. Lo aveva giurato quando si era lasciata Parigi alle spalle e aveva iniziato una nuova vita, là a Nizza.

Damien è “l’unica famiglia” di Adeline, per lei è una guida, un faro e un padre. Ma questa volta, Adeline non riesce ad ascoltare le parole di Damien, e decide di aiutare Miranda. In lei, nota la sua stessa emozione, disperazione, lo stesso dolore che prova da quando è nata. 

Eppure, mentre Damien le stava dicendo esattamente quello che lei voleva sentire, qualcosa infondo alla sua anima si era ribellato. Le aveva scalpitato dentro raggiungendo la superficie della volontà: speranza… brillante, profonda e potente. Suo malgrado si era sentita come in passato, mentre, nel buio della notte, circondata dai respiri degli altri bambini, immaginava che presto la sua mamma sarebbe corsa da lei e, dopo averla abbracciata, l’avrebbe riportata a casa. Al luogo a cui apparteneva, dove la sua famiglia l’aspettava. 
Ci aveva creduto così tanto che, non appena ne era stata capace, l’aveva cercata lei stessa, la sua famiglia. Per molto tempo quello era stato il suo unico obiettivo… ecco perchè si era sentita così vicino a Miranda. In lei aveva visto sé stessa. Il medesimo tormento, lo stesso dubbio feroce.

Adeline, da sempre affascinata alla genealogia, inizia a frugare tra vecchi documenti e carte dimenticate alla ricerca di un’indizio, di qualcosa che porti a Nikolaj. Ad aiutarla, sarà proprio il suo ex ragazzo, nonché il suo nuovo capo di nome Juan. 
Sarà l’occasione per Adeline, di analizzare sé stessa, di smettere di vergognarsi del suo passato e di iniziare ad aprirsi… 
Riuscirà Adeline ad accettare il suo passato? 
Riuscirà a raccontare a Juan, che i suoi genitori l’avevano abbandonata?
Riuscirà a trovare Nikolaj? 
Ma Adeline, non sa che ogni famiglia nasconde dei segreti, dei segreti che possono mettere tutto in discussione. 

Quanto potevano essere banali le parole, quanto era immenso e sconfinato ciò che nascondevano. Avrebbe voluto dirgli che le era mancato ogni giorno, che dopo di lui non c’era stato nessun altro con cui avesse voluto trascorrere più di una sera. Voleva dirgli che le dispiaceva per come era andata tra di loro e che con lui era stata felice. Invece si affrettò a prendere le sue cose. Allora sentì un lieve spostamento d’aria seguito dal tonfo della porta che si chiudeva. 
La tentazione di tornare indietro e continuare a parlare con Juan era forte, troppo. Lui ci aveva visto giusto, era stata a un soffio da abbracciarlo. 

Adeline si voltò, il cuore in subbuglio. Lui la guardava come se le leggesse dentro, come se riuscisse a vedere le parti che lei cercava disperatamente di nascondere, di riportare all’ordine, di ridurre al silenzio.

La scrittrice Cristina Caboni, dopo l’incredibile successo del libro “Il sentiero dei profumi”, un bestseller venduto in tutto il mondo, adorato dai lettori e dalla stampa, che ha conquistato la vetta delle classifiche italiane e straniere, torna in libreria con “La ragazza senza radici”. 
“La ragazza senza radici” racconta una storia emozionante, intensa, molto commuovente, incentrata sul passato e sulle proprie radici, che definiscono e determinano ciò che siamo. Questo, vale anche per la protagonista Adeline, che si sente diversa e smarrita, perchè non conosce le sue radici. 
La scrittrice Cristina Caboni con “La ragazza senza radici”, torna ad emozionare i suoi lettori, con una nuova storia emozionante e profonda. 
I temi trattati sono le relazioni, l’amore, il passato, la casa famiglia, la morte, il vino e la vigna, l’amicizia, la famiglia, il senso di abbandono, la Seconda guerra mondiale, il nazionalismo e le radici, che determinano chi siamo. 

Adeline si irrigidì. Aveva fatto delle ricerche, sapeva che dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti italiani erano stati cacciati dall’Istria e i loro averi confiscati e nazionalizzati. Sapeva anche che i genitori di Miranda erano scomparsi. […]
<<C’era chi credeva davvero nel nazionalismo, nella proprietà collettiva, e poi c’era chi desiderava unicamente vendicarsi e non solo dei torti subiti: era gente violenta, per incorrere nella loro rabbia bastava portare un nome diverso. Appartenere a un’etnia differente[…]
Le persone tendono a riunirsi in gruppi omogenei, si sentono al sicuro all’interno di quei confini, e così facendo escludono gli altri. E’ facile, in seguito, incolparli delle proprie miserie. Comodo, no? […]
Quella gente… non li dimenticherò mai. 
Arrivarono con dei carri e trasportarono all’interno della mia casa dei miei genitori, i loro mobili. C’erano donne che si contendevano gli abiti di mia madre, si pavoneggiavano con i suoi gioielli. […]
Ero furiosa, io… non so cosa mi prese, ma iniziai a urlare, a strappare loro ciò che avevano rubato.

La narrazione è in terza persona, in cui quasi ogni capitolo viene raccontato dalla protagonista Adeline, ma sono presenti anche dei capitoli narrati da Miranda. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, appassionante, profondo, emozionante e commuovente, che evidenziano le relazioni (da quelle familiari, a quelle amorose e d’ amicizia), ma anche le radici profonde di ognuno di noi. 
Ho apprezzato molto, l’idea della scrittrice di inserire all’inizio di ogni capitolo, delle frasi inerenti alla storia e ad alcune curiosità sul vino. 

Tutto possiede un’anima, ne è convinta. Nel caso del vino si tratta di una serie di elementi che si combinano nel terroir, un insieme di fattori ambientali e umani che interagiscono determinando la sua unicità. Chi pensa che il vino sia una semplice bevanda ottenuta dalla fermentazione del succo d’uva si inganna. E’ ben altro: identità, tradizione, natura, abilità. Ma soprattutto mistero. 
Perchè tocca l’anima e la conduce in luoghi inesplorati, dove tutto è possibile. 

Grazie a Miranda, il lettore esplorerà anche il mondo affascinante del vino, della coltivazione della vite, che fanno da sfondo alla storia, una storia che racconta di tutti noi, perchè tutti siamo un intreccio di relazioni, legami familiari e affettivi. 
I personaggi sono strutturati bene, molto profondi ed emozionanti, come la storia raccontata dalla protagonista Adeline, in grado di entrare nel cuore del lettore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano un romanzo profondo, emozionante ed intenso, incentrato sulle radici e sulla famiglia. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che vogliono perdersi nella coltivazione della vite, vi sembrerà di sentire il profumo del vino “speciale” che Miranda ha regalato ad Adeline, un vino pregiato che riposa sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde. 
Lasciatevi travolgere dalla scrittura delicata di Cristina Caboni… non ve ne pentirete!!
Buona lettura 📚📚!!

“Questa vita non è la mia” di Elly Bennet

Titolo: Questa vita non è la mia 
Autore: Elly Bennet 
Casa Editrice: Accornero Edizioni 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Pagine: 191 

Mi guardava come nessuno aveva fatto fino a quel momento. Non vedeva un mostro in me, vedeva qualcosa che gli altri non riuscivano a cogliere. 
Riusciva a capire la mia anima. 
Mi baciò nuovamente, poi mi prese per mano e restammo così fino a notte fonda. 
In silenzio.
Le parole erano solo rumore inutile. 

Il libro racconta la storia di una giovane ragazza, che vive la vita a modo suo, tra alcool e droga per cercare di superare il trauma causato dalla morte del padre.
Il padre, era stato chiamato al fronte per la guerra in Afghanistan e ogni sera, la mamma e la giovane bambina di sei anni, aspettavano con ansia di sentire la sua voce al telefono. 
Ma un pomeriggio, la loro vita cambiò radicalmente… con una “semplice” chiamata, che comunicava alla moglie la perdita del marito al fronte. 

Avevo 6 anni. 
La cornetta del telefono cadde a terra. 
Occhi sbarrati. 
Pochi istanti dopo il corpo di mia madre era a terra. 
Io, ero seduta sul divanetto della sala con in braccio un bambolotto e la guardavo preoccupata. Mi ero ammutolita, avevo intuito che era successo qualcosa di brutto. Immediatamente i domestici corsero verso mia madre, la presero e la portarono di peso in camera. 
La mia tata si precipitò verso di me, mi prese tra le braccia e mi strinse forte. 
“Cos’è successo, perchè la mamma sta male?” chiesi con aria smarrita. 
Lei mi guardò con uno sguardo di terrore misto a sofferenza, mi appoggiò sul letto e si sedette accanto a me, cercava le parole giuste da poter dire a una bambina di sei anni, ma era chiaro che non le trovava. 
“Vedi a volte capita che le persone debbano andare in posti diversi da quelli dove siamo noi ora, posti migliori”, poi mi prese per mano e si stese accanto a me, iniziando a canticchiare una vecchia canzone infantile. Intanto cercavo di eliminare la confusione dalla mia mente, cercavo di capire dove fosse andato papà e se sarebbe tornato come aveva promesso, sentivo mia madre nella camera accanto che urlava e piangeva. […]
Passai tutta la notte a pensare nel mio piccolo cervello dove fosse papà, quale fosse questo posto migliore, perchè non poteva andarsene, io avevo bisogno di lui. 

La protagonista del libro aveva solo sei anni, si è ritrovata a dover metabolizzare la scomparsa del padre, oltre a vedere la propria madre completamente assente, in balia di farmaci antidepressivi, persa nel suo mondo, in cui la figlia non era presente.

Passava le ore sedute su una sedia in giardino nella speranza di veder mio padre tornare e quando i domestici andavano a prenderla per portarla a dormire lei urlava e si straziava. 
Piangeva sempre. 
Io volevo starle vicina…
Ma più mi avvicinavo a lei e più mi allontanava. 
Da allora non si riprese mai più. 
Caduta in una grave depressione le erano state prescritte pillole da prendere quotidianamente, grazie alle quali aveva momenti di felicità, ma si capiva che non c’era più con la testa, parlava a vanvera di cose assurde, inesistenti, rispondeva alle domande in modo errato e parlava al telefono con mio padre come se fosse vivo. 
Si era creata il suo mondo, un mondo nel quale io non esistevo. Da donna fragile, come era sempre stata, non era riuscita a superare la perdita e senza capacità di reagire, aveva semplicemente creato delle barriere attorno a lei, come se avessero potuto proteggerla da altre disgrazie. 

E’ così che la morte del padre e l’assenza della madre, ma anche l’assenza di regole, incidono sulla vita della protagonista. Durante la fase adolescenziale, la protagonista inizia a bere, ma ben presto si rende conto che per sopravvivere in un mondo che non l’ha mai considerata, ha bisogno di più… è così che inizia a drogarsi per “curare” il suo dolore. 
Grazie alla droga, conosce un ragazzo a scuola, un ragazzo più grande di diciannove anni, con cui condivide la sua dipendenza e ben presto, iniziano una relazione. 
La loro relazione era nata “grazie” alla droga, a cui ricorrevano per colmare delle mancanze, per paura di non essere accettati dalla società, e nel caso della protagonista, per superare (o illudersi di farlo), il trauma della perdita del padre. 
I due ragazzi condividono molte cose, ma ben presto si ritrovano a dover fare i conti con gli effetti distruttivi della droga. Una sera, dopo essersi drogati e giurati amore eterno, i ragazzi hanno un brutto incidente che cambierà totalmente la loro vita. 
La protagonista di ritrova ancora una volta imprigionata in una ragnatela, che rischia di catturarla e farla sprofondare nel buio più assoluto… 
In questo libro vengono affrontati molti temi importanti e delicati: dalla guerra alla droga, ma anche l’anoressia, l’amore, il dolore, i traumi, la depressione, la morte, i canoni della società, le maschere, le false amicizie e le malattie. 

Non potevo ricominciare a mangiare.
Sarei tornata grassa. 
Sarei tornata brutta.
E così andavo avanti a integratori e quando la fame mi assaliva, la droga e il fumo mi aiutavano a stare su e a non pensarci. […]
Alla fine il cibo divenne disgustoso. Appena vedevo un piatto di pasta, oppure un cioccolatino, il mio cervello diceva che era proibito e mi veniva da vomitare. 
Non potevo mangiarlo. 
Non avrei potuto. 
Dovevo rimanere carina e graziosa. 
Magra.

Io sono il frutto di una società che mi ha insegnato che bello è magro, che simpatico è essere fatti.
Che tutto intorno è falso, quindi sii falso anche tu.
Che l’amore non esiste, appartiene ai film.
Che il lieto fine non c’è, a meno che tu non sia il protagonista di una favola. 
Che i cattivi la spuntano sempre, i buoni rimangono inguiati. 

La scrittrice Elly Bennet dopo “Che casino noi donne” (Accornero Edizioni, 2022), pubblica “Questa vita non è la mia”, un romanzo potente, commuovente e riflessivo, in grado di far riflettere il lettore sulla vita e sull’animo umano. 
“Questa vita non è la mia”, non è solo la storia di una giovane ragazza che cerca di sopravvivere, ma rappresenta anche la forza interiore, la tenacia nonostante tutto, di riuscire a scorgere dei piccoli raggi di luce, in un mondo dominato dall’oscurità. 

Per me tutte le cose erano uguali e mi erano indifferenti e la cosa non mi importava. Il mio unico scopo era quello di essere adatta nella comunità, di avere un posto riservato per l’ingresso in società. Ero una sottospecie di piccola ribelle che voleva andare contro il tempo, che voleva mascherare ogni cosa di sé per far vedere ciò che le interessava. 

Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, commuovente e delicato, grazie alla bravura della scrittrice di riuscire a toccare molti temi delicati con umanità ed empatia. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni psicologiche inserite dalla scrittrice. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano emozionarsi, riflettere sul senso della vita, e a chi desidera tuffarsi in una storia dolorosa ma piena di speranza e rinascita, con un finale imprevedibile e inaspettato, in grado di sorprendere tutti i lettori!!
Ringrazio la scrittrice Elly Bennet per avermi inviato la copia cartacea del suo libro, che mi ha permesso di riflettere sul dolore causato da un trauma, ma anche di riflettere sui canoni “rigidi” e schematici di una società, sempre più improntata sui canoni estetici, annullando completamente i sentimenti. 

Mi ero comportata con lui, come volevo che gli altri non si comportassero con me. 
Ma era questa la vita normale che volevo? 
No!
Perchè quella vita non era la mia!!

Buona lettura📚📚!!

“Senza più esitare” di Lucilla Ferretti

Titolo: Senza più esitare. Un’ipocondriaca a Parigi
Autore: Lucilla Ferretti
Editore: Independently published
Data uscita: 28 Dicembre 2020
Pagine: 232
Genere: Romanzo autobiografico
Acquista: https://www.amazon.it/Senza-più-esitare-Unipocondriaca-Parigi/dp/B08RJ8GGPN

Appoggiai la schiena al parapetto offrendo ai miei occhi la vista della Grenelle e rimasi così, in contemplazione, per diversi minuti. Di nuovo mi assalì un profondo senso di gratitudine. Ringraziai il mio coraggio, la volontà di intraprendere quell’esperienza da sola; mi congratulai per aver saputo scegliere quel luogo e capii che ognuno di noi ha già dentro di sé la cura per i propri problemi. Basta solo seguirla per trovare la pace. 

Il libro racconta l’esperienza dell’autrice Lucilla Ferretti, raccontando in modo diretto e ironico l’ipocondria e gli attacchi di panico. Il suo primo attacco di panico lo aveva avuto a diciotto anni, pensando si trattasse di un fenomeno raro e che non si sarebbe più presentato.
Da allora, Lucilla iniziò ad avere attacchi di panico in diverse forme e occasioni. 
Lucilla oltre a soffrire di attacchi di panico è ipocondriaca, si preoccupa di contrarre qualsiasi tipo di malattia. All’età di ventinove anni, Lucilla decide di lasciare la propria città, la propria famiglia e tutti i suoi cari e il proprio lavoro, per trasferirsi a Parigi.

Ogni parte di loro ha lasciato un segno della donna che sono oggi. Con grande dolore quindi, quell’estate, appresi che per me era finita. Ero stata in fondo troppo fortunata ed era venuto il momento di mettere un punto. Guarire e ritrovarmi; anzi volevo innamorarmi perdutamente di me stessa e concedermi un anno in cui mi sarei data il tempo per superare i miei limiti, le gabbie. Scelsi allora l’unica città in cui mi ero sempre sentita a casa, la città in cui avevo sognato di vivere per un po’ da quando ero bambina. 
Puntai il dito su Parigi.

Lucilla aveva scelto Parigi, perché era la città dei suoi sogni fin da quando era bambina. Decide di mettersi alla prova, parte per Parigi nella speranza di riuscire a superare le sue paure e di ritrovare sé stessa. Trova lavoro in un piccolo paesino Vaux-Sur-Seine, come ragazza alla pari per la famiglia Gerard. Appena arrivò a casa dei Gerard, trovò Laura, una ragazza molto dolce, anche lei italiana di Padova, che fino a quel momento era stata la ragazza alla pari della famiglia. 
Laura si rivela una figura molto importante per Lucilla, le spiega come comportarsi con i due bambini (Camille e Florian), ma anche con i loro genitori e le mansioni, che avrebbe dovuto svolgere. 

Lucilla durante la settimana, impara ad essere una buona domestica, mentre il weekend visita ogni luogo incantato di Parigi. 
Passeggia tra le strade di Parigi, tra gli arrondisement parigini e visita ogni museo, assaporando ogni momento e sensazione, tra un pain au chocolat e un delizioso croissant. 

Tutto mi affascinava, partendo dalle persone che incontravo per strada: famigliole cinesi, negozianti, uomini dall’aspetto ambiguo, ragazze sole, turisti prevalentemente cinesi. Avevo la cartina in mano e camminavo beatamente sentendomi tra la “mia gente”, pensando a quanto stessi bene. 
Camminai senza fretta prendendomi tutto il tempo di cui avevo bisogno e facevo soste per bere caffè disgustosi, dei quali non mi curavo. 

Giorno dopo giorno, Lucilla impara a conoscersi e a lasciarsi andare. Decide di salire sul treno, anche se soffriva di attacchi di panico.

Ormai il treno si stava avvicinando e in uno scatto d’istinto un guizzo di vita, all’aprirsi delle porte saltai dentro tremante come una foglia. Ricordo che mi agitavo in maniera così vistosa che le persone nel vagone presero a osservarmi con sguardo indagatore e minaccioso. Cercai come una furia qualcuno a cui rivolgermi nei pochi attimi che mancavano alla chiusura delle porte. 
Non avevo più vergogna. 

A poco a poco Lucilla supera le sue paure, i suoi “limiti”, ed inizia a non avere più attacchi di panico e a godersi il suo viaggio, senza aver paura di contrarre una terribile malattia. 
Il lettore si ritroverà a percorrere gli arrondisement parigini insieme a Lucilla, tra lunghe passeggiate e deliziose boulangerie. 

Iniziai a pensare che fosse una gran figata passare il tempo con Lucilla. Mi chiesi per quale motivo avevo trascurato così tanto quella fantastica amica che stavo scoprendo e presi ad amarmi intensamente, a proteggere selvaggiamente la mia felice solitudine. 

La scrittrice Lucilla Ferretti con “Senza più esitare. Un’ipocondriaca a Parigi”, fa viaggiare e scoprire le vie parigine, ma riesce anche a scaldare il cuore del lettore. 
Ogni pagina è ricca di riflessioni, spunti che faranno riflettere il lettore, in modo da combattere ogni paura, ogni debolezza. 

I temi trattati sono l’ipocondria, gli attacchi di panico, la paura, il coraggio e riuscire a mettersi in gioco, affrontando di petto e con coraggio ogni ostacolo, senza avere paura. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, vero e a tratti ironico, riuscendo a coinvolgere e divertire il lettore nelle sue vicende e in alcune disavventure paradossali. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che vogliono imparare ad amarsi, a sconfiggere le proprie paure, ma anche a chi ha bisogno di vivere in modo intenso la vita parigina. 
Ringrazio la scrittrice Lucilla Ferretti, per avermi inviato la copia cartacea del suo libro, che mi ha permesso di capire meglio le sensazioni che prova chi soffre di ipocondria e attacchi di panico. 
Al termine del libro, mi è venuta voglia di prenotare un biglietto aereo per Parigi, seguendo i consigli di Lucilla su alcuni ostelli affidabili e squisite boulangerie!! 
Avete mai sofferto di attacchi di panico o ipocondria? 
Che cosa avete fatto per risolverli? 
Di cosa avete paura?
Quale città scegliereste per sconfiggere le vostre paure? 
Fatemelo sapere nei commenti!!
Buona lettura 📚📚!!

“Il tempo di trovarsi” di Giorgia Pascucci

Titolo: Il tempo di trovarsi
Autore: Giorgia Pascucci
Editore: Bookabook
Data uscita: 10 Maggio 2023
Pagine: 128
Genere: Romanzo rosa
Acquista: https://www.amazon.it/tempo-trovarsi-Giorgia-Pascucci-ebook/dp/B0C4YQV562

Quella vicinanza, che poco prima le sarebbe apparsa assurda solo a pensarci, divenne improvvisamente naturale, come nata in un istinto primordiale che le sembrò di avere dentro da sempre. In quella specie di abbraccio fu rassicurato il cavallo ma anche Olivia, che ritrovò come un frammento di sé che mai avrebbe immaginato di riuscire a trovare in quella circostanza: la fiducia. 

La protagonista del libro è Olivio Tornio, una ragazza piena di sogni che si ritrova in Thailandia per condurre alcune ricerche sul posto. Olivia è stata inserita nel gruppo di ricerca del museo Burma e chiama i suoi genitori per comunicargli la bella notizia.
Ma nel giro di pochi minuti la felicità, l’adrenalina si trasformano in sconcerto e dolore. Olivia apprende dal padre, che sua mamma è morta nella notte.

<<La mamma se n’è andata…stanotte>> rivelò infine l’uomo con la voce che si ruppe in gola. 
A quelle parole l’angoscia che aveva pervaso la giovane ricercatrice si tramutò in sconcerto; tuto ciò che la circondava le sembrò lontanissimo e si dimenticò dove si trovasse e cosa stesse facendo.

Olivia sapeva che la madre aveva un carcinoma, ma stava reagendo positivamente alle terapie e per questo motivo era partita per la Thailandia. Olivia prende il primo aereo e rientra in Italia, dove ritrova l’affetto del padre e di suo fratello Raoul. 
Olivia si sente in colpa nei confronti della madre, per non averla salutata un’ultima volta, ma anche nei confronti del padre e di suo fratello, che hanno dovuto organizzare il funerale da soli. 
A causa dei sensi di colpa e dell’ansia, Olivia prende la macchina per dirigersi nell’unico luogo, capace di tranquillizzarla, finendo per addormentarsi. 
A risvegliarla sarà un ragazzo di nome Alessio, il titolare della tenuta agricola. 

Olivia si ritroverà a dover combattere con il proprio dolore, cercando di capire cosa fare del proprio futuro. Dovrà decidere se partire di nuovo per la Thailandia, per terminare le ricerche o rimanere a casa sua, tra gli affetti famigliari e un nuovo amore.
Che cosa deciderà Olivia? 

La scrittrice Giorgia Pascucci con “Il tempo di trovarsi”, racconta una storia profonda, piena d’amore e immersa nella natura. 
Il lettore percorrerà il dolore, ma anche la rinascita insieme alla protagonista, rimanendo travolto nella storia e nella bellezza della natura. 
I temi trattati sono i sogni, le paure, il rapporto genitori-figli, l’amore e la natura, che riesce a tranquillizzare la protagonista e il lettore.
I protagonisti sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni della scrittrice, che permette al lettore di entrare in empatia con Olivia. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro semplice e contemporaneamente profondo e travolgente!!
Ringrazio la scrittrice Giorgia Pascucci per avermi inviato il suo libro cartaceo, che mi ha permesso di tuffarmi nella natura, di farmi vivere una bellissima storia d’amore e di rinascita. 
La vita è piena di eventi belli e brutti, che stravolgono completamente i nostri piani e progetti futuri, ma sta a noi andare avanti, superandoli e cercando di guardare sempre il bello da ognuno di essi.
Buona lettura 📚📚!!

“Se solo…” di Loredana Crupi

Titolo: Se solo…
Autore: Loredana Crupi
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove Voci. Strade
Data uscita: 15 Luglio 2022
Pagine: 238
Genere: Romanzo rosa
Acquista: https://p-nt-www-amazon-it-kalias.amazon.it/Se-solo-Loredana-Crupi/dp/8830659800

Ho scritto tutta la notte. Sono riuscita a sconfiggere il mostro. E’ arrivato il momento di vivere e spiegare le mie ali per realizzare i miei sogni. Tracciare con la memoria ogni singolo attimo del mio stupro è stato doloroso. Ho sofferto, ho pianto, ho gridato la mia angoscia ma è sorta una nuova alba e ora ho fatto pace definitivamente con me stessa.

Le protagoniste del libro sono due giovani donne, Alev e Hande che raccontano la propria vita con l’utilizzo della prima persona. 
Alev è appassionata di fotografia, ereditata dal padre e cattura ogni istante con la sua macchina fotografica. 

Grazie al suo primo contratto, compresi che fotografare era anche verità nuda e cruda del mondo che ci circonda e dell’essere umano che lo abita.

Sua sorella Gunes è un’eterna sognatrice, sin da bambina scriveva fiabe, con la sua farfalla Melo, che l’aveva aiutata a superare la timidezza. Alla presentazione del libro di Gunes, Alev conosce Kerem, un bellissimo ragazzo di cui si innamora perdutamente. 

Mi interruppe e, asciugando con una mano una lacrima dal mio viso, mi disse: <<Se sei imperfetta per il resto del mondo, sei perfetta per me. Siamo due pezzi di puzzle mancanti che hanno avuto la fortuna di ritrovarsi e insieme comporremmo una vera opera d’arte. Te l’ho già detto la prima sera. Io non lo so cosa mi sia successo. So solo che ho bisogno di te, di vederti, di sentire il tuo profumo, di accarezzarti e baciarti. 
Voglio ascoltare solo il mio cuore. Sono sempre stato razionale, ho sempre pensato solo al lavoro per rendere orgogliosi i miei genitori, ma ora voglio ascoltare la voce del mio cuore e il mio cuore, mi dice solo Alev.

Mentre Alev viveva la sua storia d’amore alla luce del sole, arriva una notizia che sconvolge completamente tutta la sua vita e le sue certezze. Alev si sente una persona diversa, in colpa per ciò che è accaduto e decide di dedicare del tempo all’associazione “#NONSEISOLA”, che aiuta e protegge giovani donne dopo aver subito una violenza sessuale. 
In quest’associazione Alev conoscerà Hande, una ragazza che ha subito uno stupro da suo zio e cerca di trovare un po’ di pace e serenità. 
Alev e Hande diventeranno amiche, riuscendo a sostenersi a vicenda e alla ricerca della propria fiducia di sé stesse. 

Ripenso a tutto quello che abbiamo passato e perso e mi rendo conto che, nella vita, niente e nessuno si perde davvero, basta scavare a fondo nella propria essenza per ritrovare davvero sé stessi.

La scrittrice Loredana Crupi con “Se solo…” intreccia la storia di due giovani donne, che unendosi riescono a superare qualsiasi dolore. 


I temi trattati sono l’amore, il lutto, la pari opportunità, la violenza di genere, la solidarietà femminile, le emozioni e l’amicizia. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole e toccante, riuscendo a sensibilizzare il lettore su alcune tematiche delicate. La lettura è accompagnata da poesie e immagini che evocano gli eventi narrati. 
I personaggi sono strutturati bene, Alev e Hande sono due donne coraggiose che nonostante le ferite, sono riuscite a riprendere in mano la propria vita. Tutti i loro dubbi, le loro frasi incerte costituite da “Se solo…” spariranno, riuscendo ad accettare che si può convivere con il dolore. La vita è fatta di momenti belli e brutti, ed è dal dolore che le due protagoniste costruiranno il centro della loro vita. 

Consiglio questo libro a tutte le donne, ma anche agli uomini, per cercare di riflettere sulla disparità di genere e sulla violenza sessuale. 
Ringrazio la scrittrice Loredana Crupi per avermi inviato la copia cartacea del libro “Se solo…”, che mi ha permesso di riflettere sulla condizione delle donne e sull’importanza di unirsi per cercare di combattere. 
Buona lettura 📚📚!!

“La mia strada in camper. Direzione Capo Nord” di Ornella Pastorino

Titolo: La mia strada in camper. Direzione Capo Nord
Autore: Ornella Pastorino
Editore: Edizioni Vallescrivia
Collana: Convergenze
Data uscita: 11 Febbraio 2022
Pagine: 248
Genere: Romanzo contemporaneo
Acquista: https://www.ibs.it/mia-strada-in-camper-direzione-libro-ornella-pastorino/e/9788894615081

Quando il sole se ne va restiamo soltanto noi per la notte e, nel buio, guardando in su penso che quello non possa essere lo stesso cielo che ogni tanto guardo dal mio giardino. 
Qui ci sono molte più stelle.

La protagonista si chiama Giulia, ha una vita perfetta perché è circondata dall’amore del marito, dalla figlia Elsa, un buon lavoro e il camper, che gli permette di viaggiare e scoprire nuovi posti. Sembra tutto perfetto, fino a quando, Giulia non scopre di essere malata.
Da questo momento, decide di lasciare il lavoro, di prendersi un po’ di spazio per sé stessa e organizza un viaggio a Capo Nord, da sola. La malattia permetterà alla protagonista di capire l’importanza della vita, del tempo, del viaggio e di riscoprirsi. 

La scrittrice Ornella Pastorino esordisce con “La mia strada in camper. Direzione Capo Nord”, un viaggio alla scoperta di Capo Nord e di sé stessi. 
I temi trattati sono la malattia, il rapporto tra dottore e paziente, il viaggio e la forza di ritrovare sé stessi.
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole e semplice, il lettore si ritroverà a viaggiare insieme alla protagonista, rimanendo seduto sul divano.
I luoghi sono descritti molto bene con descrizioni minuziose, invogliando il lettore a programmare immediatamente il viaggio, utilizzando il libro come una guida. 
Ringrazio la scrittrice Ornella Pastorino, per avermi inviato il suo libro che mi ha fatto venire voglia di organizzare un viaggio.
Buona lettura 📚📚!!