“Paolina Leopardi. All’ombra del Poeta” di Francesca Monaco

Titolo: Paolina Leopardi. All’ombra del Poeta
Autore: Francesca Monaco
Casa Editrice: Morellini Editore
Collana: Femminile singolare
Data uscita: 31 Gennaio 2025 
Pagine: 224 
Genere: Romanzo storico 

Nel silenzio della mia camera il nodo del pianto, trattenuto in gola troppo a lungo, inizia a sciogliersi. Il vuoto è già incolmabile e il cuore mi pesa di parole non dette e di gesti non compiuti. […] 
Mi sento confusa, come se un estraneo fosse venuto ad abitare nella mia testa senza chiedermi il permesso. Devo tenermi occupata, devo provare a fare altro per non rischiare di impazzire. 
E allora scelgo l’unica cosa in grado di curarmi.
La scrittura dà voce a ciò che voce non ha e attutisce il vuoto che sentiamo dentro. Me lo ha insegnato Giacomo. La scrittura rende accettabile anche l’aspetto tragico delle cose e io, mai come adesso, ho bisogno di crederlo. 

Tutti conosciamo Giacomo Leopardi, ma cosa sappiamo di sua sorella Paolina Leopardi? 
E’ arrivato il momento di conoscere Paolina Leopardi, e per farlo dobbiamo entrare all’interno dell’austero Palazzo Leopardi a Recanati e tuffarci nel passato!!
Siete pronti? 
Renati è il borgo in cui ogni vicolo, ogni edificio, ogni porta, celebra l’immortalità artistica del grande poeta Giacomo Leopardi. Ed è proprio a Recanati che sono nati Giacomo Leopardi, Carlo Orazio, Luigi e Paolina Leopardi, la protagonista del libro. 
Paolina è l’unica figlia femmina in casa Leopardi, ha avuto la fortuna di ricevere la stessa istruzione ed educazione dei suoi fratelli, grazie al volere del padre Monaldo. 
Il padre Monaldo è un uomo di animo buono, molto severo, che ha sempre posto dinnanzi a tutto, l’istruzione dei suoi figli. In questo libro, viene data a Monaldo una nuova veste, un aspetto più umano, severo e rigoroso, ma che desidera il meglio per i suoi figli. 
La madre Adelaide, è una donna completamente ossessionata dalla religione e dal benessere economico, a discapito dell’amore per i propri figli. Adelaide è colei che comanda e guida Palazzo Leopardi, amministra il patrimonio di famiglia e “comanda” suo marito, e forse, è proprio per questo che Monaldo si comporta così con i suoi figli. 

<<Ho sempre temuto che la quantità esorbitante di tempo che tu e i tuoi fratelli avete passato sui libri fin da piccoli avrebbe finito con il condizionarvi la vita, ma non pensavo che la tua tristezza fosse arrivata a simili livelli. Non esiste soltanto lo studio, non ho mai capito come abbiate fatto a sopportare tutte quelle ore in biblioteca imposte da Monaldo.>>
<<Nostro padre è di animo buono e ci ha sempre amati di un affetto profondo. Severo e dolce allo stesso tempo, è un uomo cocciuto e pieno di pregiudizi, difficile smuoverlo dalle proprie convinzioni. Ha una fiducia eccessiva nella sicurezza del suo pensare, ma è una persona integra moralmente e gli sono grata per averci trasmesso anche l’amore per l’arte, la cultura, il sapere…>>

Paolina è una ragazza molto intelligente, elegante e malinconica, che la rende unica e affascinante. Da sempre Paolina, ha un legame profondo, quasi morboso, con suo fratello Giacomo, che sin dall’infanzia dimostra di essere il genio della famiglia. Paolina ha la fortuna di studiare insieme a lui, di osservare i suoi gesti, ma anche di ricopiare le sue missive, i suoi componimenti. 
Per Paolina, il legame con suo fratello Giacomo è molto simile all’amore, amore che non ha mai avuto la fortuna di provare e ricevere. I suoi genitori, avevano provato ad organizzare il suo matrimonio, ma Paolina desiderava semplicemente essere amata, e anche quando si innamora del suo futuro marito, Raniero Roccetti, Paolina, capisce che lui probabilmente non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti e così manda a monte il matrimonio. 
Paolina vivrà per sempre con il rammarico di non aver provato l’amore, l’amore da lei tanto sognato e venerato. 

Giacomo è il mio Muccio, il mio tutto, ma da alcuni giorni non mi da tregua. Mi suggerisce continuamente di stare più calma e di non disperarmi se tutte le trattative matrimoniali degli ultimi anni sono naufragate. […]
<<Vi siete attivati per trovarmi un marito, e vi ringrazio per questo, ma la causa è disperata. Bisogna prenderne atto. Non voglio saperne più niente. Non voglio sposarmi e non voglio più essere portata a quella specie di mercato. Sono stanca di ingoiare umiliazioni e stufa anche di parlarne.>> 

E’ così che Paolina si dedica alla scrittura, grazie al consiglio di suo fratello Giacomo, che la esorta a scrivere per esprimere i suoi sentimenti e per sentirsi meno sola. 
Ma la vita di Paolina cambia nel 1830, l’anno in cui suo fratello Giacomo lascia Palazzo Leopardi, lascia Recanati per seguire il suo destino di scrittore e poeta. Paolina, a differenza dei suoi fratelli che progressivamente lasceranno Palazzo Leopardi, è costretta a vivere tra quelle mura, per lei, molto simili a una prigione. 
E’ in questo periodo, che Paolina si sente molto sola ma perfortuna, grazie a suo fratello Giacomo, intrattiene una corrispondenza epistolare con Marianna Brighenti, una cantante lirica molto brava a quei tempi. 
Paolina aspetta con ansia le lettere di Marianna, l’unica sua confidente, ad eccezione di suo fratello Giacomo. 
Nonostante lei e Giacomo sono lontani, tra di loro c’è un legame molto forte, una sorta di filo rosso che li unisce e li accompagnerà per tutta la vita (e non solo).
Un giorno, arriva una lettera a Palazzo Leopardi e Monaldo, comunica a sua figlia Paolina, il decesso di Giacomo Leopardi avvenuto il 14 Giugno 1837, presso la città di Napoli. 
Non sarà facile per Paolina, superare, elaborare il lutto, ma il loro legame è più forte di tutto, anche della morte, e lei è certa, che un giorno potrà di nuovo abbracciarlo. 

<<Stavolta si tratta di Giacomo.>>
Soffoco un singhiozzo. 
<<E’ sua quella lettera?>> Sento le forze venire meno. 
<<Sta bene?>> 
Continua a fare cenno di no con il capo. 
<<Paolina, dovremo essere forti…>>
<<No…>> E’ l’unico suono che la mia voce strozzata riesce a emettere, la prima difesa allo strazio che sento arrivare. <<Giacomo no…>> 
E’ ancora troppo il bisogno che ho di lui. 
Di sapere che lui c’è. 
Prima ancora che mio padre trovi il coraggio di dirmi il resto, mi accascio a terra ripiegandomi su me stessa come un vestito abbandonato. 
Perchè è proprio così che mi sento. Abbandonata dall’unica persona da cui mi sia sentita realmente amata. 
Questa consapevolezza permette al dolore di attraversarmi la pelle. 

Alla morte dei suoi genitori, all’età di sessant’anni, Paolina decide di viaggiare e ripercorre tutte le città, i luoghi in cui il fratello ha vissuto: da Pisa (la città tanto amata da Giacomo) a Napoli, il luogo in cui è custodita la sua tomba. 

Qui si chiude miseramente il romanzo di Paolina Leopardi, così splendente nella fantasia e nel cuore, così povero nella realtà.

Non è in mio potere lasciare dopo di me un nome degno di associarsi a quello del nostro Giacomo, né sarei capace di giudicare quelle opere di letteratura. Però ecciterà sempre la mia ammirazione e invidia, qualunque persona del nostro sesso sia in grado di mostrare che noi non siamo nate soltanto per quello cui ci credono destinate gli uomini. 

La scrittrice Francesca Monaco ha pubblicato “Manuale di sopravvivenza agli uomini e ai dolci” (Trenta Editore), “Ormoni e limoni” (Ventura Edizioni), e dopo aver seguito i corsi di scrittura di Sara Rattaro ha pubblicato alcuni suoi racconti nelle antologie “Questione di scelte”, “Ritratti di donne”, “Le Spietate” e “Gli eroi della Shoah” (Morellini Editore). 
La scrittrice Francesca Monaco con “Paolina Leopardi. All’ombra del Poeta”, vuole porre in risalto la figura di questa giovane donna, posta nell’ombra dal fratello Giacomo Leopardi. 
La figura di Paolina è molto importante, è una donna intraprendente, che lotta per la libertà in un periodo molto difficile per le donne. In queste. pagine, Paolina si racconta con una nota di malinconia, ma anche piena di vita e di coraggio. 
Il lettore imparerà a conoscere Paolina, il legame profondo con suo fratello Giacomo, ma anche il rapporto speciale con le donne, come l’amicizia con la cantante lirica Marianna Brighenti, con cui ha scambiato ben 35 anni di lettere. 
I temi trattati sono l’educazione, il rapporto tra genitori, la religione, la morte, l’oppressione familiare, la letteratura e gli studi, l’amicizia e il sostegno tra donne, l’amore tra fratelli e la scrittura, l’unica medicina, l’unica arma in grado di salvarci dalla solitudine. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, profondo, ricco, poetico e superbo, in cui all’inizio di ogni capitolo sono presenti delle missive, tratte dalle lettere tra Giacomo e Paolina, ma non solo. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice che permettono al lettore di affezionarsi alla protagonista. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano conoscere una donna straordinaria, molto sensibile ed intelligente, che non ha nulla da invidiare a suo fratello Giacomo Leopardi. 
Ringrazio Sara Rattaro e la casa editrice Morellini Editore, per avermi inviato la copia cartacea del libro che mi ha permesso di conoscere meglio Paolina Leopardi, una grande donna intraprendente, una donna che merita di essere conosciuta e menzionata per le sue doti, per il suo carisma.
Buona lettura 📚📚!!

 

“La ragazza senza radici” di Cristina Caboni

Titolo: La ragazza senza radici 
Autore: Cristina Caboni 
Casa Editrice: Garzanti 
Collana: Narratori moderni 
Edizione: 2
Data uscita: 22 Ottobre 2024 
Pagine: 288 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La figura sovrasta le altre. Un uomo alto e biondo. Lo segue con gli occhi. C’è qualcosa in lui, nel modo in cui cammina, nel modo in cui affronta lo spazio, che l’affascina.
Un ricordo affiora. Un altro uomo. Un altro tempo.
Il cuore prende a batterle forte. 
<<Non è possibile>>, si dice. <<Non è possibile>>, ripete. Eppure, continua a fissare lo sconosciuto che adesso si volta e l’osserva a sua volta. Gli occhi, le labbra sottili, l’espressione grave che in un istante diventa beffarda e derisoria. […]
<<Era lui, Nikolaj. Era mio figlio.>>
Riccardo apre la bocca, poi la chiude. Le sorride. C’è una pena infinita nei suoi occhi.
<<Miranda, tuo figlio è morto.>>

La narrazione si sviluppa nel 2007, tra Sanremo, Nizza e Parigi. La protagonista del libro si chiama Adeline Weber, una ragazza che lavora presso gli archivi del comune di Nizza. 
Adeline era molto brava nel suo lavoro, oltre ad incrociare i dati statistici, si lasciava guidare dalla passione della sua occupazione, al punto da farsi coinvolgere nella vita delle persone che si recavano in comune alla ricerca di un genitore, un figlio o un parente. 
Ma una mattina, si presenta in comune una donna anziana di nome Miranda Gravisi Barbieri, che vuole avere informazioni su un figlio che credeva morto alla nascita. Miranda vive a Sanremo, insieme a suo marito Riccardo, e in occasione del concorso enologico tenuto nella sua proprietà, la donna aveva incrociato lo sguardo di un uomo alto e biondo. Miranda l’ha riconosciuto subito: è Nikolaj, suo figlio. Quando, Miranda aveva partorito era minorenne, non era sposata e aveva dato alla luce un bellissimo bambino di nome Nikolaj. Purtroppo, dopo qualche ora dal parto, le condizioni di salute di Miranda si erano aggravate, tanto da entrare in coma e al suo risveglio, le avevano comunicato che suo figlio Nikolaj, era morto. Da allora, Miranda ha cercato di superare il dolore della morte del figlio, rifugiandosi nella sua tenuta e nella vigna. 
Ma adesso, Miranda vuole conoscere la verità, sente che suo figlio Nikolaj è vivo. Per questo motivo, Miranda si era recata in comune a Nizza, per avere informazioni su suo figlio. 

Miranda si lasciò abbracciare. Era quello il rimedio per un cuore spezzato: l’amore e gli abbracci. E lei, per fortuna, li aveva entrambi. Così, mise da parte la disperazione che continuava a stringerle la gola, la relegò nel luogo in cui l’aveva confinata anni prima, nel momento in cui aveva deciso di vivere. Continuava a sentirla, naturalmente. Era là, ai limiti della coscienza. Ma ora al dolore profondo e antico della perdita si era unita un’ombra, vischiosa, oscura e gelida; erano l’incertezza, il sospetto e il dubbio che qualcuno le avesse portato via suo figlio. 
Ma perchè? Chi avrebbe potuto farle una cosa tanto crudele? 
Non riusciva a concepire una tale mostruosità. Forse le cose erano andate diversamente. Forse c’era una spiegazione. 
E poi comprese che non le importava. 
Voleva solo ritrovare suo figlio.

E’ così, che Miranda conosce Adeline, che l’aiuterà a trovare suo figlio, lasciandosi trasportare dalla storia del suo passato. Adeline, sa che non dovrebbe assecondare le richieste di Miranda, perchè il passato è passato e va lasciato dov’è. E questo Adeline lo sa bene…
Adeline è cresciuta in una casa famiglia, non ha mai conosciuto i suoi genitori che l’hanno abbandonata appena nata. Non è stato facile per Adeline, ma adesso è una donna realizzata e non deve voltarsi indietro, come continua a ripeterle il suo amico e assistente sociale Damien Martinelle. 

<<Se anche la questione di questo presunto figlio fosse vera, e ho qualche dubbio, cosa avrebbe a che vedere con te?>> 
Adeline battè le palpebre. Perché le faceva quella domanda? Damien conosceva il suo passato, sapeva che era stata abbandonata dalla nascita. Sapeva anche che trovare la sua famiglia d’origine era stato il suo unico obiettivo per molto tempo finché… […]
Per un istante pensò di opporsi, di dare voce all’emozione sorda che la spingeva a ribellarsi a quelle parole. Poi chinò il capo, le dita che si intrecciavano nervosamente. Spinse con la punta della scarpa una pallina, si chinò e la prese in mano stringendola forte. 
Damien aveva ragione. Era tutto vero quello che le aveva detto. 
Il passato non aveva importanza. 
Glielo aveva promesso. Lo aveva giurato quando si era lasciata Parigi alle spalle e aveva iniziato una nuova vita, là a Nizza.

Damien è “l’unica famiglia” di Adeline, per lei è una guida, un faro e un padre. Ma questa volta, Adeline non riesce ad ascoltare le parole di Damien, e decide di aiutare Miranda. In lei, nota la sua stessa emozione, disperazione, lo stesso dolore che prova da quando è nata. 

Eppure, mentre Damien le stava dicendo esattamente quello che lei voleva sentire, qualcosa infondo alla sua anima si era ribellato. Le aveva scalpitato dentro raggiungendo la superficie della volontà: speranza… brillante, profonda e potente. Suo malgrado si era sentita come in passato, mentre, nel buio della notte, circondata dai respiri degli altri bambini, immaginava che presto la sua mamma sarebbe corsa da lei e, dopo averla abbracciata, l’avrebbe riportata a casa. Al luogo a cui apparteneva, dove la sua famiglia l’aspettava. 
Ci aveva creduto così tanto che, non appena ne era stata capace, l’aveva cercata lei stessa, la sua famiglia. Per molto tempo quello era stato il suo unico obiettivo… ecco perchè si era sentita così vicino a Miranda. In lei aveva visto sé stessa. Il medesimo tormento, lo stesso dubbio feroce.

Adeline, da sempre affascinata alla genealogia, inizia a frugare tra vecchi documenti e carte dimenticate alla ricerca di un’indizio, di qualcosa che porti a Nikolaj. Ad aiutarla, sarà proprio il suo ex ragazzo, nonché il suo nuovo capo di nome Juan. 
Sarà l’occasione per Adeline, di analizzare sé stessa, di smettere di vergognarsi del suo passato e di iniziare ad aprirsi… 
Riuscirà Adeline ad accettare il suo passato? 
Riuscirà a raccontare a Juan, che i suoi genitori l’avevano abbandonata?
Riuscirà a trovare Nikolaj? 
Ma Adeline, non sa che ogni famiglia nasconde dei segreti, dei segreti che possono mettere tutto in discussione. 

Quanto potevano essere banali le parole, quanto era immenso e sconfinato ciò che nascondevano. Avrebbe voluto dirgli che le era mancato ogni giorno, che dopo di lui non c’era stato nessun altro con cui avesse voluto trascorrere più di una sera. Voleva dirgli che le dispiaceva per come era andata tra di loro e che con lui era stata felice. Invece si affrettò a prendere le sue cose. Allora sentì un lieve spostamento d’aria seguito dal tonfo della porta che si chiudeva. 
La tentazione di tornare indietro e continuare a parlare con Juan era forte, troppo. Lui ci aveva visto giusto, era stata a un soffio da abbracciarlo. 

Adeline si voltò, il cuore in subbuglio. Lui la guardava come se le leggesse dentro, come se riuscisse a vedere le parti che lei cercava disperatamente di nascondere, di riportare all’ordine, di ridurre al silenzio.

La scrittrice Cristina Caboni, dopo l’incredibile successo del libro “Il sentiero dei profumi”, un bestseller venduto in tutto il mondo, adorato dai lettori e dalla stampa, che ha conquistato la vetta delle classifiche italiane e straniere, torna in libreria con “La ragazza senza radici”. 
“La ragazza senza radici” racconta una storia emozionante, intensa, molto commuovente, incentrata sul passato e sulle proprie radici, che definiscono e determinano ciò che siamo. Questo, vale anche per la protagonista Adeline, che si sente diversa e smarrita, perchè non conosce le sue radici. 
La scrittrice Cristina Caboni con “La ragazza senza radici”, torna ad emozionare i suoi lettori, con una nuova storia emozionante e profonda. 
I temi trattati sono le relazioni, l’amore, il passato, la casa famiglia, la morte, il vino e la vigna, l’amicizia, la famiglia, il senso di abbandono, la Seconda guerra mondiale, il nazionalismo e le radici, che determinano chi siamo. 

Adeline si irrigidì. Aveva fatto delle ricerche, sapeva che dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti italiani erano stati cacciati dall’Istria e i loro averi confiscati e nazionalizzati. Sapeva anche che i genitori di Miranda erano scomparsi. […]
<<C’era chi credeva davvero nel nazionalismo, nella proprietà collettiva, e poi c’era chi desiderava unicamente vendicarsi e non solo dei torti subiti: era gente violenta, per incorrere nella loro rabbia bastava portare un nome diverso. Appartenere a un’etnia differente[…]
Le persone tendono a riunirsi in gruppi omogenei, si sentono al sicuro all’interno di quei confini, e così facendo escludono gli altri. E’ facile, in seguito, incolparli delle proprie miserie. Comodo, no? […]
Quella gente… non li dimenticherò mai. 
Arrivarono con dei carri e trasportarono all’interno della mia casa dei miei genitori, i loro mobili. C’erano donne che si contendevano gli abiti di mia madre, si pavoneggiavano con i suoi gioielli. […]
Ero furiosa, io… non so cosa mi prese, ma iniziai a urlare, a strappare loro ciò che avevano rubato.

La narrazione è in terza persona, in cui quasi ogni capitolo viene raccontato dalla protagonista Adeline, ma sono presenti anche dei capitoli narrati da Miranda. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, appassionante, profondo, emozionante e commuovente, che evidenziano le relazioni (da quelle familiari, a quelle amorose e d’ amicizia), ma anche le radici profonde di ognuno di noi. 
Ho apprezzato molto, l’idea della scrittrice di inserire all’inizio di ogni capitolo, delle frasi inerenti alla storia e ad alcune curiosità sul vino. 

Tutto possiede un’anima, ne è convinta. Nel caso del vino si tratta di una serie di elementi che si combinano nel terroir, un insieme di fattori ambientali e umani che interagiscono determinando la sua unicità. Chi pensa che il vino sia una semplice bevanda ottenuta dalla fermentazione del succo d’uva si inganna. E’ ben altro: identità, tradizione, natura, abilità. Ma soprattutto mistero. 
Perchè tocca l’anima e la conduce in luoghi inesplorati, dove tutto è possibile. 

Grazie a Miranda, il lettore esplorerà anche il mondo affascinante del vino, della coltivazione della vite, che fanno da sfondo alla storia, una storia che racconta di tutti noi, perchè tutti siamo un intreccio di relazioni, legami familiari e affettivi. 
I personaggi sono strutturati bene, molto profondi ed emozionanti, come la storia raccontata dalla protagonista Adeline, in grado di entrare nel cuore del lettore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano un romanzo profondo, emozionante ed intenso, incentrato sulle radici e sulla famiglia. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che vogliono perdersi nella coltivazione della vite, vi sembrerà di sentire il profumo del vino “speciale” che Miranda ha regalato ad Adeline, un vino pregiato che riposa sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde. 
Lasciatevi travolgere dalla scrittura delicata di Cristina Caboni… non ve ne pentirete!!
Buona lettura 📚📚!!

“Nelle tue mani, nella sua pelle” di Marco Bocci

Titolo: Nelle tue mani, nella sua pelle 
Autore: Marco Bocci
Casa Editrice: Salani Editore 
Collana: Le Stanze 
Edizione: 2 
Data uscita: 28 Gennaio 2025 
Pagine: 256 
Genere: Thriller 

Mi hanno sempre detto che mi lasciavo suggestionare dalla fantasia, che non vedevo la realtà per quella che era. E di solito erano gli uomini a dirlo, per impormi il loro punto di vista. Ma anche le donne mi puntavano spesso il dito contro, lo so, ne sono certa, l’ho sempre saputo. Non rientravo negli schemi, questa la mia colpa.
Divoravo la vita senza mezze misure.
Le mie reazioni erano eccessive e negli anni mi sono sentita dire di tutto, “sei psicopatica”, “sei bipolare”, “sei dipendente affettiva”, “hai manie di persecuzione”.
Abbiamo tutti bisogno di attenzioni, tutti vogliamo sentirci accolti, apprezzati, desiderati oltre ogni limite, anche se pochi lo ammetterebbero; con me però l’asticella si alzava rispetto alla norma, e chi veniva amato da me veniva travolto dall’amore, sommerso di premure e di passione. 
Dopo di me c’era il nulla, chi provava il mio amore non trovava altro amore al di fuori del mio.

La protagonista del libro si chiama Laura, una donna di quarant’anni, che ha alle spalle un passato turbolento e la narrazione si concentra sulla sua “doppia” vita. 
Laura dopo essere stata in terapia con Anna, è riuscita a riemergere e a chiudere la relazione tossica e morbosa con Manolo. La loro relazione si basava dalla gelosia alla droga, di ogni tipo, e tanto, tantissimo sesso provocatorio, per colmare ogni problema e fragilità. 

Manolo riusciva a darmi tutto: quello che chiedevo, quello di cui avevo bisogno senza chiedere, quello che voleva la mia anima e quello che chiedeva il mio corpo.

Ma un giorno di sette anni fa, Laura e Manolo avevano deciso di andare al cinema per guardare il film “Natural Born Killers”, ma quella sera accadde una tragedia che modificò completamente la loro vita. 
Dopo aver fatto sesso nel bagno del cinema, uno sconosciuto era entrato “accidentalmente” nella stanza, e avendo osservato un secondo di troppo “la sua” Laura, Manolo che provava da sempre una gelosia ossessiva, lo aveva ammazzato brutalmente.
Laura è riuscita a “chiudere” con il passato e ad essere felice, insieme a Francesco e al loro bellissimo figlio di nome Manuel. Francesco è un uomo di quarantacinque anni, originario di Cortona, che desidera diventare uno scrittore, anche se per ora dedica tutto il suo tempo a correggere e leggere i libri degli altri. 
Laura non ha mai riferito a Francesco il suo passato turbolento, pieno di inquietudine, vergogna, tossicodipendenza ed eccessi; ma soprattutto, non ha raccontato la storia con Manolo, il suo ex ragazzo che dopo aver ucciso uno sconosciuto era stato arrestato.
Francesco è l’uomo ideale per Laura, è molto attento, romantico, affidabile e la fa sentire protetta e al sicuro. 

Mi piaceva osservare la gente, avevo scoperto, fantasticare sulla vita e le abitudini dei passeggeri. Una licenza che però mi concedevo solamente il venerdì, quando quella solita mezza dozzina di libri che mi portavo sempre appresso veniva sostituita da sette rose rosse: una per ogni anno che avevano passato insieme. 
Una rosa ogni venerdì del primo anno, due rose ogni venerdì del secondo, e così via fino a sette. Sette anni, sette rose. 
Le aspettava ogni volta come una bambina, non la vedeva mai come una routine, non sapeva abituarcisi, sorrideva commossa e imbarazzata come se ogni volta fosse stata la prima. 
Non si aspettava mai nulla Laura, tutto quello che le arrivava dalla vita e dalla nostra storia riusciva a viverlo con un’ingenuità e una gratitudine quasi commuoventi. […]
Si lasciava sorprendere come una bambina che vede la neve per la prima volta. Senza vizi di forma, senza pregiudizi.

Ma una mattina, Laura trova l’I-pad di Francesco e per puro caso, legge qualche pagina della bozza del suo romanzo, la cui protagonista sembra descrivere proprio lei, la Laura burrascosa del passato, quella di cui in teoria, il suo compagno non dovrebbe sapere niente. 
Come è possibile?
Possibile che l’abbia spiata?
Che abbia violato i suoi segreti?
O questa è soltanto una di quelle fantasie di cui tutti l’hanno sempre accusata?
“Sei egocentica, sei paranoica, hai manie di persecuzione…” ; ma questa volta Laura è sicura di non essere lei il problema. 
E mentre se lo chiede, in un venerdì in cui ogni singolo evento sembra prendere una piega inattesa e straniante, il destino ha in serbo per lei un’altra sorpresa: Manolo è uscito dal carcere, ed è di nuovo libero. 

<<Manolo, Laura. Manolo è uscito.>> 
Non parlai più. Avevo passato anni a chiudere quegli scatoloni ed erano bastate due parole a paralizzarmi. Il cuore cominciò a battere così forte che lo sentivo nelle orecchie, il mio corpo implodeva. […]
Cominciai a vederlo davanti ai miei occhi, anzi a immaginarlo, libero, finalmente libero e solo, bello come un tempo e folle più di prima, e sentii una strana sensazione di gelosia esplodermi nelle viscere. 
Mi ritrovai catapultata dentro la nostra storia come se non fosse mai finita, come se fosse ancora presente, e cominciai a urlare.

Manolo dopo sette anni di carcere, è pronto a riprendersi la “sua” Laura e organizza un piano per riconquistarla. Ma Manolo non sa che la “vecchia” Laura non esiste più, al suo posto c’è una donna più forte, che è riuscita a disintossicarsi da lui e da tutte le dipendenze. 
Riuscirà Laura a scoprire come ha fatto Francesco, a conoscere la storia nei minimi dettagli? 
Che cosa accadrà? 

Quando lo incontrai per la prima volta c’era una voce lontana, dentro di me, che mi metteva in guardia perchè le mie barriere si stavano abbattendo e i miei punti certi stavano crollando. Quella voce non sapevo da dove venisse, ma era una voce sincera, affidabile, una voce che mi intimava: ferma, piano, aspetta, torna a casa e prendi fiato.
Una voce che sapevo di dover ascoltare, ma il mio corpo non era più governabile.

Marco Bocci, l’attore di teatro, cinema e televisione, nel 2019 ha esordito come regista e sceneggiatore del film “A Tor Bella Monaca non piove mai”, tratto dal suo primo romanzo, a cui è seguito nel 2022 “La caccia”. 
Marco Bocci con “Nelle tue mani, nella sua pelle”, scala le classifiche e conquista qualsiasi lettore. 
“Nelle tue mani, nella sua pelle” è un vero e proprio viaggio nella psiche dei tre personaggi, Laura, Manolo e Francesco, che si raccontano in prima persona, capitolo dopo capitolo. 
Il lettore resterà intrappolato nella narrazione, ricca di mistero, suspence, inquietudine che aumenta pagina dopo pagina, fino ad arrivare all’apice. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante, a tratti angosciante, ricco di monologhi introspettivi che permettono al lettore di affezionarsi ai tre personaggi. 
I temi trattati sono l’animo umano in ogni sfaccettatura, la sindrome dell’abbandono, la droga, le relazioni tossiche, la psicologia e la chimica delle relazioni e i modi in cui le persone si seducono, si usano e manipolano la realtà. 

Abbandonata. Mi sentivo abbandonata, la stessa sensazione che avevo provata ogni giorno della mia vita. 
Sindrome dell’abbandono la chiamavano. […]
Una sindrome che aveva caratterizzato la mia esistenza e ogni mia scelta fin da bambina, per poi enfatizzarsi nella crescita. Mi faceva sentire vulnerabile e persa se una persona accanto a me veniva a mancare o desiderava non frequentarmi più. 
Un’ansia perenne, mi aveva spiegato la psicologa, che stava alla base di un rapporto e che non mi permetteva di creare rapporti di fiducia col prossimo. 

I personaggi sono strutturati bene grazie alle ampie descrizioni psicologiche, che permettono al lettore di “entrare” nella loro mente. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano esplorare ogni lato dell’animo umano, ma anche a chi desidera leggere un thriller incentrato sulla chimica della seduzione e delle relazioni. 
Ritengo che questo libro stato scritto bene, tramite uno sguardo critico e diretto, riesce ad esplorare l’animo umano nella sua complessità. 
Buona lettura 📚📚!!

“Elettra” di Gian Carlo Fanori

Titolo: Elettra 
Autore: Gian Carlo Fanori
Casa Editrice: Giovane Holden Edizioni 
Collana: Battitore Libero 
Data uscita: 10 Aprile 2021 
Pagine: 200 
Genere: Romanzo contemporaneo

Ma non mi pesava; stavo facendo il lavoro dei miei sogni, con l’ulteriore soddisfazione di averlo ottenuto con le mie sole forze. Ed ero felice di farlo. 
Non potrebbe essere diversamente, mi dissi, pensando alla strada che avevo percorso per arrivare sino a lì. Una strada lunga e tutta in salita. A partire dal fatto che provenivo da una famiglia modesta, nonché da un minuscolo, anche se per me incantevole borgo ligure: San Rocco delle Fonti, un paesello popolato da meno di cinque mila anime situato nel comprensorio di Altea, la cui unica ricchezza era il mare. A San Rocco (che doveva il suo nome a un miracolo attribuito al Santo, il quale nel corso di un anno di feroce siccità pareva aver fatto sgorgare dal terreno decide di fonti di acqua purissima) le possibilità per un giovane di costruirsi un futuro erano pressoché inesistenti; specie per una visionaria come me, che da quando ero bambina desideravo diventare giornalista. 

La protagonista del libro si chiama Elettra Bonaccorsi, una ragazza molto bella e intelligente. Elettra è nata in un bellissimo borgo ligure, San Rocco delle Fonti, situato nel comprensorio di Altea. 
Sin da bambina, Elettra, aveva le idee chiare: sognava di diventare una giornalista. Infatti, ora che è una giovane donna, Elettra è determinata a diventare una giornalista e grazie alla sua ostinazione, determinazione e passione, viene assunta in una redazione locale ed inizia a scrivere per “Il giornale di Altea”. 
Ma ben presto, Elettra capisce che per essere una giornalista, non basta saper scrivere bene gli articoli o avere passione e serietà, perchè agli editori contano le conoscenze personali. Ed è così, che il posto di Elettra viene dato a una ragazza con meno capacità, ma che aveva delle conoscenze importanti, che avrebbero aiutato le sorti del giornale. 

Il posto disponibile mi fu sottratto da un’altra persona, che a detta dello stesso Magenes forniva al giornale un contributo di qualità inferiore al mio, ma che a differenza mia vantava relazioni influenti. 
“Dovrei tenerlo per me”, mi disse il capo quando mi chiamò per comunicarmi la decisione presa ai vertici del giornale, “e non sognarti di spifferare ciò che sto per dirti, negherei di averlo fatto: per il talento e la passione che hai, se potessi scegliere io chi assumere non avrei dubbi, Elettra, sceglierei te. Purtroppo, non sono nella condizione di farlo. Per tagliar corto: devo dare la precedenza a Fiorano.”

Elettra è triste per aver perso il lavoro ma continua a credere nel suo sogno, ed inizia a inviare il suo curriculum a tutte le redazioni.
Ogni volta che Elettra inviava il suo curriculum, continuava a ripetere a sé stessa: ” Non mollare mai, credi in te stessa. Tutte le strade che portano dove il cuore desidera sono lunghe.” 
E dopo aver inviato l’ennesimo curriculum, ed essersi presentata a molti colloqui, Elettra viene contattata da una redazione di Milano, che si occupa di moda dal nome “Stile & Società” per sostenere un colloquio conoscitivo e appurare le sue competenze. 
Elettra per seguire il suo sogno e la sua passione, dopo essere stata assunta da “Stile & Società”, decide di trasferirsi nella città di Milano. Non è facile per lei abbandonare gli affetti, come la dolce madre che ha dovuto crescerla da sola, a causa della morte prematura del padre. Ma Elettra vuole inseguire i suoi sogni e decide di trasferirsi a Milano per fare la giornalista. 
Elettra vuole dimostrare a tutti la sua bravura, si reca a lavoro con vestiti modesti, fin quando il suo direttore Luciano Schiavo, un uomo ambiguo, non inizia a “pretendere” dei vestiti più femminili. 
E’ così che Elettra si ritrova a cambiare il proprio look per inseguire il suo sogno…

Sto solo dicendo che si tratta di un’occasione promozionale molto importante. E se per una volta rinunciassi al tuo abituale abbigliamento casual…” disse, facendomi vergognare all’istante dei jeans e delle scarpe da tennis che portavo, abbinati a un golf di media qualità.
Sgranai gli occhi, “Cosa vuol dire, dottor Schiavo: che giudica il mio modo di vestire inadeguato?”
“No, no. In generale non lo è. In questo caso, tuttavia credo che dovresti…”
“Tanto per essere concreti: come si aspetta che mi vesta, domani?”
“Questo non lo so, dovrai deciderlo tu. Dico solo che una mise più… Non vorrei dire sexy; quantomeno più femminile, ti valorizzerebbe parecchio. Sei una bella donna, e non capisco la ragione per cui ti ostini a portare abiti così modesti. Allo stesso tempo gioverebbe all’immagine del giornale. Stile & Società si occupa di bellezza, di moda; per noi la forma è fondamentale, no? E tutti si aspettano che lo dimostriamo anche nel modo di presentarci. 

Ma un giorno, il suo capo inizia a molestarla ed Elettra si sente sporca, si vergogna e non sa che cosa fare. Denunciarlo o tentare di dimenticare e ricominciare ancora una volta?

Io e Schiavo eravamo affiancati all’estremità di quello spazio esiguo. Alle nostre spalle distributori di bevande calde e fredde ronzavano a basso regime. Mentre stava parlando con uno dei cameraman, Schiavo prese ad accarezzarmi la schiena e la vita.
Poi più in giù.
Ebbi un sussulto come fossi stata colpita da una scarica elettrica.
Che sta facendo? Pensai arrossendo. […]
Mi sentivo paralizzata. Non sapevo che fare, se reagire o meno. Temevo che si accorgessero del suo comportamento, e mi vergognai. Meglio: avrei voluto sprofondare. 

Dopo la delusione sentimentale con Alessandro, Elettra non sa cosa fare e ha paura di non avere la forza necessaria per ricominciare. 
Ma Elettra è una donna forte, coraggiosa e determinata, che crede in sé stessa e nelle sue capacità, ed è per lei arrivato il momento di dimostrare a tutti il suo talento, imparando a dire “NO” al suo capo, anche a costo di perdere il lavoro.
Che cosa accadrà? 

Che fosse quella la spiegazione di tanti atteggiamenti della mia simpatica collega? La ragione per cui portava gonne più corte dei suoi tacchi? Che era stata confermata prima che il suo tirocinio naturale? 
Non ci avevo pensato

Sulle pagine di Equilibrio e Benessere avevo letto che non è la ricchezza materiale a generare la felicità, una volta soddisfatti i bisogni di base. 
Per catturare la felicità serve uno scopo a cui dedicarsi, la voglia di realizzare i propri sogni. 

Lo scrittore Gian Carlo Fanori con “Elettra”, racconta la storia di una giovane donna che vuole emanciparsi, analizzandola anche dal punto di vista psicologico per far comprendere al lettore le sue fragilità ed emozioni. Lo scrittore con questo libro, evidenzia le difficoltà che ha una donna di fare carriera, specie nel mondo giornalistico, dove oggi sono più importanti gli espedienti e gli indumenti a discapito dell’intelligenza e della padronanza linguistica. 
Gian Carlo Fanori con “Elettra”, vuole dimostrare a tutte le donna che c’è sempre un modo per ricominciare, che bisogna imparare a dire “NO”, anche a costo di perdere il posto di lavoro. 
Lo stile di scrittura  scorrevole, piacevole, profondo, riflessivo e psicologico, grazie alle ampie descrizioni inserite dallo scrittore, che permettono al lettore di entrare in empatia con Elettra. 
I temi trattati sono i sogni, l’emancipazione, le ambizioni personali, il giornalismo, l’amore, il tradimento, le molestie sessuali sul luogo di lavoro, l’insegnamento, la società, ma anche le difficoltà di ogni donna di farsi strada, di essere assunta in una redazione, dopo aver dovuto rispondere all’ennesima domanda: “Sei fidanzata?” “Hai figli?” 
Per ogni donna non è facile inserirsi nel mondo del lavoro, specialmente in alcuni settori, come il giornalismo, in cui oggi è sempre più evidente l’aspetto fisico di ogni giornalista a discapito della serietà, della bravura e delle doti linguistiche. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta dello scrittore di analizzarli dal punto di vista psicologico. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro, che evidenzia le difficoltà delle donne di inserirsi nel mondo del lavoro. 
Consiglio questo libro anche a tutte quelle donne che hanno paura di ricominciare, perchè grazie a Gian Carlo Fanori e alla sua analisi realistica di Elettra, non avrete più paura e vi sentirete forti, proprio come la protagonista. 
Ringrazio lo scrittore Gian Carlo Fanori per avermi inviato la copia cartacea del libro, che mi ha toccato particolarmente perchè affronta una tematica a me vicina, ovvero la difficoltà di una donna di diventare una giornalista al giorno d’oggi, rimanendo reale e integra con sé stessa, senza dover dire “Si'”, o senza doversi svestire per ottenere un posto di lavoro. 
Buona lettura 📚📚!!

“Un nuovo giorno arriva quando trovi il coraggio di rifiorire” di Raphaëlle Giordano

Titolo: Un nuovo giorno arriva quando trovi il coraggio di rifiorire 
Autore: Raphaëlle Giordano 
Traduttore: Sara Arena 
Casa Editrice: Garzanti 
Collana: Narratori moderni 
Data uscita: 28 Gennaio 2025 
Pagine: 240 
Genere: Romanzo contemporaneo

<<Va tutto bene, Henriette.>> 
Quella frase la commuove: si prende la briga di rassicurarla, nonostante non sia tranquillo nemmeno lui. Ma se non fossero accomunati dalla paura, quelle quattro parole non avrebbero lo stesso sapore. Così assumono maggior peso. […]
La mano di Henriette trema in quella di Auguste. Nasconde il volto nel suo collo. Sono così vicini che percepisce il respiro affannoso di lui contro la tempia. E poi, stranamente, in quel momento di terrore d’un tratto si sente calma. Quella sensazione sembra durare un’eternità.
Alla fine la luce verde si riaccende. Hanno superato la zona di turbolenza. Si guardano. Sanno. Sono consapevoli di essere sfuggiti al peggio, ma anche del fatto che in futuro li attende qualcosa di più bello e di altrettanto terrificante. 
I sentimenti che stanno sbocciando dentro di loro. 

La protagonista del libro è Henriette Petrin, una ragazza diversa dalle altre, intrappolata dalla paura e dal terrore di non soddisfare i canoni della società. Henriette è una ragazza molto sensibile, porta sempre i capelli davanti ai suoi bellissimi occhi blu perchè non si sente bella e vorrebbe soltanto sparire. 
Henriette fa l’arredatrice d’interni ha deciso, di lavorare autonomamente perchè il clima rigido e ostile di un ufficio, oltre che frequentare altre persone per dodici ore al giorno, la farebbe crollare emotivamente e psicologicamente. Henriette, ha paura di entrare in contatto con le persone a causa della sua ipersensibilità, che la porta a sentire i sentimenti altrui.
Ma un giorno, una sua cliente di nome Claire De Montlhéry, le propone di collaborare con una prestigiosa azienda per creare un bellissimo giardino esotico. Henriette non può deludere Claire, ed accetta il nuovo lavoro. E’ così, che Henriette si ritrova a lavorare con Auguste, un uomo affascinante di trentatré anni.

<<Henriette? Lei è l’architetto d’interni?>>
La donna annuisce. Auguste è sbigottito. Si aspettava che avrebbe avuto a che fare con una sessantenne sicura di sé, magari un po’ presuntuosa, e invece si trova davanti una ragazzina dall’aspetto spaurito vestita in modo sciatto, che sembra un uccellino appena caduto dal nido…

Auguste è un ambizioso architetto paesaggista, che dedica tutta la sua vita alla carriera a discapito della sua vita personale, intima. Auguste agli occhi degli altri, sembra un ragazzo sicuro di sé, che non ha paura di niente… Ma non è così, Auguste indossa tutti i giorni una maschera per nascondere a tutti, soprattutto al suo capo Gerard, le sue paure e le sue fragilità.
Da bambino, Auguste, aveva imparato dal padre, che in ogni circostanza bisogna avere un comportamento esemplare, senza esternare le proprie emozioni e fragilità. E’ così che Auguste ha paura ad innamorarsi, ha paura a lasciarsi travolgere dai sentimenti.

Auguste ha sacrificato molto per la carriera. A trentatré anni non è sposato, non ha ancora avuto figli. […]
Finalmente si sentiva felice, a proprio agio. Finché un’esperienza sentimentale negativa non ha intaccato di nuovo la sua fragile autostima… Una storia della quale ancora subisce gli effetti nella sua vita da adulto. Auguste ha qualcosa da dimostrare al mondo e a sé stesso. Ha voglia di combattere e di far vedere di cosa è capace. In primo luogo, al suo capo, che rispetta e di cui desidera l’approvazione. Quella promozione, la vuole.
A tutti i costi.

E adesso, Auguste deve lavorare al progetto con Henriette, una sconosciuta di cui teme il confronto. La loro collaborazione partirà con il piede sbagliato, ma entrambi sanno che questo lavoro è fondamentale per la loro carriera.
Henriette e Auguste si ritrovano ad unire le forze, ed iniziano a pensare come creare il giardino più bello di tutta la Francia.
La vita, però, ha uno strano modo di funzionare. Henriette ed Auguste sono costretti a vedersi tutti i giorni per lavorare al progetto dei Montlhéry; ed è proprio così che i due, piano piano, imparano a conoscersi. 
Henriette imparerà a conoscere in profondità Auguste, un uomo che cerca di nascondere le proprie paure per soddisfare gli altri, rinnegando i propri sentimenti per evitare di soffrire. E Auguste, osservando Henriette, nota molte somiglianze e, sarà proprio grazie a lei se Auguste inizierà ad ascoltare il suo cuore senza paura. 
Henriette imparerà che nella vita, bisogna avere il coraggio di affrontare le proprie paure. Solo affrontando le nostre paure, si potrà rinascere e rifiorire.
E solo allora, forse è arrivato il momento per Henriette di togliersi i capelli dagli occhi e guardare il mondo senza paura.

Chi ti dice che io voglia una donna normale? 
E cosa significa normale, poi? 
Voglio renderti felice, non costringerti ad adattarti a una situazione che non ti va a genio. 

Quel giorno, per la paura di rimanere bloccata in una situazione insopportabile senza una via di fuga, un senso di profonda vulnerabilità si era radicato in lei. Da allora non è più stata serena. La preoccupa il pensiero di non riuscire a far fronte a ciò che potrebbe accadere. Vive costantemente con i nervi a fior di pelle. 
Alcuni nascono con un’armatura. Gli eventi spiacevoli sembrano non toccarli. Le conseguenze -gli scivolano addosso senza penetrare nel loro sistema. Henriette invece, ha coniato il termine <<paurosità>> perchè ha l’impressione che le paure filtrino con facilità dai pori della sua pelle e finiscano per andare vorticosamente in circolo, come canoe impazzite in un torrente, fino a invadere cuore e cervello. 

La scrittrice, artista, pittrice e coach di creatività Raphaëlle Giordano, torna con un nuovo romanzo dove la paura è l’inizio della rinascita, “Un nuovo giorno arriva quando trovi il coraggio di rifiorire”, aiuta il lettore ad affrontare le paure più profonde. 
Raphaëlle Giordano è un’autrice da oltre 7 milioni di copie vendute nel mondo, nei suoi libri, racconta i grandi cambiamenti della vita, le paure e le fragilità di ogni essere umano. 
I temi trattati sono la sindrome dell’impostore, la società, la bellezza, l’ipersensibilità, l’amore, le fragilità, le paure e la felicità. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante e riflessivo, in grado di far riflettere il lettore sui grandi cambiamenti della vira, sull’importanza di non giudicare le debolezze e paure degli altri, ma anche ad accettare e affrontare le nostre paure più nascoste. 

Una fobia inconfessabile come questa non è qualcosa su cui scherzare. Potrebbe capitare a chiunque! Vi fa ridere che un uomo grande e grosso abbia paura di un cane minuscolo, ma cosa sapete della sua storia? Di quello che ha passato per arrivare a sviluppare un terrore così incontrollabile? […]
Io questo signore, lo capisco. La sua debolezza deve avergli causato non poche difficoltà. Vi fa ridere che un tipo così alto e robusto si sia spaventato davanti ai chihuahua.
Ma prima di prendervi gioco delle fragilità di qualcun altro, dovreste pensare a come siete messi voi! 
Perchè la verità è che tutti abbiamo paura, anche se di cose diverse…

I personaggi sono strutturati bene, sia dal punto di vista fisico che psicologico, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice che permettono al lettore di entrare in empatia con Henriette e  Auguste, ma anche con gli altri personaggi. Mi sono affezionata e identificata molto in Henriette, perchè è una ragazza molto dolce e sensibile, che teme di rimanere intrappolata in una società priva di emozioni, ma è proprio grazie alla sua sensibilità che riesce ad essere un’ottima arredatrice d’interni. 
Ho apprezzato molto anche un personaggio “secondario”, ovvero la signora Claire che si fida ciecamente in Henriette, nonostante la sua giovane età e anche Claire, insegna al lettore che non bisogna avere paura di raccontare agli altri le nostre paure. Perchè alla fine, tutti noi abbiamo paura di qualcosa…
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che stanno affrontando un periodo difficile, a chi ha il blocco del lettore, ma anche a chi ha paura di essere sbagliato/a; grazie a questo libro, il lettore imparerà ad affrontare la vita e ad essere felice. 
E voi, avete paura ad affrontare le vostre paure? 
Avete mai avuto paura del giudizio altrui? 
Vi è mai capitato di riflettere sul significato della parola “paura”? 

 

<<Sei pronto? Chiudi gli occhi. Ascoltiamo…>>
Si ritrovano accovacciati, con gli occhi chiusi, ad assaporare la musica dell’acqua che, nella concezione del loro progetto, è diventata uno strumento paesaggistico. Henriette ha appoggiato una mano sull’avambraccio di Auguste. Lui solleva un po’ una palpebra per sbirciarla: ha un’espressione rilassata e un sorriso sereno che le aleggia sulle labbra. 

“Tutti hanno dei segreti a Natale” di Benjamin Stevenson

Titolo: Tutti hanno dei segreti a Natale 
Autore: Benjamin Stevenson 
Traduttore: Elena Cantoni 
Casa Editrice: Feltrinelli 
Collana: I narratori 
Data uscita: 29 Ottobre 2024 
Pagine: 224 
Genere; Romanzo giallo 

Quindi cominciamo da lì: i regali. 
Sette, per l’esattezza, accatastati sotto un abete spelacchiato. Squadrati, sferici, a prisma. Uno è impacchettato nella carta di giornale e strozzato con lo spago; un altro è una grossa confezione azzurra e lucida; un altro ancora è avvolto in una quantità tale di nastro adesivo da sembrare una mummia. […]
Sei sospettati. Sette regali.
Scartiamoli. 

Il protagonista del libro è Ernest Cunningham, un fan dei gialli dell’Epoca d’oro che si ritrova a risolvere i casi d’omicidio, utilizzando i trucchi dei più grandi investigatori della letteratura. 
Ernest si ritrova a dover risolvere un caso d’omicidio a ridosso delle festività natalizie, nella bellissima cornice australiana. 
La sua ex moglie Erin Gillford, è stata accusata di aver ucciso il suo compagno Lyle Pearse. Erin Gillford, era stata ritrovata a casa sul luogo del delitto, piena di sangue sul volto e sulle mani. 
Ernest si ritroverà ad indagare sull’associazione di Lyle, ex attore che aveva deciso di fondare la “Pearse Foundation”, per aiutare tutti i/le ragazzi/e affetti da dipendenze, avvicinandoli al mondo teatrale. 
E’ così che Ernest si ritroverà nel backstage dello spettacolo del mago di fama mondiale Rylan Blaze, il cui committente era proprio Lyle Pearse. 
I sospettati di Ernest sono tutti imbroglioni professionisti: oltre al mago, c’è un esperto di trucchi e travestimenti, un’ipnotista, una responsabile finanziaria, una gemella, uno psicologo, un tecnico delle luci e degli effetti speciali. 
Ernest cercherà di risolvere il caso analizzando i pochi indizi a disposizione: un disperato messaggio di aiuto, un omicidio commesso senza mettere piede nella stanza in cui accade e un calendario dell’avvento. 
Riuscirà Ernest a scagionare la sua ex moglie? 
Riuscirà Ernest a vedere oltre le illusioni e risolvere il caso? 

Lo scrittore Benjamin Stevenson dopo il successo di “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” (Feltrinelli, 2022), e “Tutti su questo treno sono sospetti” (Feltrinelli, 2024) pubblica “Tutti hanno dei segreti a Natale”, un giallo diverso dal solito, orchestrato con maestria, inserendo in ogni capitolo un indizio all’interno di una casellina del calendario dell’avvento per coinvolgere il lettore nell’indagine. 
Il lettore si ritroverà a risolvere questo difficile caso d’omicidio insieme al protagonista, analizzando i pochi indizi a disposizione. 
I temi trattati sono le dipendenze, i soldi, le amicizie, l’amore, la morte, il Natale e l’illusionismo.
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, grazie alle abilità dello scrittore di aver creato una trama originale, ambientata durante il periodo natalizio e piena di magia. 
I personaggi sono strutturati bene grazie alle ampie descrizioni, oltre a quel tocco di mistero e magia, inseriti dallo scrittore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano un libro giallo leggero, ambientato durante il periodo natalizio, a chi desidera divertirsi ad investigare insieme al protagonista. 
Buona lettura 📚📚!!

“La strada di Clara” di Diana Rosie

Titolo: La strada di Clara 
Autore: Diana Rosie
Traduttore: Francesca Toticchi 
Casa Editrice: Editrice Nord 
Collana: Narrativa Nord 
Data uscita: 14 Febbraio 2023 
Pagine: 348 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Acquista: https://www.ibs.it/strada-di-clara-libro-diana-rosie/e/9788842934592?lgw_code=1122-B9788842934592&gad_source=1&gclid=Cj0KCQiA2KitBhCIARIsAPPMEhKU5_0nzjHJljiI1nRpQPQ0CXRCbmauz7bwROTptvMbGIUD3wsbnOoaAvLHEALw_wcB

La madre le mise il braccialetto al polso, facendolo girare due volte mentre ripeteva quelle parole misteriose. Quando ebbe finito, guardò la figlia negli occhi. 
<<E’ un cerchio d’amore, attraverso il quale resteremo sempre legati: io, tu, il papà e tuo fratello.>> Si girarono entrambe verso il bambino. <<Ovunque andrete, qualsiasi cosa farete, la vostra mamma e il vostro papà saranno sempre con voi. Anche quando non staremo al vostro fianco.>> La mamma parlava con voce commossa. 
<<E, se io non potrò, dovrai essere tu a prenderti cura di tuo fratello.>>

Il libro è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, e mostra un’Italia distrutta, straziata dalla guerra. I protagonisti del libro sono due fratelli: Clara e Filippo. 
Il loro papà era stato ucciso da alcuni fascisti, e la loro mamma aveva preparato un braccialetto rosso per i suoi figli. Questo braccialetto, rappresenta il legame tra la loro mamma, il papà, Clara e Filippo. Dopo la morte del padre, decidono di trasferirsi dalla campagna, e dopo un lungo e stancante viaggio, arrivano in città. L’appartamento è situato in un palazzo desolato, dove si trova un materasso per terra e molta puzza. Dato che è sera, Clara e Filippo sono molto provati dal viaggio e la loro mamma, li invita a riposarsi, mentre lei doveva incontrare una signora per aggiustare alcuni vestiti. 
La mattina seguente, Clara si sveglia per prima e scopre che la loro mamma non è ancora rientrata a casa. Clara decide di lasciare nel letto il suo fratellino, per andare a cercare la loro mamma. Fuori dal portone del palazzo, Clara è confusa, non conosce nessuna strada e ha due possibilità per ritrovare la sua mamma: andare a destra o a sinistra. 
Incuriosita dalla presenza di una fioraia, decide di andare a destra, dove incontra in un panificio una signora vestita in modo elegante, con un vestito verde che risalta il suo incarnato. 
Questa signora, decide di aiutare Clara a ritrovare la propria madre, ed insieme tornano nell’appartamento… ma non c’è nessuno, nemmeno il suo fratellino Filippo. 
Mentre Clara era scesa per cercare la sua mamma, il suo fratellino Filippo soprannominato da tutti “Pippo” o “passerotto chiacchierone”, perché parlava e poneva domande continuamente, si era svegliato e non trovando Clara e la mamma, aveva deciso di uscire di casa per cercarle. Ma a differenza di Clara, decide di girare a sinistra e si ritrova in una piazza piena di gente. Filippo ha paura, è spaventato e confuso, ma non si arrende e si arrampica su una cassetta di legno per cercare di distinguere le persone dall’alto. Ma vicino alla cassetta di legno, c’era un neonato (Gino) e la sua mamma Dora.
Dora è una donna molto dolce, gentile e sposata con Mario e vedendo questo bambino così spaventato ed indifeso, decide di aiutarlo a ritrovare la propria madre. 
Ed è così che Clara e Filippo si sono separati, seppure senza volere, il destino ha giocato un brutto scherzo, ma sono stati “fortunati” perché hanno incontrato due donne dolci e generose, pronte ad accoglierli in casa loro. 
La signora con il vestito verde è una benestante, sposata con il signor Salvadori in una bella casa e vivono insieme alla loro domestica Filomena. Il personaggio di Filomena conquisterà il cuore di tutti i lettori, con la sua cucina, con il suo carattere e la sua bontà, riuscirà a far sentire la giovane Clara parte integrante di quella famiglia. 
Il signor Salvadori ha un incarico prestigioso nel comune, oltre a essere un fedelissimo del regime fascista e del Duce. Dopo un’iniziale differenza del signore, la signora riesce a convincerlo ad accogliere questa bambina. Clara viene iscritta in una scuola fascista, dove incontra delle coetanee cattive che la insultano quotidianamente. 
Mentre Clara viene educata sul modello del Duce, suo fratello Filippo è stato accolto nella casa di Dora e Mario, delle persone umili, con un grande cuore. Dora e Mario hanno delle idee politiche completamente diverse da quelle del signor Salvadori, sono comunisti e antifascisti. 
Filippo crescerà con queste idee, aiutando Dora e Mario a collaborare segretamente con i partigiani. A Clara non manca niente, ha cibo a sufficienza e vestiti dignitosi, ma continua a pensare alla promessa che aveva fatto a sua mamma. A Clara manca molto il suo fratellino e spera di riuscire a incontrarlo. 
Chissà se Clara e Filippo riusciranno a ritrovarsi?? 
Chissà che cosa imparerà Clara? 
Può un legame di sangue andare oltre alle convinzioni politiche? 

La scrittrice Diana Rosie con “La strada di Clara”, racconta la storia di una famiglia divisa dalla guerra e dal destino. Racconta la storia di un fratello e di una sorella che si separano, che si perdono nel giro di pochi minuti… lei viene adottata da una famiglia fascista, mentre lui viene adottato da una famiglia di partigiani. 
E cosa accadrà?? 
I temi trattati sono l’amore, le amicizie, l’invidia, i favori, la generosità, il fascismo, l’educazione fascista, il primo amore, la guerra e i pregiudizi sugli ebrei, ma anche su tutti coloro che venivano etichettati come “diversi”: 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, serrato, toccante, profondo e coinvolgente, in grado di far emozionare il lettore fino alla fine della storia. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta narrativa della scrittrice di alternare i capitoli per permettere a Clara e Filippo di raccontarsi. All’interno della storia, il lettore incontrerà tanti personaggi molto importanti, la domestica Filomena, ma anche un bibliotecario ebreo di nome Leone che insegnerà la storia alla giovane Clara. 
Il lettore si ritroverà a leggere un libro con una storia originale, profonda e commuovente, una storia di una famiglia separata dalla guerra e dal destino. 
Consiglio questo libro a tutte/ i coloro che vogliono leggere un libro coinvolgente, pieno di sentimenti e toccante, in grado di catturare il cuore di ogni lettore, dall’inizio alla fine della storia!!
Buona lettura 📚📚!!

“Il mercante della neve” di Tamara Fumagalli

Titolo: Il mercante della neve 
Autore: Tamara Fumagalli 
Casa Editrice: LuoghInteriori 
Collana: Interline@
Data uscita: 9 Ottobre 2023
Pagine: 136
Genere: Romanzo contemporaneo 
Acquista: https://www.ibs.it/mercante-della-neve-libro-tamara-fumagalli/e/9788868644628?lgw_code=1122-B9788868644628&gad_source=1&gclid=CjwKCAiAvoqsBhB9EiwA9XTWGXpRq0oAkQmEgQyYDAhgRhTEpEeENEaVFl9pkktyUjgxcjoIDWL9HBoCTpwQAvD_BwE

Tra un mese sarà Natale e ti ritrovi a dover fare i conti in tasca: come ha detto l’artigiano, hai dovuto cominciare a capire che cosa veramente vuoi, o meglio che cosa realmente puoi permetterti mettendo al primo posto i bambini. Ma volere profondamente qualche cosa non afferisce solamente a quello che è il tuo potere d’acquisto dei beni materiali: ti rendi conto di quanto sia complicato capire che cosa davvero desideri, o meglio, lo sai molto bene e quello che ti fa più male è l’essere consapevole di non riuscire ad ottenerlo. 
Realizzi che è così proprio perché hai imparato che volere non esiste, mentre desiderare è ciò che ti viene concesso senza alcun limite, se non quello dell’amara consapevolezza di non poter vedere avverato ogni tuo desiderio, però il sogno e l’illusione che questo possa, in qualche modo, in qualche tempo e in qualche luogo, avverarsi è ciò che ti consente di andare avanti. 

Una famiglia decide di trascorrere le vacanze in montagna, ma una forte nevicata gli impedisce di ritornare nell’appartamento che avevano affittato per qualche giorno. Il candore della neve, che trasmette pace, serenità e calore, permette al lettore di ritornare bambini e di rivivere la propria infanzia. Questa famiglia si rifugia in una baita, che dall’esterno sembrerebbe molto piccola. E’ una baita molto caratteristica, dove vivono una coppia d’anziani di nome Antonio e Margherita. 
Antonio è un artigiano, che realizza dei bellissimi oggetti in legno, mentre sua moglie Margherita, prepara biscotti, dolcetti e la cioccolata calda per intrattenere i piccoli bambini, Ginevra e Leonardo. 
I due bambini si divertiranno ad aprire le caselline di una casa, come quella di Hansel e Gretel, che al suo interno, al posto dei soliti cioccolatini, custodisce dei bellissimi oggetti in legno, realizzati a mano dal signor Antonio. Ogni volta che Ginevra e Leonardo, aprivano una nuova casellina, Antonio gli raccontava la storia di quegli oggetti, da Nicola ai tre re Magi… riuscendo a catturare l’attenzione dei piccoli, ma anche degli adulti. 
Sebastiano è il papà di Ginevra e Leonardo, recentemente era stato licenziato e aveva avuto la fortuna di trovare un nuovo lavoro. Ma Sebastiano è affascinato dalla neve, ma anche dalle sensazioni che riesce a trasmettere. 
Questa famiglia, ha modo di ascoltare vecchie storie da Antonio, ma anche di ascoltare il proprio cuore e i propri sentimenti. 
Perché bisogna sempre avere dei desideri, dei sogni e cercare di lasciarsi andare. 

D’un tratto, ti senti riportata nel passato, quando da piccola aprivi le caselle del calendario dell’avvento, con il cuore traboccante di aspettativa e gli occhi pronti a riempirsi di incanto, ma i numeri non tornano, la casetta ha molte meno finestrelle. 

La scrittrice Tamara Fumagalli dopo “24 doni per Natale” (Albatros 2021), torna a far sognare il lettore con “Il mercante della neve”. Il mercante della neve ha vinto la VIII del Premio Internazionale Salvatore Quasimodo 2023, ma ha ottenuto anche un riconoscimento speciale dalla giuria del Premio Letterario Città di Siena VIII edizione 2023. 
Il lettore si ritroverà a percorrere un vero e proprio viaggio, avvolto dall’atmosfera natalizi, dalla neve e dai dolciumi di Margherita. 
I temi trattati sono il lavoro, il Natale, i sogni, l’amore, il matrimonio, la malattia e la bellezza della neve. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, delicato e il lettore si ritroverà avvolto nella magia del Natale. 
I personaggi sono strutturati bene, che permettono al lettore di sognare e di evolversi insieme a loro. Consiglio questo libro a grandi e piccini, perchè tutti abbiamo bisogno di sognare e di sentirci di nuovo bambini. 
Buona lettura 📚📚!!

“Vite nel buio” di Laura Gariboldi

Titolo: Vite nel buio
Autore: Laura Gariboldi
Editore: Yocanprint prima edizione 4 Maggio 2022- Casa Editrice Peacock seconda edizione
Data uscita: 4 Maggio 2022
Pagine: 198
Genere: Romanzo thriller psicologico
Acquista: https://www.amazon.it/Vite-nel-buio-Laura-Gariboldi-ebook/dp/B09ZK3NHS4

Ogni paziente era assorbito nel suo mondo parallelo ricco d’incubi, fantasie, convinzioni, follie. E poi c’era lei: tutti mi avevano detto che il suo soggiorno era una chiara alternativa alla galera, ma che da quella casa di cura non sarebbe più uscita per i crimini di cui si era macchiata.

Il libro è ambientato alla fine degli anni ’60. La voce narrante appartiene a una ragazza (di cui non viene specificato il nome) di famiglia borghese, molto depressa e annoiata che aveva tentato di suicidarsi. 
In realtà il suicidio era stato solo un pretesto per attirare l’attenzione dei genitori; il padre per motivi di lavoro non c’era quasi mai e la mamma, frequentava i più lussuosi e importanti salotti, dedicando poco tempo alle preoccupazioni della figlia. I genitori per cercare di salvare le apparenze, decidono di ricoverarla in una casa di cura. 
In questa casa di cura avrà modo di pensare alla sua vita, ai suoi genitori e al suo gesto folle. In questo luogo, incontra una donna di nome Francesca, ricoverata nella casa di cura per aver compiuto diversi omicidi. La protagonista trascorre tutto il suo tempo ad osservare Francesca, non ritenendo possibile che degli occhi angelici come i suoi, avessero potuto uccidere qualcuno in modo così cruento.
Francesca diventa per lei, una vera ossessione, ma riesce a farsi raccontare la sua vita. La vita di Francesca nasconde delle ferite molto profonde, difficili da nascondere e da superare. 
Francesca aveva dovuto superare un abuso quando era una ragazzina, sola ed indifesa, aveva dovuto sopportare tutti i soprusi e le ingiustizie delle persone… fino a quando, dentro di lei iniziò a farsi strada la Bestia. La Bestia riusciva a prendere il sopravvento su di lei, facendole compiere crimini spaventosi. 
Ma la protagonista non riesce a credere che Francesca, abbia veramente commesso quei crimini, anche se la stampa e l’opinione pubblica sostengono il contrario. 
Chi è Francesca? 
Che cosa ha dovuto sopportare nella sua vita?
Perché una ragazzina/donna, ancora oggi ha paura a raccontare di essere stata violentata? 

La scrittrice Laura Gariboldi con “Vite nel buio”, racconta una storia profonda, vera con un retrogusto amaro, in grado di far riflettere sulla vita e su tutte le ingiustizie. 
Nel libro sono presenti delle fotografie meravigliose, che rappresentano alcuni murales situati nella stazione metro di Milano, che hanno come oggetto la violenza sulle donne. 
I temi trattati sono il divario generazionale, i problemi con i genitori, la società, la pazzia, le difficoltà della vita, l’amore, i tormenti e gli abusi che lasciano un solco indelebile a cui nemmeno il tempo riesce ad alleviare il dolore enorme che le è stato causato. 
Il lettore entrerà nella vita della protagonista e di Francesca, dimostrando che bisogna indagare per scoprire la verità, perché non è tutto ciò che sembra. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, fluido, scritto in modo diretto e chiaro, arrivando dritto al cuore del lettore. 
I protagonisti sono strutturati bene, che riescono contemporaneamente a farsi amare e odiare. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che amano i libri thriller, dal risvolto psicologico, caratterizzato dall’intreccio d’amore e d’odio. 
Ringrazio la scrittrice Laura Gariboldi per avermi inviato la copia cartacea del suo libro, che mi ha permesso di immedesimarmi nella protagonista, nella sua vita tormentata e nelle emozioni che ha provato. 
Buona lettura 📚!!

I libri in mansarda

Chi sono

Carissimi lettori e lettrici, 

mi chiamo Carraro Deborah, laureata in Scienze della Comunicazione nel Gennaio 2022. 
Da quando sono bambina amo leggere, mi piace sentire il profumo della carta e dell’inchiostro nelle librerie, sono capace di stare ore e ore in una libreria perché vorrei acquistare ogni singolo libro.
Ho voluto creare questo piccolo spazio, una “mansarda” dove troverete tutte le mie opinioni e i miei commenti sui libri che leggerò. 
Vi ringrazio nuovamente per essere giunti qui,
Deborah Carraro