“Ne plus Jamais. Un’anima dipinta” di Samanta Fugazza

Titolo: Ne plus Jamais. Un’anima dipinta 
Autore: Samanta Fugazza 
Casa Editrice: Independently published 
Data uscita: 30 Gennaio 2025 
Pagine: 446 
Genere: Romanzo rosa

Quando le anime gemelle si trovano, non si lasciano mai più. Ne plus jamais, mon amour. 

Se non hai ancora letto “Jamais. Mai senza me. Per sempre insieme a te”, il primo volume, puoi recuperare qui la recensione: https://deborahcarraro97.com/2024/02/10/jamais-mai-senza-me-per-sempre-insieme-a-te-di-samanta-fugazza/

Con “Jamais. Mai senza me. Per sempre insieme a te”, ci siamo emozionati con la bellissima storia d’amore tra Juliette e William, una storia d’amore tragica, proprio come quella di Romeo e Giulietta ma ambientata ai giorni nostri. 
Juliette ha imparato a conoscere l’amore grazie a William, ma a volte il destino è beffardo e crudele, pronto a rovinare ogni cosa. Juliette deve superare la morte di William, causata da un brutto incidente stradale, che ha distrutto il loro amore. 
Cosa accadrà in “Ne plus Jamais. Un’anima dipinta”? Continua a leggere per scoprirlo!!

A tre anni di distanza dall’incidente, Juliette continua a vivere sospesa tra passato e presente, senza riuscire a superare il lutto del ragazzo che amava. L’unica cosa, che assorbe completamente i suoi pensieri è il lavoro. 
Juliette era riuscita a terminare la laurea triennale e poi, aveva frequentato il master in Creative Direction for the Performing Arts. E’ così, che durante uno stage, aveva incontrato Noémi, proprietaria di una delle agenzie artistiche parigine più quotate, nonché suo capo. Noémi ha piena fiducia in Juliette, le affida un incarico molto prestigioso: organizzare la prossima mostra della galleria Grandier. 
Ma non sarà così semplice, perchè prima di organizzare la mostra, Juliette dovrà convincere Monsieur Grandier, che a differenza di sua sorella, non desidera affidare l’incarico a nessuna agenzia. 
Ma Juliette è determinata a dimostrare a Monsieur Grandier, le grandi strategie di marketing dell’agenzia Marie Antoinette per cui lavora. 
Dopo una scortese conversazione telefonica con Monsieur Grandier, Juliette lo incontra personalmente per spiegargli le sue idee. E’ così che Juliette, scopre che Monsieur Grandier è Samael, il ragazzo che tre anni fa aveva incontrato in piscina, il ragazzo che custodisce il cuore del suo William. 

La mia ossessione porta il nome di Samael, la persona che sono quasi sicura custodisca il suo cuore. L’immagine della cicatrice sul suo petto è un tarlo che mi buca la mente, nonostante gli anni trascorsi dallo scontro avuto in piscina con lui. I suoi occhi neri come l’abisso e il tono canzonatorio delle sue parole, “Fai attenzione a come nuoti, piccola sirena”, sono un ricordo fisso nelle mie giornate. E’ fallito il tentativo di approfondire la sua conoscenza, non saprei come rintracciarlo, e questo rende la mia sopravvivenza ancora più amara. 

Juliette vuole conoscere meglio quel ragazzo, inizierà a frequentarlo sempre più spresso, iniziando a provare qualcosa per lui. 
Ma ciò che prova è reale? 
I sentimenti che prova Juliette, sono per William o per Samael?
Juliette è in crisi, si ritrova imprigionata in una lotta molto difficile e complicata tra cuore e mente. 
Chi avrà la meglio? 
Riuscirà Juliette a elaborare il suo lutto e a riprendere in mano la sua vita? 

Il passato è sempre pronto a bussare e a presentarci il conto. Sta a noi decidere quanto e se aprirgli la porta. […]
Sono un uomo che ama l’arte e sa riconoscere le opere preziose e rate. E io ne sto stringendo una tra le braccia, proprio in questo momento…

 

La scrittrice Samanta Fugazza dopo “Jamais. Mai senza me. Per sempre insieme a te”, torna ad emozionare i suoi lettori con il sequel “Ne plus Jamais. Un’anima dipinta”. 
“Ne plus Jamais. Un’anima dipinta”, riporta il lettore a Parigi, la città dell’amore, piena di colori e di bellezze artistiche da mozzare il fiato, dove viva la protagonista Juliette, una ragazza sensibile che dopo la morte del suo ragazzo, vive ancorata nel passato. 
I temi trattati sono la violenza sessuale, il bullismo, le seconde possibilità, l’arte, l’amicizia, il rapporto genitori-figli, il rapporto tra fratelli, la morte, il passato che può condizionare il presente e la vita, che può sorprenderci in modo inaspettato. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante e commuovente, la scrittrice Samanta Fugazza riesce a descrivere alla perfezione i sentimenti e gli stati d’animo di ogni personaggio coinvolto nella storia, al punto da far affezionare il lettore a Juliette, Samael e Carlotta (fidanzata di Matteo e migliore amica di Juliette). 
Avevo già amato, nel volume precedente, la dolcezza e la sensibilità della protagonista, ma in questo secondo volume, ho potuto conoscere una Juliette diversa, una ragazza che sente di aver perso tutto, anche il suo cuore, che vive nel passato e non riesce a sorridere alla vita. 
Juliette ha la fortuna di poter contare sulla sua famiglia, in questo secondo volume, la protagonista è riuscita a riallacciare il rapporto con il padre Adrien, ma soprattutto ha Carlotta, la sua migliore amica e fidanzata di suo fratello Matteo, che cerca di farle capire l’importanza di vivere e di onorare ogni secondo, ogni minuto e ogni ora la vita. 

Mi stacco da lui e mi accorgo degli occhi lucidi della nonna. Fa sempre così ogni volta che vede me e mio padre insieme e, nonostante siano trascorsi almeno un paio d’anni da quando ho permesso al perdono di restituirmi quel rapporto padre e figlia che prima non avevo mai avuto, lei se ne commuove ogni volta. 
Non è stato un percorso facile, lo ammetto, ma ci abbiamo messo entrambi impegno e volontà affinché i sensi di colpa e il rancore lasciassero il posto all’affetto e alla condivisione delle nostre vite. E’ stata invece un’impresa più ardua riallacciare i rapporti con mia madre e su questo ci sto ancora lavorando. […]
La sua scelta di non svelare la verità sulla violenza da lei subita quando io ero ancora una bambina, è una realtà che non sono ancora riuscita a perdonarle, per lo meno non del tutto. 

I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice che permettono al lettore di entrare in empatia con ognuno di loro. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere una storia d’amore, ma anche di lotta e di rinascita. Una storia profonda ed emozionante, che mette in evidenza quanto sia importante vivere senza rimpianti. 
Ringrazio la scrittrice Samanta Fugazza per avermi inviato la copia cartacea del libro, che mi ha permesso di conoscere meglio di Juliette.
Buona lettura 📚📚!!

“La nebbia e il fuoco” di Roberto Cotroneo

Titolo: La nebbia e il fuoco 
Autore: Roberto Cotroneo 
Casa Editrice: Feltrinelli Editore 
Collana: I narratori 
Data uscita: 15 Aprile 2025 
Pagine: 144 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La nebbia e il fuoco sembravano irreali. 
Come se i colpi dei mitragliatori non potessero nuocere a nessuno, incapaci di attraversare la nebbia e anche di prendere qualche direzione. Persino le esplosioni sembrava avessero la sordina. Quel pomeriggio nessuno cadde ucciso. Risalita la nebbia si trovarono soltanto i bossoli. Erano una sessantina. I bambini nei giorni successivi li andavano a cercare e li mettevano dentro scatole di latta. Agitando le scatole diventavano strumenti musicali.
La nebbia spegneva il fuoco e la morte si allontanava come un’ombra.

Avete mai riflettuto sulla parola “insegnamento”? 
Quanti di voi, hanno avuto un insegnante che svolgeva con passione il proprio lavoro?
Sì, perchè insegnare non è solo spiegare un concetto, non è solo interrogare e riempire di compiti i propri alunni; insegnare è un insieme di parole, di concetti, in grado di instaurarsi nella mente di bambini, di adolescenti, che determineranno i propri pensieri e il futuro. 
Insegnare è un atto d’amore, è un fuoco che può bruciare subito, talvolta è necessario più tempo, anche anni, per capire a fondo le parole di un vecchio professore. 
Le parole sono un po’ come delle radici profonde, si insinuano in un angolo della nostra testa e al momento opportuno si ripresentano per farci riflettere e ragionare. 
Questo libro racconta la storia di un vecchio insegnate, diverso dagli altri, che ha fondato il suo insegnamento nella libertà, nella libertà di lasciare che i suoi studenti cercassero autonomamente gli autori, le citazioni che menzionava in classe. 

Se tutti quegli autori che aveva tenuto in disparte era giusto vi rimanessero, o ce li lasciava invece per il nostro futuro. Ce li lasciava perchè quel sistema della libertà era fatto di silenzio, e poi di qualche parola per puntellarlo, certo non per riempirlo. 
Sapeva non romperte l’equilibrio anche quando si metteva a spiegare per due ore.
“Il suono umano più perfetto è la parola; la letteratura, a sua volta, è la forma più perfetta di parola. E il cielo sceglie i più sensibili tra gli uomini e li fa risuonare.”

E’ così che il libro viene raccontato da un narratore, attraverso un flusso di pensieri che pensa al suo vecchio insegnate di inglese del liceo. 
Tutto inizia, quando il narratore dopo quarant’anni ritorna ad Alessandria, il paese in cui è nato, ma che proprio per il suo cielo cupo e grigio, rende le persone e i legami diversi. E’ così che il narratore incontra un suo vecchio amico di nome Giuseppe detto “Gepi”, che con l’indifferenza che contraddistingue Alessandria, si avvicina con la sua bicicletta alla voce narrante per raccontare una vecchia storia dimenticata. 
E’ così che il passato riemerge… In pochi minuti, Gepi racconta che il loro vecchio insegnante Aldo, aveva fatto parte della Resistenza. 

“Era una testa calda”, “Si dice che partecipò a una spedizione dove venne ucciso da un colonnello. Anche se doveva essere solo un’azione dimostrativa. Le cose andarono diversamente. Aldo aveva diciannove anni.” 

Dopo aver pronunciato queste poche parole, Gepi si era allontanato, quasi senza salutare, perchè ad Alessandria le persone non si salutano quasi mai. 
Il narratore si ritrova a riflettere sulle parole di Gepi: come erano arrivati a parlare di Aldo? E perchè Gepi, in pochi minuti aveva recuperato dal suo cervello quella vecchia storia? 
E’ così che il narratore si ritrova a compiere un viaggio nella memoria, storica e personale.

Si trattava di dare voce alla storia. E dare voce lascia sempre un residuo di emozione. Su quel residuo sto scrivendo questo libro. Ma so bene che non si tratta di un residuo. Possibile che io ricordi pochissime immagini dentro la classe? E che le parole che Aldo diceva siano entrate così in profondità nel mio modo di pensare la letteratura e la vita da impedirmi oggi di prenderle, isolarle, spostarle, farne un’immagine raccontabile? 
Mi muovo per frammenti. 

Un viaggio nella città in cui è nato, in cui non sente di essere mai stato felice, una città antieroica, quasi priva di misteri. Questa è Alessandria, con le vaste pianure pianeggianti, il cielo grigio pieno di nebbia, che appesantisce anche gli abitanti. 
E’ così che il narratore racconta Alessandria, la descrive con parole dirette, delineando anche i suoi abitanti. 

Alessandria non era una città per Aldo, c’è troppa pianura. Aldo era vissuto fino a sei anni in un luogo di montagne. Le montagne ti mettono di fronte a un problema da risolvere, varcano il tempo e ti rendono invulnerabile. Per questo la guerra partigiana è una storia di montagne, di una natura impervia che ti difende, ti nasconde. Le pianure al contrario sono spazi slavati, semplificano lo sguardo. Tutta Alessandria era uno spazio slavato, semplificato. 
Aldo invece non aveva niente di semplice, niente di prevedibile. 
Ma una cosa c’era, di Alessandria, che gli assomigliava: la nebbia. Anche la nebbia ti nasconde e ti difende. 

Ma Aldo, il vecchio insegnante d’inglese, aveva fatto veramente parte della Resistenza?
E’ impossibile ricostruire con certezza, dato che ai suoi alunni non gliene aveva mai parlato, non ci sono nemmeno documenti scritti, che riportano il suo nome…
Ma ciò che importa, non è tanto arrivare a quella verità, quanto ripercorrere i luoghi della memoria per arrivare alla memoria dei luoghi.
E’ così che il narratore, racconterà della lotta partigiana, della costruzione del primo GAP (Gruppo d’azione patriottica) del Nord Italia, della piccola impresa del nonno a Cittadella, ma anche della Borsalino, un tempo il centro nevralgico della città per la produzione di cappelli in feltro.
E’ così che il narratore giunge al fuoco della nostra mente, delle nostre passioni e dell’insegnamento…. ma non solo, il narratore racconta un episodio molto importante avvenuto ad Alessandria, in cui il fuoco e la nebbia sono stati i protagonisti della guerra di liberazione dai nazifascisti.

Aldo è il silenzio, l’oblio che è un diritto di tutti. Non quello di essere dimenticati, ma quello di lasciarsi ricordare davvero.
E’ l’ultimo soldato, l’ultimo partigiano sulle montagne, che però sa bene che la guerra è finita. 
Ma non vuole stare in prima fila.

Lo scrittore Roberto Cotroneo, autore di molti romanzi di successo come “Presto con fuoco” (1995, Premio selezione Campiello, Premio Fiesole), “Otranto” (1997), “Questo amore” (2006) e “Loro” (2021), giusto per citare qualche suo libro, torna in libreria con “La nebbia e il fuoco”. 
Roberto Cotroneo in “La nebbia e il fuoco”, racconta la storia di Aldo, il suo insegnante d’inglese del liceo che ha alle spalle un passato da partigiano. Cotroneo ripercorre un viaggio, un viaggio alla riscoperta della storia e dell’insegnamento. 
I temi trattati sono la storia, il GAP (Gruppo d’azione patriottica), l’importanza delle parole, il passato, il presente e il futuro, la scrittura, la libertà, Alessandria e l’insegnamento. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, diretto; questo libro non è una biografia, è molte cose, un flusso di parole, di ricordi dello scrittore che ha deciso di raccontare l’importanza dell’insegnamento e come le parole si insediano nella mente. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro in cui l’insegnamento, le parole e la storia sono i protagonisti. E’ così che il lettore imparerà a conoscere Alessandria, ma anche il professore Aldo, un uomo che insegnava la letteratura tra i banchi, senza dare nessun voto. 
Aldo, poneva delle domande ai suoi alunni su alcuni autori da Antonio Tabucchi a Javier Marías, lasciando che le loro parole entrassero nella loro mente, in modo libero. 
Avete mai avuto un insegnante come Aldo?
Fatemelo sapere nei commenti!!
Buona lettura 📚📚!!

“Tutti gli indirizzi perduti” di Laura Imai Messina

Titolo: Tutti gli indirizzi perduti 
Autore: Laura Imai Messina 
Casa Editrice: Giulio Einaudi Editore
Collana: Supercoralli
Data uscita: 29 Ottobre 2024 
Pagine: 240 
Genere: Romanzo contemporaneo

-Finchè ci sarà qualcuno a scrivere le lettere, vorrei che ci fosse qualcuno qui a riceverle. Vede, dottoressa Katō, le persone hanno bisogno di scrivere. Ho capito che, per alcune di loro, farlo coincide con sopravvivere. […] 
In questi anni, -riprese il direttore,- mi sono imbattuto in tante storie e ho compreso l’importanza del gesto: ci sono persone che vivono meglio quando scrivono all’amante perduto, al padre defunto, al figlio malato oppure a se stesse, nel presente o nel passato. E’ stata un’epifania scoprire quanti io ci sono, uno per ogni anno che viviamo, uno per ogni esperienza che facciamo, e come, sommati insieme, facciano quelli che siamo. Se non avessi letto anziani rivolgersi all’io della prima elementare, oppure giovani donne che scrivevano alle loro versioni future, immaginando il giorno in cui sarebbero diventate mamme… ecco, non ci avrei mai fatto caso. […]
I bambini scrivono ai giocattoli che hanno smarrito, ai compagni con cui per qualche motivo hanno litigato, si rivolgono spesso agli animali di casa, quando, da un giorno all’altro, scompaiono; pongono a sé stessi delle domande enormi e apprendono così la morte. […]
I bambini vivono poeticamente il mondo.

Avete mai pensato dove finiscono tutte le lettere che contengono un indirizzo errato, cancellato o talvolta quelle senza francobollo o indirizzo?
Se vi siete fatti, queste domande, è il momento giusto per conoscere Awashima, una piccola isola del Giappone, in cui si trova un ufficio postale per le emozioni, dove sono custodite lettere destinate a defunti, ad amori mai nati, ma anche di adolescenti vittime di bullismo.
La protagonista del libro si chiama Katō Risa, è una ragazza di ventotto anni, che decide di andare sull’isola di Awashima per svolgere un progetto di ricerca connesso al Dipartimento di Storia e Letteratura dell’Università. 
Risa arriva ad Awashima, in una mattina di primavera dall’aria frizzanti, ed è curiosa di visitare l’ufficio postale alla deriva (questo è il suo nome). Nell’ufficio postale alla deriva sono contenute centinaia, migliaia di lettere molto emozionanti. C’è chi ha scritto al marito che non c’è più, chi al proprio cuscino, chi chiede perdono a una lucertola, a cui da bambino ha rubato la coda, chi si rivolge alla vecchia vicina di casa che gli leggeva libri quando era piccolo, chi manda cartoline alla madre che diventerà, augurandosi di saper trasmettere l’allegria. Il compito di Risa, sarà quello di catalogare tutte le lettere arrivate in dieci anni all’ufficio postale alla deriva. 
Risa ha ereditato dal padre, la passione per il suo lavoro, che ha lavorato tutta la vita come postino. Sin da bambina, Risa osservava il padre portare a casa, una busta piena di lettere, lettere che non era possibile consegnare al destinatario per vari motivi (aveva cambiato abitazione, il codice di avviamento postale era cambiato…), o l’indirizzo si era cancellato ed era quindi illeggibile, oppure non era presente.  
Il padre le aveva spiegato quando era bambina, che le persone scrivono a defunti, a un amore mai nato, anche a sé stessi per stare meglio. Vi erano anche delle lettere in cui era assente il francobollo, e il papà di Risa lo acquistava e lo applicava sulla busta, in modo da far arrivare la lettera al destinatario. 
E’ proprio grazie a suo padre, che Risa ha imparato la dedizione e la tenacia con cui ci si può prendere cura delle cose e delle persone. 

-Ma queste lettere sono diverse. L’indirizzo non esiste più.
-Non esiste più?
-No, non c’è. Oppure, se anche era scritto, ormai non lo si riesce più a leggere. Come questo, guarda. 
Le mostrò una busta di cartoncino scuro su cui erano sparse macchie irregolari. Pareva che qualcosa (dell’acqua?) fosse precipitato nel mezzo e avesse spinto l’inchiostro ai bordi.
-Sono lettere in cui è illeggibile sia l’indirizzo del mittente che del destinatario, oppure non è stato proprio scritto.
-Se lo sono dimenticato?
-Forse…o lo hanno intenzionalmente omesso.
-E allora a chi scrivono?
-A qualcuno che c’è… ma di cui non sanno l’indirizzo.
Risa strabuzzò gli occhi:-Qualcuno che c’è? 
-Si, per loro c’è. Sentono forte il bisogno di comunicare con quella persona, così forte che scrivono anche se non hanno più un indirizzo. […]
-E tu che fai allora?
-A volte si può risalire alla persona e cercare l’indirizzo giusto. In quel caso, si riesce a recapitare la busta. Però, quando è più leggibile neppure il nome o il codice di avviamento postale, lì c’è poco da fare. Ah, succede anche che alcuni si dimentichino di incollare il francobollo. 
-Che succede se lo dimenticano?
-In realtà, anche a quello si può rimediare. 
-Li metti tu, vero?
Il padre annuì, affrettandosi ad aggiungere-Ma li pago, non li rubo. Metto sempre i soldi in cassa. 
-Vedi,-riprese l’uomo, porgendo un’altra busta alla figlia,-il problema più grande è quando il destinatario non è scritto, come qui. In questo caso, la lettera proprio non parte.
-Non saprebbe dove andare.
-Esatto, non saprebbe dove andare. […]
-E le lettere allora? Cosa si fa? 
-Nulla, si raccolgono, si aspetta che venga qualcuno a reclamarle e, se nessuno si fa avanti, si smaltiscono. 
-Si smaltiscono? 
-Significa che si distruggono.
-Che brutto! 
-Sì, è molto brutto. E’ per questo che papà le tiene da parte, -mormorò l’uomo sfregando tra i polpastrelli la carta. -Alcune sono molto preziose […]
Ci sono dentro cose ancora più importanti dei soldi. Cose che la gente normalmente non riesce a dire a voce e allora le scrive.

Sua madre invece, era una donna che aveva sofferto e quando Risa aveva nove anni, la sua testa aveva preso una direzione diversa. La madre le diceva parole magiche per evocare le creature del bosco e il cui sguardo offuscato si accendeva all’improvviso su ciò che agli altri restava invisibile. Sua madre le aveva insegnato a guardare attentamente la natura, a provare curiosità verso tutto ciò che non si conosce perchè “è dall’incontro con gli sconosciuti che può nascere lo straordinario.”
Ma in realtà, Risa si trova ad Awashima per altri motivi personali, che non ha rivelato né al padre né agli abitanti dell’isola, l’unica persona a cui lo ha rivelato è la sua amica Sayaka. 
Per anni, Risa ha conservato un segreto: leggere le lettere che sua madre le ha scritto per anni. 
E’ così che cerca tra le migliaia di lettere, lettere piene d’amore, rimpianto, riconoscenza, biasimo e gioia. 
Chissà, se tra queste lettere, riuscirà a trovare quelle indirizzate a lei da parte di sua madre?

-Per principio io non credo nella parola <<fallimento>>, è un’espressione che non tiene conto di tutto il tempo che viene prima e di tutto il tempo che verrà dopo,- rispose rapida Risa. -Tuttavia le vite sono sempre riassunte in pochissimo e sì, probabilmente è ingiusto. Ma è solo così che ci si racconta. Non puoi dare i dettagli completi di una storia a una persona e aspettarti che quella ti ascolti e soprattutto che ti capisca. 

La scrittrice Laura Imai Messina dopo il grande successo nel 2020 di “Quel che affidiamo al vento” (Piemme), un vero e proprio caso editoriale, tradotto in oltre venti lingue, ha pubblicato altri libri come “L’isola dei battiti del cuore” (Piemme, 2022), “Tokyo tutto l’anno. Viaggio sentimentale nella grande metropoli.” (Einaudi, 2021/20222), “Le vite nascoste dei colori” (Einaudi, 2021/2022) e “Il Giappone a colori” (2023/2024). 
La scrittrice Laura Imai Messina torna in libreria con “Tutti gli indirizzi perduti”, utilizzando il suo stile poetico, profondo ed intenso per portare il lettore ad Awashima, una piccola isola nel mare interno di Seto, che ha una forma di un’elica e non più di centocinquanta abitanti. Awashima è un luogo magico e prezioso, dove ogni lettera è piena di pathos e sentimenti. 
Ogni lettera, racconta una storia che porterà il lettore a fare un vero e proprio viaggio, talvolta un viaggio introspettivo verso i nostri pensieri più intimi. 
I temi trattati sono i rapporti umani, imparare ad accettare e a lasciare andare, la fragilità dell’animo umano, talvolta confusa come se fosse una malattia, le lettere, la scrittura, gli sconosciuti, la natura, la poesia e l’amore. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, delicato, poetico, profondo ed intenso, pieno di pensieri meravigliosi che racchiudono il significato della vita e delle relazioni umane. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice, che permettono al lettore di entrare in empatia con ognuno di loro. Mi è piaciuto molto il padre di Risa, un uomo dedito al suo lavoro, che crede fermamente che si possono salvare le persone e le cose, ed è ciò che fa lui, salvando le lettere dalla macerazione, portandole direttamente a casa. Questo passaggio, questo “atto”, del padre di Risa è molto importante, perché si capisce il valore e l’importanza di scrivere, di scrivere per sé stessi, per stare meglio e la scrittura assume un valore quasi sacro. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro in cui la scrittura, prende il sopravvento e mostra al lettore l’importanza e il valore, di scrivere una lettera, che è ben diverso da un’email. Una lettera, possiede parole scelte con cura, nei minimi particolari, richiede tempo per scriverla, ma anche per inviarla e aspettarla.
In un mondo in cui la tecnologia ha praticamente cancellato le lettere, questo libro ci fa tornare indietro nel tempo, in un mondo in cui le relazioni umane avevano più importanza di tutto il resto.
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che desiderano emozionarsi, a chi desidera esplorare ogni sfaccettatura dell’animo umano.
Vi piacerebbe visitare Awashima?
Vi piacerebbe visitare l’Ufficio postale alla deriva? 
Fatemelo sapere nei commenti, 
Buona lettura 📚!!

“Non ti innamorare degli amanti” di Anna Dalton

Titolo: Non ti innamorare degli amanti
Autore: Anna Dalton 
Casa Editrice: Bompiani 
Collana: Narratori italiani
Data uscita: 19 Marzo 2025 
Pagine: 272 
Genere: Romanzo contemporaneo 

E questo è l’inizio della mia storia. 
Chi sono io non è importante, ma se vi fa piacere ve lo dico.
Mi chiamo Eva Marsili. 
Eva come quella Eva, quella del peccato originale. 
Io non credo in Dio e nemmeno nel peccato. […]
Mi chiamo Eva Marsili e tutto ciò che mi è accaduto dopo l’incontro con l’Angelo è scritto in questo libretto che vale nulla, perchè nulla vale se lo si legge con gli occhi chiusi. 
Io, dopo averlo conosciuto, ho aperto gli occhi.
E aprire gli occhi non sarebbe una cosa bella per molti, ma ho imparato che non siamo tutti uguali. 
C’è qualcuno, ho scoperto quel giorno in quel parco di quella villa, in quella sera d’estate dove casualmente la mia vita mi aveva portato, c’è qualcuno che è ancora più diverso degli altri. 
Io, quando l’ho incontrato quel qualcuno, il mio, ho avuto l’accortezza di non perderlo. […] 
L’attenzione non sta nell’aiutare la spiga a entrare, quello lo fa da sola, la vera dedizione, ciò che noi, ospiti, prescelti, dobbiamo assicurarci di fare è non toglierla. Stare fermi. 
Accoglierla.
Questa è la storia di come ho imparato ad accogliere.

La protagonista del libro si chiama Eva Marsili, vive a Roma e lavora come traduttrice presso “l’Editoriale de la Ladra Editrice”.  La direttrice dell’Editoriale è Enrica, una donna rigorosa nel suo lavoro, appassionata di astrologia, che aveva assunto Eva, dopo averle domandato: Di che segno sei? 
Eva Marsili è del segno della Vergine, ma a lei non interessa dell’astrologia e non crede nemmeno in un Dio, i suoi genitori avevano deciso di non battezzarla per lasciarla libera, libera di scegliere cosa fare. 
Ma Eva, in questo momento della sua vita, non si sente libera… 
Sono tre mesi, che Eva è impegnata con una nuova traduzione del “Conte di Montecristo”, tre mesi di duro lavoro andati in fumo a causa di un litigio con il suo ragazzo. 
Eva è fidanzata da molti anni, con Lui, così viene chiamato all’interno del libro. Lui rappresenta tutto per Eva, è la sua famiglia, soprattutto da quando i suoi genitori sono morti sette mesi prima.  
Eppure per Lui, Eva è troppo lenta, disordinata e quando Lui non trova qualcosa in casa, la colpa è esclusivamente di lei. 
Per questo motivo, i due avevano litigato e Lui aveva scaraventato il computer di Eva per terra, rompendolo in mille pezzi perché non trovava un documento importante di lavoro. 
Eva deve ricominciare dall’inizio con la traduzione del “Conte di Montecristo”, anche se soffre ancora per la perdita dei suoi genitori, anche se Lui, il suo grande amore e la sua unica famiglia, non la capisce. 

Non parlavo molto del mio rapporto con Lui, né al lavoro né fuori, ero cresciuta con l’idea che ciò che succede in famiglia rimane in famiglia. E Lui, dopo anni di vita insieme, era la mia famiglia. Che mi mettessi paura non contava. Anche mio padre mi metteva paura, a volte. Eppure mica era mai successo niente di male, mica eravamo finiti sul telegiornale. 
Alla fine, la paura era mia, era solo una colpa mia. 
Ma era successo, negli ultimi anni, qualcosa di strano.
Un cambiamento che forse aveva radici lontane e che, come tutte le cose che mi riguardavano, era accaduto lentamente. Perchè io ero lenta. Facevo piano. Accettavo le cose solo esplorandole un pochino per volta, soffermandomi sempre un po’ più del dovuto. 
Lui, la mia lentezza, la odiava. O forse odiava me. 
Passava le sue giornate a dirmi che mi amava, a ripetermi che mi desiderava da morire, però poi.
Era il suo sguardo, a volte. Bastava quello a farmi capire. Gli si riempivano di tensione gli occhi, le pupille si dilatavano. 
Negli anni avevo imparato come comportarmi per evitarle, quelle pupille.

Ma una sera d’estate, nel parco di Villa Sciarra, Eva incontra l’Angelo, colui che la guiderà, ascolterà e proteggerà da tutto, anche dagli amori sbagliati. 
L’Angelo non vuole nulla da lei, se non ascoltarla, appassionarsi alla sua vita, esortarla a cercare, a volere di più. Le dà solo un consiglio, che suona come un ordine: non ti innamorare degli amanti.

Ma Eva, questo consiglio, non sa rispettarlo…
E grazie all’Angelo, troverà il coraggio e la forza di lasciare Lui, con cui aveva una relazione sbagliata e possessiva. 
Eva è disposta a mettere tutto in discussione, a provare dolore per tutto il tempo che le serve a metabolizzare la fine della relazione con Lui. 

Lo avrei fatto, di mangiare, di guarire, ma con calma. Avevo addosso una sensazione strana. E si era fatta strada in me una certezza: non dovevo aggiustarlo subito, il vaso rotto. 
Non volevo precipitarmi a prendere della colla per unire i pezzi e farlo funzionare di nuovo, metterci dentro l’acqua e dei fiori freschi. Non c’era fretta. Non dovevo rendere conto a nessuno, nemmeno a me stessa. 
Volevo studiarli ancora un po’ i miei cocci, vedere di che cosa erano fatti. 

L’Angelo le starà vicino come una guida, sarà un cammino difficile e tortuoso ma Eva, decide di ascoltare il suo consiglio: inizia a leggere le poesie. 

La poesia non giudica e concede spazio a tutti.
La poesia si può comprenderla solo dopo che le cose si sono rotte. 
Prima no.
Prima scivola,
Ci vogliono le crepe per farla entrare.

E’ così che Eva, seguirà il prezioso consiglio dell’Angelo, ritrovando nelle poesie la cura per il suo dolore. 

Quanto coraggio serve per vivere, però, mica me l’avevano detto.

La scrittrice e attrice Anna Dalton, dopo aver esordito nel 2018 con “l’Apprendista geniale” (Garzanti), cui sono seguiti “La ragazza con la parole in tasca” (2019), “Tutto accade per una ragione” (2020), e “Le tre figlie” (2022), torna in libreria con “Non ti innamorare degli amanti”. 
“Non ti innamorare degli amanti” è un romanzo intenso, profondo e “spirituale”, che bisogna leggerlo attentamente, lasciandosi trasportare dalla storia e dai messaggi contenuti all’interno della trama. 
La scrittrice Anna Dalton, inserisce nella storia la figura dell’Angelo, una vera e propria guida per la protagonista, dai tratti Faustiani come un Lucifero innamorato, capace di salvare dalle onde del disamore la giovane donna che incontra in una sera d’estate. 

Un Angelo è una creatura che guida. 
Un Angelo è una creatura che protegge. 
Un Angelo è una creatura che ascolta. 
Un Angelo è una creatura che non ha le ali. 
Ma ha delle braccia così magre che non riuscirebbero a sollevarlo da terra nemmeno per gioco. Un Angelo ha dei denti imperfetti che si accavallano un pochino sul davanti. 
Ha un fiato leggero, delle orecchie grandi, un collo rasato male. 
Ci sono delle cose che un Angelo fa e che non sapevi si potessero fare. Le fa al tuo corpo ma anche alla tua anima e scopri, forse, che sono la stessa cosa.

I temi trattai sono il desiderio, l’amore, l’anima, il corpo, la fede cristiana, l’astrologia, l’amicizia, la morte dei genitori, i libri, il dolore, la violenza sulle donne e i primi segnali “di allarme” da parte di un uomo violento, la rinascita, la felicità e ascoltare sé stessi. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, intenso, emozionante, poetico e travolgente. Il lettore si ritroverà a vivere ogni emozione, tormento della protagonista, lasciandosi guidare dalla forza travolgente delle parole. 
I personaggi sono strutturati molto bene, grazie alla scelta della scrittrice di descrivere minuziosamente ogni loro emozione e tormento. 
E’ un libro che si legge velocemente, tutto d’un fiato, grazie alla scelta della scrittrice di costruire la trama con frasi brevi, dirette, in grado di entrare nel cuore e nell’anima del lettore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, struggente, riflessivo, in grado di stravolgere completamente la vostra anima. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che stanno affrontando un periodo difficile, a chi ha bisogno di vedere un fascio di luce in un mondo dominato da ombre… la scrittura di Anna Dalton sarà per voi, una cura per ritrovare la vostra felicità. 
Buona lettura 📚📚!!

“Dolci misteri alla libreria Cinnamon Bun. Basta solo un po’ di zucchero e cannella” di Laurie Gilmore

Titolo: Dolci misteri alla libreria Cinnamon Bun. Basta solo un po’ di zucchero e cannella 
Autore: Laurie Gilmore
Traduttore: Laura Mastroddi 
Casa Editrice: Newton Compton Editori 
Collana: Anagramma 
Data uscita: 11 Febbraio 2025 
Pagine: 288 
Genere: Romanzo rosa 

Lui era l’estate e lei l’autunno. Lui era l’avventura e lei la tranquillità. Ma in quel momento, a cavallo tra le due stagioni, in quella terra di frontiera che si erano ritagliati, Hazel e Noah si ritagliavano alla perfezione.

Siete pronti a tornare a Dream Harbor con una nuova storia d’amore speziata?
Con “Amori e segreti al Pumpkin Spice Caffè. Un caffellatte speziato può cambiarti la vita”, il primo volume ambientato A Dream Harbor, abbiamo sognato con la bellissima storia d’amore tra Jean e Logan… ma adesso, tenetevi pronti, perchè una nuova storia d’amore sta per tornare…

<<Altri due mesi e avrò trent’anni>> mormorò a nessuno in particolare, visto che il negozio era vuoto. 
I trent’anni incombevano in lontananza, la fissavano minacciosi. La data, 28 settembre era impressa nella sua mente. Lei immaginava che per qualcuno raggiungere i trent’anni significassi la fine dei propri selvaggi e leggendari vent’anni. Tempo di sistemarsi, di mettere la testa a posto, di diventare adulti. 
Il problema di Hazel era molto diverso. Quei giorni selvaggi e leggendari lei aveva dimenticato di viverli. I suoi vent’anni erano stati… tranquilli? Responsabili? Noiosi. 
In pratica, aveva trent’anni da quando ne aveva quindici. O più che altro settanta, a detta di Annie, senza la quale Hazel forse non avrebbe mai alzato la testa da un libro. 

La protagonista del libro si chiama Hazel Kelly, la direttrice della libreria “Cinnamon Bun”, che ama circondarsi di belle storie. Hazel è sempre stata una ragazza seria e responsabile, non si è mai concessa nessuna leggerezza, nemmeno durante l’adolescenza, e adesso, con l’avvicinarsi del suo trentesimo compleanno è arrivato il momento di fare qualche bilancio sulla sua vita. Hazel teme di aver sprecato completamente la sua vita, i suoi primi trent’anni erano stati diversi da quelli dei suoi coetanei. 
Tutti a Dream Harbor, durante l’adolescenza si sono divertiti con leggerezza, senza impegnarsi troppo… ma Hazel no, è sempre stata in compagnia di un buon libro, delle sue amiche, che hanno sempre cercato di farla evadere dalle mura della libreria. 

<<Questo posto si è sempre chiamato Cinnamon Bun?>>, chiese lui, seguendola. 
<<No.>> 
<<Perchè avete cambiato nome?>> 
<<Alla proprietaria piace cambiare, ogni tanto>>. 
<<E dunque… ci sono i cinnamon bun ?>>, domandò lui, chiaramente speranzoso. 
Hazel trattenne un sorriso. <<Sì, la domenica mattina.>> Era la cosa che preferiva del cambio di nome: quell’aroma di zucchero e cannella che le rendeva gradevole lavorare nei fine settimana. 

Proprio quando, Hazel sente di non aver realmente vissuto i suoi trent’anni mentre è a lavoro, nota che un libro nella sezione dei “Romance” è storto. Hazel si reca immediatamente a sistemarlo, ma scopre che qualcuno si era permesso di leggere il libro senza acquistarlo, lasciando non solo un’orecchia ma anche evidenziando una frase. Gli occhi di Hazel si posarono sulla frase evidenziata: “Vieni con me, ragazza, se vuoi un’avventura.” 

Ma non proprio subito. Perchè in quel momento il suo sguardo si era posato su un libro storto nella sezione “Romance” e quello che doveva fare era raddrizzarlo. Era esattamente quello il suo lavoro. Si avvicinò allo scaffale, dando un’occhiata fuori dalla porta, casomai qualcuno passasse di lì e potesse fermarsi, ma la strada era deserta. […]
Quel libro non solo era storto, ma anche infilato nel posto sbagliato, così lo tirò fuori, evitando di guardare l’uomo seminudo in copertina. Stava per risistemarlo quando notò che una delle pagine aveva un angolo piegato. 
<<Ma tu guarda>>, mormorò. La gente non aveva rispetto? Qualcuno aveva messo il segno senza neppure comprare il libro? Hazel stava per aggiungere un <<Dove andremo a finire?>>, ma voleva cercare di tenere a bada il più possibile le sue tendenze da vecchia signora. Perciò si limitò a pensarlo. 
Andò alla pagina con l’orecchia e trovò una frase evidenziata. Una frase evidenziata in uno dei suoi libri! Questo era del tutto inaccettabile! Incredibile! […]
Non era particolarmente bella. Non era né memorabile né profonda. Ma era come se il libro, o chi lo aveva evidenziato, si stesse rivolgendo proprio a lei. 

Quella frase rispecchiava completamente i suoi pensieri, sembrava proprio che qualcuno avesse deciso di comunicare con lei, lasciando messaggi segreti all’interno dei suoi libri. 
Chi c’è dietro a questo messaggio segreto? 
Si tratta di una coincidenza o è uno scherzo? 
Hazel non lo sa, dopo qualche giorno dalla prima frase, trova altre strane sottolineature tra le pagine dei suoi libri, che sembrano volerla aiutare a divertirsi. Hazel decide di seguire la scia degli indizi e chiede aiuto a Noah, il bellissimo e sexy marinaio, che ultimamente si recava spesso in libreria con una scusa per trascorrere del tempo con l’affascinante libraia.
Noah è un bellissimo ragazzo di venticinque anni, che si era trasferito da poco a  Dream Harbor. I genitori di Noah, avevano trasformato una piccola attività da pesca in una società multimiliardaria e arrivati all’età del pensionamento, avevano deciso che i loro figli avrebbero portato avanti l’azienda di famiglia. Ma Noah, non era come le sue due sorelle, che sin da subito si sono dimostrate entusiaste e all’altezza di ricoprire i vertici dell’azienda. Noah invece, si è subito sentito inadeguato, smarrito e per questo motivo, aveva deciso di lasciare tutto per trovare un lavoro meno impegnativo. E’ così, che Noah è arrivato a Dream Harbor e cerca di tornare a casa il meno possibile perchè ha paura di notare nello sguardo dei suoi genitori, il disprezzo e la vergogna di aver sbagliato. 

Non era tagliato per gestire un’azienda. O comunque non un’azienda così grande. I suoi avevano preso la loro piccola attività di pesca e negli anni l’avevano trasformata in una società multimilionaria che riforniva centinaia di ristoranti in tutto il Paese. Quando i genitori erano andati in pensione, le sorelle maggiori avevano assunto il ruolo di amministratrice delegata e direttrice finanziaria. 
E Noah era scappato. 
Mentre camminava, si asciugò il sudore dalla fronte, attraversato da un famigliare miscuglio di senso di colpa e vergogna. Una persona poteva deludere la propria famiglia solo un certo numero di volte, prima che arrivasse il momento di tagliare la corsa, e lui aveva raggiunto la sua quota abbastanza presto nella vita.

Noah decide di aiutare la libraia di cui è segretamente innamorato da mesi, proprio lui che è conosciuto per i suoi flirt con le turiste. 
Hazel e Noah, iniziano a seguire gli indizi, concedendosi momenti unici e spensierati. Hazel dopo aver fatto qualche bilancio sulla sua vita, ha deciso di godersi un’estate avventurosa insieme all’affascinante e rubacuori Noah. 
Tra un indizio e l’altro, trascorrono momenti indimenticabili come il picnic al mare, il luna park e una gita in barca; Hazel e Noah sono sempre più complici e la loro alchimia è impossibile da ignorare. 
Hazel impara a conoscere Noah, un ragazzo che dietro al suo sorriso sfrontato, nasconde molte insicurezze e debolezze. Noah cerca di regalare a Hazel un’estate avventurosa, indimenticabile, anche se deve reprimere i suoi sentimenti. 

Il suo sorriso diceva che Noah stava scherzando, ma gli occhi assicuravano che era serissimo. Si era avvicinato, ormai con il naso le sfiorava la guancia, la fronte era appoggiata alla sua. E tutta la situazione aveva l’aria di essere pericolosa. 
Hazel si allungò verso di lui. 
Le sue labbra sfiorarono quelle di Noah. Lui produsse un verso a metà tra un gemito e un sospiro, perciò Hazel approfondì il bacio, infilandogli la lingua in bocca. 

In questi giorni indimenticabili, Hazel e Noah imparano molto l’uno dall’altra, ed è proprio godendosi ogni attimo, che i giorni trascorrono velocemente e il compleanno di Hazel è sempre più vicino. 
I due avevano fatto una promessa: una breve storia senza impegno, che sarebbe terminata il giorno del compleanno di Hazel. 
Il 28 Settembre è ormai alle porte, per Hazel e Noah è arrivato il momento di salutarsi. 
Chissà che cosa accadrà tra i due? 
Riusciranno a scoprire chi lasciava i messaggi segreti nei libri? 

La scrittrice Laurie Gilmore dopo l’incredibile successo del primo volume “Amori e segreti al Pumpkin Spice Cafè”, pubblica “Dolci misteri alla libreria Cinnamon Bun. Basta solo un po’ di zucchero e cannella”, una bellissima storia d’amore al sapore di cannella che riporta il lettore a Dream, Harbor, alla scoperta di una nuova intrigante storia e di un mistero da risolvere. 
I temi trattati sono l’amicizia, la vita, i libri, le sfide, le paure, le avventure, i rapporti familiari, le insicurezze e l’amore vero perchè quando si incontra la persona giusta bisogna lasciarsi andare, senza avere paura di soffrire. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, divertente, coinvolgente e semplice, un ottimo compagno di lettura per chi desidera rilassarsi in una storia poco impegnativa. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice, che permettono al lettore di affezionarsi ai personaggi menzionati nella storia. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere una storia d’amore, a chi desidera leggere una storia semplice senza troppo pretese, ma anche a chi ama leggere libri dolci, con un mistero da scoprire. 
Buona lettura 📚📚!!

“Questa vita non è la mia” di Elly Bennet

Titolo: Questa vita non è la mia 
Autore: Elly Bennet 
Casa Editrice: Accornero Edizioni 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Pagine: 191 

Mi guardava come nessuno aveva fatto fino a quel momento. Non vedeva un mostro in me, vedeva qualcosa che gli altri non riuscivano a cogliere. 
Riusciva a capire la mia anima. 
Mi baciò nuovamente, poi mi prese per mano e restammo così fino a notte fonda. 
In silenzio.
Le parole erano solo rumore inutile. 

Il libro racconta la storia di una giovane ragazza, che vive la vita a modo suo, tra alcool e droga per cercare di superare il trauma causato dalla morte del padre.
Il padre, era stato chiamato al fronte per la guerra in Afghanistan e ogni sera, la mamma e la giovane bambina di sei anni, aspettavano con ansia di sentire la sua voce al telefono. 
Ma un pomeriggio, la loro vita cambiò radicalmente… con una “semplice” chiamata, che comunicava alla moglie la perdita del marito al fronte. 

Avevo 6 anni. 
La cornetta del telefono cadde a terra. 
Occhi sbarrati. 
Pochi istanti dopo il corpo di mia madre era a terra. 
Io, ero seduta sul divanetto della sala con in braccio un bambolotto e la guardavo preoccupata. Mi ero ammutolita, avevo intuito che era successo qualcosa di brutto. Immediatamente i domestici corsero verso mia madre, la presero e la portarono di peso in camera. 
La mia tata si precipitò verso di me, mi prese tra le braccia e mi strinse forte. 
“Cos’è successo, perchè la mamma sta male?” chiesi con aria smarrita. 
Lei mi guardò con uno sguardo di terrore misto a sofferenza, mi appoggiò sul letto e si sedette accanto a me, cercava le parole giuste da poter dire a una bambina di sei anni, ma era chiaro che non le trovava. 
“Vedi a volte capita che le persone debbano andare in posti diversi da quelli dove siamo noi ora, posti migliori”, poi mi prese per mano e si stese accanto a me, iniziando a canticchiare una vecchia canzone infantile. Intanto cercavo di eliminare la confusione dalla mia mente, cercavo di capire dove fosse andato papà e se sarebbe tornato come aveva promesso, sentivo mia madre nella camera accanto che urlava e piangeva. […]
Passai tutta la notte a pensare nel mio piccolo cervello dove fosse papà, quale fosse questo posto migliore, perchè non poteva andarsene, io avevo bisogno di lui. 

La protagonista del libro aveva solo sei anni, si è ritrovata a dover metabolizzare la scomparsa del padre, oltre a vedere la propria madre completamente assente, in balia di farmaci antidepressivi, persa nel suo mondo, in cui la figlia non era presente.

Passava le ore sedute su una sedia in giardino nella speranza di veder mio padre tornare e quando i domestici andavano a prenderla per portarla a dormire lei urlava e si straziava. 
Piangeva sempre. 
Io volevo starle vicina…
Ma più mi avvicinavo a lei e più mi allontanava. 
Da allora non si riprese mai più. 
Caduta in una grave depressione le erano state prescritte pillole da prendere quotidianamente, grazie alle quali aveva momenti di felicità, ma si capiva che non c’era più con la testa, parlava a vanvera di cose assurde, inesistenti, rispondeva alle domande in modo errato e parlava al telefono con mio padre come se fosse vivo. 
Si era creata il suo mondo, un mondo nel quale io non esistevo. Da donna fragile, come era sempre stata, non era riuscita a superare la perdita e senza capacità di reagire, aveva semplicemente creato delle barriere attorno a lei, come se avessero potuto proteggerla da altre disgrazie. 

E’ così che la morte del padre e l’assenza della madre, ma anche l’assenza di regole, incidono sulla vita della protagonista. Durante la fase adolescenziale, la protagonista inizia a bere, ma ben presto si rende conto che per sopravvivere in un mondo che non l’ha mai considerata, ha bisogno di più… è così che inizia a drogarsi per “curare” il suo dolore. 
Grazie alla droga, conosce un ragazzo a scuola, un ragazzo più grande di diciannove anni, con cui condivide la sua dipendenza e ben presto, iniziano una relazione. 
La loro relazione era nata “grazie” alla droga, a cui ricorrevano per colmare delle mancanze, per paura di non essere accettati dalla società, e nel caso della protagonista, per superare (o illudersi di farlo), il trauma della perdita del padre. 
I due ragazzi condividono molte cose, ma ben presto si ritrovano a dover fare i conti con gli effetti distruttivi della droga. Una sera, dopo essersi drogati e giurati amore eterno, i ragazzi hanno un brutto incidente che cambierà totalmente la loro vita. 
La protagonista di ritrova ancora una volta imprigionata in una ragnatela, che rischia di catturarla e farla sprofondare nel buio più assoluto… 
In questo libro vengono affrontati molti temi importanti e delicati: dalla guerra alla droga, ma anche l’anoressia, l’amore, il dolore, i traumi, la depressione, la morte, i canoni della società, le maschere, le false amicizie e le malattie. 

Non potevo ricominciare a mangiare.
Sarei tornata grassa. 
Sarei tornata brutta.
E così andavo avanti a integratori e quando la fame mi assaliva, la droga e il fumo mi aiutavano a stare su e a non pensarci. […]
Alla fine il cibo divenne disgustoso. Appena vedevo un piatto di pasta, oppure un cioccolatino, il mio cervello diceva che era proibito e mi veniva da vomitare. 
Non potevo mangiarlo. 
Non avrei potuto. 
Dovevo rimanere carina e graziosa. 
Magra.

Io sono il frutto di una società che mi ha insegnato che bello è magro, che simpatico è essere fatti.
Che tutto intorno è falso, quindi sii falso anche tu.
Che l’amore non esiste, appartiene ai film.
Che il lieto fine non c’è, a meno che tu non sia il protagonista di una favola. 
Che i cattivi la spuntano sempre, i buoni rimangono inguiati. 

La scrittrice Elly Bennet dopo “Che casino noi donne” (Accornero Edizioni, 2022), pubblica “Questa vita non è la mia”, un romanzo potente, commuovente e riflessivo, in grado di far riflettere il lettore sulla vita e sull’animo umano. 
“Questa vita non è la mia”, non è solo la storia di una giovane ragazza che cerca di sopravvivere, ma rappresenta anche la forza interiore, la tenacia nonostante tutto, di riuscire a scorgere dei piccoli raggi di luce, in un mondo dominato dall’oscurità. 

Per me tutte le cose erano uguali e mi erano indifferenti e la cosa non mi importava. Il mio unico scopo era quello di essere adatta nella comunità, di avere un posto riservato per l’ingresso in società. Ero una sottospecie di piccola ribelle che voleva andare contro il tempo, che voleva mascherare ogni cosa di sé per far vedere ciò che le interessava. 

Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, commuovente e delicato, grazie alla bravura della scrittrice di riuscire a toccare molti temi delicati con umanità ed empatia. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni psicologiche inserite dalla scrittrice. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano emozionarsi, riflettere sul senso della vita, e a chi desidera tuffarsi in una storia dolorosa ma piena di speranza e rinascita, con un finale imprevedibile e inaspettato, in grado di sorprendere tutti i lettori!!
Ringrazio la scrittrice Elly Bennet per avermi inviato la copia cartacea del suo libro, che mi ha permesso di riflettere sul dolore causato da un trauma, ma anche di riflettere sui canoni “rigidi” e schematici di una società, sempre più improntata sui canoni estetici, annullando completamente i sentimenti. 

Mi ero comportata con lui, come volevo che gli altri non si comportassero con me. 
Ma era questa la vita normale che volevo? 
No!
Perchè quella vita non era la mia!!

Buona lettura📚📚!!

“Nella tana del cobra reale” di Anna Meola

Volume quarto della Serie “Inganni perfetti”

Titolo: Nella tana del cobra reale 
Autore: Anna Meola 
Casa Editrice: Youcanprint
Data uscita: 23 Gennaio 2025 
Pagine: 536 
Genere: Thriller-noir 

Nella splendida cornice della spiaggia di Boccadasse si affaccia la Strambata, un locale arredato in stile marinaresco. Qui, Martina adorava iniziare al meglio le sue giornate con una colazione in riva al mare o trascorreva la pausa pranzo in un’atmosfera unica. Qualche volte era stata anche con Bianca e le altre, ma i momenti esclusivi li trascorreva con Riccardo. Assaporavano un aperitivo sulla spiaggia, godendo dello splendido tramonto sul borgo marinaro. 
Martina giunse a destinazione, discesa la Creûza, si voltò nella direzione della Strambata. Dave era già lì ad aspettarla, seduto di spalle a uno dei tavolini, si gustava una sigaretta godendo della vista mozzafiato sul promontorio di Portofino. 

“Nella tana del cobra reale” è il quarto volume della serie “Inganni perfetti”, ambientata a Genova con protagonisti Martina Vassallo e l’affascinante ispettore Riccardo Lepore. 
Il lettore dopo “Rose nere”, “Complotto a Marrakech” e “Il cuore di chi ti ama”, ormai si è affezionato ai personaggi, ed è ansioso di scoprire che cosa accadrà “Nella tana del cobra reale”. 
Nel libro precedente “Il cuore di chi ti ama”, il terzo capitolo della serie, la protagonista Martina Vassallo, ha dovuto compiere delle scelte molto difficili e pericolose, ma necessarie per salvarsi la vita insieme al cugino Dave a Marrakech, la bellissima città rossa. 
Martina e Dave si sono ritrovati ad eseguire gli ordini della Dottoressa Giovanna Maria Pittaluga, che in Rose Nere (I Capitolo della Serie), rivestiva il ruolo di responsabile di un centro di assistenza per religiosi in crisi, dove Martina era impiegata. La Pittaluga, dopo essere scappata da Genova, aveva creato una vera e propria rete di spaccio di droga a Marrakech, investendo il denaro in hotel e altre attività. 
Durante il periodo trascorso a Marrakech, Martina grazie alla sua passione per le inchieste giornalistiche, decide di infiltrarsi per sciogliere i traffici loschi e illeciti della Pittaluga. 
Intanto, Riccardo Lepore dopo aver scoperto nuovi sviluppi sulle indagini del G8 di Genova, ha compreso quanto forte, indistruttibile, sia l’amore per Martina, ed è pronto a mettere in discussione il suo matrimonio con Monica. Ma Monica, non ha nessuna intenzione di perdere suo marito, ed è disposta a tutto, anche ad annunciare a tutti una gravidanza inaspettata. 
Che cosa accadrà a Riccardo e Martina? 
Riusciranno, finalmente, a godersi il loro amore?
Queste, sono alcune delle domande di tutti i lettori della saga… ma adesso, è arrivato il momento di portarvi all’interno del quarto volume “Nella tana del cobra reale”!!

“Nella tana del cobra reale”, Martina e Riccardo sono intenti a parlare dell’ultima novità: la gravidanza di Monica. Martina ha paura di perdere un’altra volta Riccardo, anche se da quando sono tornati da Marrakech, lui le ha fatto una promessa molto importante. 
Riccardo decide di andare da Monica a Roma per vederci chiaro, e ritiene che la gravidanza sia una mossa per evitare la separazione. 
Nel mentre, Martina si reca alla Strambata, un bellissimo locale situato a Boccadasse, uno dei borghi più caratteristici di Genova. E’ proprio alla Strambata, che Martina ha appuntamento con suo cugino Dave, che gli comunica l’oggetto della loro prima inchiesta giornalistica. 
Dopo l’esperienza a Marrakech, Martina e Dave, hanno deciso di fondare la testata giornalistica “Vento di Levante Ligure”, scegliendo come sede dell’ufficio via Canneto il Lungo, uno dei vicoli più autentici di Genova, ricco di suoni, voci, colori, odori, musiche e profumi, capaci di avvolgere, affascinare tutti i passanti. 
L’oggetto della loro prima inchiesta giornalistica, riguarda alcuni portuali corrotti che vengono pagati con la coca. E’ così che Dave entra in contatto con un vecchio trafficante, un certo Franco Vitiello. 
Franco Vitiello anche se adesso è fuori dal giro, ogni sera partecipa alle bische clandestine. E Dave, decide di infiltrarsi all’interno delle bische clandestine, riuscendo a guadagnarsi la fiducia dell’uomo. 
Ma la strada per arrivare ai portuali corrotti è lunga, piena di imprevisti e Dave dovrà stare attento per non smascherare la sua copertura. 
Riuscirà Dave a scoprire cosa si cela nel porto? 


Contemporaneamente, il lettore assisterà alle indagini condotte da Riccardo sugli abusi della polizia durante il G8. Riccardo ha appuntamento con il sostituto procuratore Tommaso Gardella, un uomo di cinquant’anni, per comunicargli le ultime novità e i suoi sospetti. 
Prima di Natale, Riccardo aveva incontrato De Palma (capo della polizia ai tempi del G8), e la sua versione non aveva totalmente convinto l’ispettore. Riccardo rivela a Gardella, i suoi dubbi sull’attendibilità di De Palma. L’ispettore non è convinto che la segnalazione verso i Black Block sia vera, e continua a sospettare che il suocero Alessandro Marino, nasconda qualcosa, visto il suo comportamento anomalo. 
Dove è finita la lista che conteneva i nomi degli uomini più potenti di Genova? 
Riccardo inizia ad indagare su De Palma e sui comportamenti anomali del suocero, ed è determinato a scoprire la verità. 
Riccardo, è a un passo dallo sciogliere i nodi complicati della ragnatela sugli abusi del G8, ma sono coinvolte molte persone importanti: dalla politica (un partito chiamato “Genova per noi”), fino ai vertici della polizia, di cui fa parte proprio il suocero Alessandro Marino. 
Riccardo, ha bisogno di tempo per dimostrare lo strano giro politico che ruota attorno al partito “Genova per noi”, in cui sono coinvolti partiti dell’opposizione, giochi sporchi, interessi e giro di soldi “sporchi”. 
E’ così, che Riccardo, capisce che la chiave per risolvere le indagini sul G8 è Ascanio Giuseppe, l’uomo che ha avuto il compito di destabilizzare la coerenza dell’assunto accusatorio a carico di De Palma. 
Ma perchè? Che cosa nasconde De Palma e suo suocero Alessandro Marino?
Com’è possibile che un uomo come lui, così dedito al senso del dovere, alla giustizia e all’etica, sia coinvolto nella criminalità? 
Quando Riccardo scopre la verità, capisce di essere in pericolo, imprigionato nella Tana del cobra reale e non può fidarsi di nessuno, se non di sé stesso. 
Che cosa avrà scoperto Riccardo? 
Che cosa rappresenta il cobra?

La scrittrice Anna Meola dopo il successo di “Rose nere” (il I capitolo della serie), “Complotto a Marrakech” e “Il cuore di chi ti ama”, pubblica “Nella tana del cobra reale”, riuscendo a soddisfare le aspettative di tutti i lettori. Anna Meola è una scrittrice molto brava, i suoi libri sono strutturati da una trama solida, piena di mistero, suspence e inganni che si intrecciano tra di loro. 
Il lettore sarà catturato nel vortice della scrittura di Anna Meola, molto scorrevole, piacevole, coinvolgente, misteriosa, piena di suspence e di inganni da risolvere. 
I temi trattati sono la morte, l’amicizia, la droga, l’inchiesta giornalistica, il G8, gli interessi personali, i tradimenti, la separazione, la gravidanza, il cobra e l’amore vero, che nonostante le mille difficoltà e problemi, riesce a essere più forte, proprio come le spine di una rosa nera. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla bravura della scrittrice di descriverli minuziosamente, tanto da far entrare in empatia il lettore con ognuno dei personaggi menzionati nella narrazione. 
In ogni libro di Anna Meola, il lettore ha modo di assistere a una vera evoluzione dei personaggi, specialmente in questo quarto capitolo, in cui alcuni personaggi secondati come Bianca (una delle amiche di Martina), prende il sopravvento. 
Il lettore amerà ogni personaggio inserito nella trama, anche quelli secondari, come Bianca, ma anche Andrea Marino (il fratello di Monica e amico di Riccardo), il cugino Dave e la simpaticissima zia Janette, a cui mi sono affezionata sin dal primo istante in Rose Nere. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che hanno già letto i libri precedenti della saga “Inganni perfetti”, vi ritroverete a vivere la bellissima storia d’amore tra Martina e Riccardo, ma anche ad affrontare la cattiveria di Monica e a risolvere le indagini complicate e contorte del G8 di Genova. 
Per chi non ha ancora letto nessun volume della serie “Inganni perfetti”, vi invito a leggerli, a partire dal primo volume “Rose nere”, per conoscere i protagonisti Martina e Riccardo, vi ritroverete a vivere la loro storia d’amore… ma anche alcuni inganni e misteri che ruotano intorno alla storia. 
Ringrazio la scrittrice Anna Meola per avermi inviato la copia cartacea del libro, la ringrazio per aver creduto nelle mie capacità, tanto da inserire la mia prefazione nel quarto volume della serie. 
Ma adesso è arrivato il momento di conoscere Martina e Riccardo, il loro folle amore… preparatevi ad un finale sorprendente ed imprevedibile!!
Buona lettura 📚📚!!

“Elettra” di Gian Carlo Fanori

Titolo: Elettra 
Autore: Gian Carlo Fanori
Casa Editrice: Giovane Holden Edizioni 
Collana: Battitore Libero 
Data uscita: 10 Aprile 2021 
Pagine: 200 
Genere: Romanzo contemporaneo

Ma non mi pesava; stavo facendo il lavoro dei miei sogni, con l’ulteriore soddisfazione di averlo ottenuto con le mie sole forze. Ed ero felice di farlo. 
Non potrebbe essere diversamente, mi dissi, pensando alla strada che avevo percorso per arrivare sino a lì. Una strada lunga e tutta in salita. A partire dal fatto che provenivo da una famiglia modesta, nonché da un minuscolo, anche se per me incantevole borgo ligure: San Rocco delle Fonti, un paesello popolato da meno di cinque mila anime situato nel comprensorio di Altea, la cui unica ricchezza era il mare. A San Rocco (che doveva il suo nome a un miracolo attribuito al Santo, il quale nel corso di un anno di feroce siccità pareva aver fatto sgorgare dal terreno decide di fonti di acqua purissima) le possibilità per un giovane di costruirsi un futuro erano pressoché inesistenti; specie per una visionaria come me, che da quando ero bambina desideravo diventare giornalista. 

La protagonista del libro si chiama Elettra Bonaccorsi, una ragazza molto bella e intelligente. Elettra è nata in un bellissimo borgo ligure, San Rocco delle Fonti, situato nel comprensorio di Altea. 
Sin da bambina, Elettra, aveva le idee chiare: sognava di diventare una giornalista. Infatti, ora che è una giovane donna, Elettra è determinata a diventare una giornalista e grazie alla sua ostinazione, determinazione e passione, viene assunta in una redazione locale ed inizia a scrivere per “Il giornale di Altea”. 
Ma ben presto, Elettra capisce che per essere una giornalista, non basta saper scrivere bene gli articoli o avere passione e serietà, perchè agli editori contano le conoscenze personali. Ed è così, che il posto di Elettra viene dato a una ragazza con meno capacità, ma che aveva delle conoscenze importanti, che avrebbero aiutato le sorti del giornale. 

Il posto disponibile mi fu sottratto da un’altra persona, che a detta dello stesso Magenes forniva al giornale un contributo di qualità inferiore al mio, ma che a differenza mia vantava relazioni influenti. 
“Dovrei tenerlo per me”, mi disse il capo quando mi chiamò per comunicarmi la decisione presa ai vertici del giornale, “e non sognarti di spifferare ciò che sto per dirti, negherei di averlo fatto: per il talento e la passione che hai, se potessi scegliere io chi assumere non avrei dubbi, Elettra, sceglierei te. Purtroppo, non sono nella condizione di farlo. Per tagliar corto: devo dare la precedenza a Fiorano.”

Elettra è triste per aver perso il lavoro ma continua a credere nel suo sogno, ed inizia a inviare il suo curriculum a tutte le redazioni.
Ogni volta che Elettra inviava il suo curriculum, continuava a ripetere a sé stessa: ” Non mollare mai, credi in te stessa. Tutte le strade che portano dove il cuore desidera sono lunghe.” 
E dopo aver inviato l’ennesimo curriculum, ed essersi presentata a molti colloqui, Elettra viene contattata da una redazione di Milano, che si occupa di moda dal nome “Stile & Società” per sostenere un colloquio conoscitivo e appurare le sue competenze. 
Elettra per seguire il suo sogno e la sua passione, dopo essere stata assunta da “Stile & Società”, decide di trasferirsi nella città di Milano. Non è facile per lei abbandonare gli affetti, come la dolce madre che ha dovuto crescerla da sola, a causa della morte prematura del padre. Ma Elettra vuole inseguire i suoi sogni e decide di trasferirsi a Milano per fare la giornalista. 
Elettra vuole dimostrare a tutti la sua bravura, si reca a lavoro con vestiti modesti, fin quando il suo direttore Luciano Schiavo, un uomo ambiguo, non inizia a “pretendere” dei vestiti più femminili. 
E’ così che Elettra si ritrova a cambiare il proprio look per inseguire il suo sogno…

Sto solo dicendo che si tratta di un’occasione promozionale molto importante. E se per una volta rinunciassi al tuo abituale abbigliamento casual…” disse, facendomi vergognare all’istante dei jeans e delle scarpe da tennis che portavo, abbinati a un golf di media qualità.
Sgranai gli occhi, “Cosa vuol dire, dottor Schiavo: che giudica il mio modo di vestire inadeguato?”
“No, no. In generale non lo è. In questo caso, tuttavia credo che dovresti…”
“Tanto per essere concreti: come si aspetta che mi vesta, domani?”
“Questo non lo so, dovrai deciderlo tu. Dico solo che una mise più… Non vorrei dire sexy; quantomeno più femminile, ti valorizzerebbe parecchio. Sei una bella donna, e non capisco la ragione per cui ti ostini a portare abiti così modesti. Allo stesso tempo gioverebbe all’immagine del giornale. Stile & Società si occupa di bellezza, di moda; per noi la forma è fondamentale, no? E tutti si aspettano che lo dimostriamo anche nel modo di presentarci. 

Ma un giorno, il suo capo inizia a molestarla ed Elettra si sente sporca, si vergogna e non sa che cosa fare. Denunciarlo o tentare di dimenticare e ricominciare ancora una volta?

Io e Schiavo eravamo affiancati all’estremità di quello spazio esiguo. Alle nostre spalle distributori di bevande calde e fredde ronzavano a basso regime. Mentre stava parlando con uno dei cameraman, Schiavo prese ad accarezzarmi la schiena e la vita.
Poi più in giù.
Ebbi un sussulto come fossi stata colpita da una scarica elettrica.
Che sta facendo? Pensai arrossendo. […]
Mi sentivo paralizzata. Non sapevo che fare, se reagire o meno. Temevo che si accorgessero del suo comportamento, e mi vergognai. Meglio: avrei voluto sprofondare. 

Dopo la delusione sentimentale con Alessandro, Elettra non sa cosa fare e ha paura di non avere la forza necessaria per ricominciare. 
Ma Elettra è una donna forte, coraggiosa e determinata, che crede in sé stessa e nelle sue capacità, ed è per lei arrivato il momento di dimostrare a tutti il suo talento, imparando a dire “NO” al suo capo, anche a costo di perdere il lavoro.
Che cosa accadrà? 

Che fosse quella la spiegazione di tanti atteggiamenti della mia simpatica collega? La ragione per cui portava gonne più corte dei suoi tacchi? Che era stata confermata prima che il suo tirocinio naturale? 
Non ci avevo pensato

Sulle pagine di Equilibrio e Benessere avevo letto che non è la ricchezza materiale a generare la felicità, una volta soddisfatti i bisogni di base. 
Per catturare la felicità serve uno scopo a cui dedicarsi, la voglia di realizzare i propri sogni. 

Lo scrittore Gian Carlo Fanori con “Elettra”, racconta la storia di una giovane donna che vuole emanciparsi, analizzandola anche dal punto di vista psicologico per far comprendere al lettore le sue fragilità ed emozioni. Lo scrittore con questo libro, evidenzia le difficoltà che ha una donna di fare carriera, specie nel mondo giornalistico, dove oggi sono più importanti gli espedienti e gli indumenti a discapito dell’intelligenza e della padronanza linguistica. 
Gian Carlo Fanori con “Elettra”, vuole dimostrare a tutte le donna che c’è sempre un modo per ricominciare, che bisogna imparare a dire “NO”, anche a costo di perdere il posto di lavoro. 
Lo stile di scrittura  scorrevole, piacevole, profondo, riflessivo e psicologico, grazie alle ampie descrizioni inserite dallo scrittore, che permettono al lettore di entrare in empatia con Elettra. 
I temi trattati sono i sogni, l’emancipazione, le ambizioni personali, il giornalismo, l’amore, il tradimento, le molestie sessuali sul luogo di lavoro, l’insegnamento, la società, ma anche le difficoltà di ogni donna di farsi strada, di essere assunta in una redazione, dopo aver dovuto rispondere all’ennesima domanda: “Sei fidanzata?” “Hai figli?” 
Per ogni donna non è facile inserirsi nel mondo del lavoro, specialmente in alcuni settori, come il giornalismo, in cui oggi è sempre più evidente l’aspetto fisico di ogni giornalista a discapito della serietà, della bravura e delle doti linguistiche. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta dello scrittore di analizzarli dal punto di vista psicologico. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro, che evidenzia le difficoltà delle donne di inserirsi nel mondo del lavoro. 
Consiglio questo libro anche a tutte quelle donne che hanno paura di ricominciare, perchè grazie a Gian Carlo Fanori e alla sua analisi realistica di Elettra, non avrete più paura e vi sentirete forti, proprio come la protagonista. 
Ringrazio lo scrittore Gian Carlo Fanori per avermi inviato la copia cartacea del libro, che mi ha toccato particolarmente perchè affronta una tematica a me vicina, ovvero la difficoltà di una donna di diventare una giornalista al giorno d’oggi, rimanendo reale e integra con sé stessa, senza dover dire “Si'”, o senza doversi svestire per ottenere un posto di lavoro. 
Buona lettura 📚📚!!

“Quanti miracoli” di Nicholas Sparks

Titolo: Quanti miracoli 
Autore: Nicholas Sparks 
Traduttore: Alessandra Petrelli 
Casa Editrice: Sperling & Kupfer 
Collana: Pandora 
Data uscita: 24 Settembre 2024 
Pagine: 416 
Genere: Romanzo rosa 

Perchè l’amore è più di un sentimento. E’ condividere la vita, e solo dopo che ci siamo sposati ho capito davvero quante cose avevamo in comune. Condividiamo gli stessi valori, la stessa etica, siamo entrambi cattolici. Siamo d’accordo su come crescere i figli, sul fatto di risparmiare per la pensione invece di spendere tutto adesso, se durante le vacanze andare a trovare i miei o i suoi genitori, persino su cosa fare nei fine settimana. 
Credo che più ti trovi in sintonia su cose di questo genere, più ti senti una squadra, ti senti coinvolto. Detto questo, ovviamente non è semplice. 
Le relazioni richiedono impegno. […]
C’è un sacco di lavoro da fare, da entrambe le parti. Abbiamo litigato. Alzato la voce. Ci siamo sbattuti la porta in faccia, abbiamo dormito in camere separate, in certi momenti siamo stati addirittura vicini alla separazione. […]
Tutte le relazioni hanno alti e bassi, ma alla fine ci siamo impegnati per far funzionare le cose, e così è stato.

Il protagonista del libro è Tanner Hughes, un uomo più alto della media con un fisico muscoloso, pieno di tatuaggi e molto affascinante. Tanner ha ricevuto l’affetto e l’educazione dai suoi nonni, che si sono ritrovati a crescerlo dopo la morte della loro unica figlia. Sua madre, era morta poco dopo il parto ed essendo una madre single, Tanner non aveva mai visto suo padre. 
I suoi nonni lo hanno cresciuto con tanto affetto, cercando di colmare il vuoto e l’assenza dei genitori. 
Tanner è abituato sin da bambino a spostarsi continuamente, dato che il nonno lavorava nell’esercito. E’ proprio grazie a suo nonno che Tanner, decide di seguire le sue orme, e di diventare ranger dell’esercito. Tanner non ha una casa perchè è sempre all’estero, impegnato in una nuova missione. E tutte le volte che Tanner deve rientrare a casa dai nonni, non vedeva l’ora di ripartire per la prossima avventura. 

<<La gente>> disse Tanner. <<Pur essendo un Paese povero, paragonato agli Stati Uniti o all’Europa, la gente ride tantissimo. Le persone sono brave a trarre piacere dalle cose di tutti i giorni, nonostante le difficoltà della vita. Il Camerun sta vivendo una grave emergenza – profughi a causa delle guerre in corso nei Paesi confinanti, e ovunque ci sono povertà e sofferenza, ma mi hanno sempre stupito la forza e la felicità della gente rispetto all’America.>>

Ma la sua vita cambia radicalmente quando la nonna, prima di morire, gli rivela il cognome del padre che non ha mai conosciuto e dove trovarlo. La nonna era molto preoccupata per il nipote, così solo, senza una casa, senza affetti, senza radici, che sul punto di morte gli aveva rivelato la verità sul padre. 

Mi preoccupa lasciarti da solo, sembrava voler dire, la tua vita non ha radici. Quando Tanner aveva tentato ancora una volta di spiegarle che i suoi ultimi viaggi erano stati per lui un modo per rendere omaggio agli amici scomparsi, lei aveva scosso la testa. 
<<Ti serve…una casa.>> aveva ansimato. […]
Trova il posto a cui appartieni e fallo tuo. 

Tanner non ha molte informazioni del padre, conosce solamente il cognome “Johnson” e che probabilmente, si trova ad Asheboro. E’ così che Tanner decide di partire per Asheboro, in North Carolina per avere qualche notizia in più su suo padre. 
Tanner è in città da meno di ventiquattr’ore, quando si imbatte in una ragazzina di diciassette anni di nome Casey Cooper, che aveva urtato per sbaglio la sua macchina. 
E’ così che Tanner conosce la madre di Casey, una donna molto intelligente e bella di nome Kaitlyn Cooper. Kaitlyn è una mamma single, una dottoressa molto brava che trascorre tutto il suo tempo tra lo studio, le visite a domicilio e casa, circondata dall’affetto dei suoi due figli: Casey, la figlia adolescente più grande e Mitch, un bambino dotato di un’anima sensibile. 

A prima vista sembrava troppo giovane per essere la madre di Casey. Gli abiti informi non bastavano a nascondere le curve generose e quando alzò una mano per sistemare una ciocca ribelle a Tanner parve di cogliere un’incertezza, un’esitazione che probabilmente derivava da una delusione passata, forse un rimpianto. Per cosa? Si domandò. 
Era soltanto una sensazione, un moto istintivo, ma mentre la osservava ricomporsi e scendere la veranda, i piedi scalzi con le unghie rosse che spuntavano da sotto l’orlo dei jeans, si sorprese a pensare: Questa donna ha una storia da raccontare e io voglio conoscerla.

Tanner rimane molto colpito da Kaitlyn, tra loro scatta subito una connessione inaspettata, come se si conoscessero da anni. 
Il destino di Tanner e Kaitly, si intreccia con quello di Jasper, un signore di ottant’anni, che vive da solo con il vecchio cane Arlo. Jasper ha perso tutta la sua famiglia in un tragico incidente, che gli ha rovinato completamente la vita. 
Una sera, Paul uno dei suoi quattro figli, aveva acceso il fuoco in giardino, mentre lui e sua moglie Audrey, ma anche gli altri figli David, Mary e Deborah erano già a letto. In poco tempo, il fuoco si era alzato fino dal tetto, avvolgendo completamente la casa. E’ così che Jasper aveva perso tutta la sua famiglia in quel tragico incidente. 
Jasper è determinato a salvare dai bracconieri un cervo bianco avvistato nella foresta. Il cervo bianco rappresenta per Jasper, una creatura leggendaria, che gli ricorda l’infanzia e l’ispirazione che aveva avuto il padre e il nonno. 
La narrazione e i personaggi, si intrecciano tra di loro, creando un vero e proprio miracolo. La vita di Tanner, Kaitlyn e Jasper cambierà per sempre…
Lasciate entrare nel vostro cuore ogni parola.. e la vostra vita, cambierà radicalmente.

I loro occhi si incontrarono. Per un tempo che parve infinito, lui rimase a fissarla, come se cercasse di leggerle dentro. Le rivolse un breve sorriso e lei sentì lo stomaco in subbuglio. Non sapeva che cosa si fosse aspettata, ma per qualche motivo l’aspetto dello sconosciuto l’aveva colta di sorpresa.

Lo scrittore più amato al mondo, autore di numerosi bestseller mondiali, con i suoi libri insegna ai lettori la vita, diventando una vera guida e Maestro di vita. Le storie che Nicholas Sparks, racconta nei suoi romanzi sono profonde, emozionanti, romantiche e rappresentano fedelmente la vita vera, con le sue gioie, dolori e tragedie. 
Nicholas Sparks non ha certo bisogno di presentazioni, tutti i suoi romanzi sono stati bestseller del New York Times, tradotti in più di cinquanta Paesi e hanno venduto oltre 100 milioni di copie di cui cinque milioni solo in Italia. 
Nicholas Sparks dopo aver pubblicato recentemente, “Noi due come in un sogno,” “Quando si avvera un desiderio” e “La magia del ritorno”, torna in libreria con un nuovo romanzo emozionante e potente. “Quanti miracoli”, racconta la bellezza della vita, i viaggi che intraprendiamo e che toccano il nostro cuore lungo il cammino. 
La storia di Tanner, Kaitlyn e Jasper, insegnerà al lettore che da una tragedia o da qualsiasi avversità, può sorgere qualcosa di inaspettato, di bello, in grado di sconvolgere completamente la vita. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, profondo, delicato, emozionante, ogni parola è piena di sentimento, di umanità, che si rivela una vera “coccola” per l’anima del lettore. 
I temi trattati sono gli incidenti, il suicidio, i sensi di colpa, l’esercito, la caccia, la fede, la segregazione razziale, l’amicizia, l’amore e la vita, con i suoi momenti dolorosi, ma anche capace di regalarci emozioni nuove ed imprevedibili, che ci fanno brillare come una stella. 

La madre di mio nonno era nera e, a quanto si diceva, il padre era un bianco. E tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta in Alabama, questo significava crescere in condizioni difficili. Non poteva andare a nuotare nella piscina comunale, non poteva mangiare in certi posti, doveva farsi da parte se incrociava un bianco sul marciapiede. Frequentava scuole separate, ovviamente, dato che nello Stato la segregazione durò fino a dopo che si era diplomato, ma non era del tutto accettato neanche là. Da ragazzo era rimasto coinvolto in tantissime zuffe e credo fosse per questo che alla fine si era arruolato nell’esercito. Voleva andarsene dall’Alabama. 
Intorno all’inizio degli anni Sessanta ha conosciuto mia nonna e, ovviamente, la famiglia e gli amici di lei l’hanno isolata quando se ne è innamorata e l’ha sposato. Sono passati anni prima che riallacciassero i rapporti. Nel frattempo, lui era stato mandato in Vietnam, aveva fatto il proprio dovere in patria, ma negli anni Settanta c’era ancora un sacco di gente che non accettava una coppia mista come vicini di casa.

I personaggi sono strutturati bene grazie alle ampie descrizioni inserite dallo scrittore, che permettono al lettore di entrare in empatia con ognuno dei personaggi coinvolti nella storia. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che vogliono leggere una storia vera, profonda, emozionante, in grado di travolgere e catturare qualsiasi lettore. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che credono nei miracoli, piccoli o grandi, a chi sta attraversando un periodo buio e ha bisogno di ritrovare fiducia nella vita o nel destino. *
Buona lettura 📚📚!!

“La figlia del Reich” di Louise Fein

Titolo: La figlia del Reich
Autore: Louise Fein
Traduttore: Anna Rusconi
Casa Editrice: Sonzogno
Collana: Romanzi
Data uscita: 27 Maggio 2021
Pagine: 480
Genere: Romanzo storico

<<Mi piace quando mi baci. Solo che non possiamo…>> 
<<Sì, invece. Approffittiamo di ogni occasione, finché ne abbiamo la possibilità. Chi può dire cosa accadrà in futuro.>>

Il libro è ambientato a Lipsia negli anni Trenta, durante l’ascesa del nazismo. La protagonista del libro si chiama Hetty Hofmann, una ragazza impetuosa e piena di entusiasmo, cresciuta con gli ideali e i valori di rinascita predicati dal nazismo. Suo padre ha il compito di gestire un giornale, compito molto importante per plasmare le opinioni delle persone, attraverso articoli di propaganda, volti ad esaltare il Führer e il nazismo. 

Rimetto giù il giornale. Un paio d’anni fa papà aveva portato me e Karl in redazione. Non vedeva l’ora di mostrare a mio fratello quanto fosse meraviglioso quel posto e di convincerlo a prendere in mano le redini, prima o poi. Noi eravamo rimasti incantati ad ammirare l’andirivieni dei giornalisti e ad ascoltare i telefoni che squillavano e la gente che gridava da una parte all’altra della scala. Papà ci aveva spiegato la rapidità con cui era necessario scrivere gli articoli e scegliere le foto per ogni edizione. 
Avevamo guardato le enormi macchine tipografiche in moto, la precisione con cui i tipi di metallo venivano disposti nelle gabbie, lettera dopo lettera, parola dopo parola. La fatica, le condizioni di lavoro, il sudore, la polvere, il calore e la passione: avevamo chiesto a nostro padre il perchè di tanto sforzo, se la gente si limitava quasi sempre a dare un’occhiata ai titoli, per poi buttare il giornale.
Lui aveva reagito con stupore: <<Questo è lo strumento più prezioso che abbiamo!>> Ci aveva risposto tutto infervorato: << Con queste parole d’inchiostro possiamo letteralmente forgiare la nostra nazione. Una notizia in sé non è niente: la notizia è potere confezionato in un messaggio che viene diffuso e ripetuto. Grazie a questo giornale, io ho il potere di fare circolare per il mondo quello che voglio e nel modo in cui voglio che le masse lo comprendano. 

Hetty riceve un’educazione molto rigida, sia in casa che a scuola, lei rappresenta il modello “perfetto” della brava ragazza tedesca. Hetty crede ciecamente nel Führer e nella sua visione della “grande Germania”, che avrebbe portato prosperità e un futuro radioso, costituito solo dall’unica razza pura: la razza ariana. 

<<Resilienti. Forti. Indipendenti. Ragazze degne di diventare le madri della razza padrona. Ecco che cosa si aspetta da voi il nostro Führer.>> […]
E non dimenticate mai le regole della BDM: purezza, pulizia, virtù, obbedienza e remissività. […]
Dice bene: una brava ragazza tedesca non fa mai domande e non si lamenta, ma agisce per il bene della comunità. Le ragazze devono essere alte, forti e belle senza ricorrere a trucchi ed espedienti. Dobbiamo avere un aspetto pulito e curare l’igiene personale. Dobbiamo essere modeste e pudiche.
Soprattutto, una ragazza deve sempre mettere gli uomini prima di sé e sostenerli nei loro sforzi per quanto stanche siamo, per quanto possiamo aver lavorato, i loro bisogni vengono prima dei nostri. 
Il nostro dovere è servire il Führer, la Germania e i nostri futuri mariti. 

Ma un giorno, Hetty scopre che Walter Keller, un tempo il migliore amico di suo fratello Karl, è ebreo. Hetty non riesce a credere che, proprio quel ragazzo che tanti anni fa, le aveva salvato la vita al lago, sia ebreo. A scuola, aveva imparato a distinguere tramite l’aspetto fisico un tedesco, da un ebreo… ma Walter non aveva gli occhi vicini, il naso grosso e sproporzionato, i capelli neri e crespi, come la loro compagna di classe Freda, Walter aveva i capelli biondi e perfetti, degli occhi bellissimi azzurri e profondi come il cielo. 
Come è possibile che Walter sia un ebreo? 
Come può una persona così generosa, che aveva rischiato la sua vita per salvarla, essere considerato “inferiore” e addirittura discriminato e perseguitato?
Hetty non riesce a capire, sa solo che adesso Walter è costretto a non andare più a scuola perchè è considerato da tutti un ebreo. 
Un giorno, Hetty mentre passeggiava con il suo cane, incontra per caso Walter, un ragazzo proprio come lei ma considerato un “errore”, un “ladro” perchè ebreo. Ma agli occhi di Hetty sarà sempre Walter, il ragazzo gentile e affascinante, in grado di ascoltarla e farla sorridere. 

<<Siamo stranieri in patria.>> […]
<<Provaci, per un attimo solo. Immagina se il tuo paese volesse liberarsi di te: sei una fedele cittadina tedesca ma non hai più un posto dove andare.>> 

Giorno dopo giorno, Hetty incontra di nascosto Walter, incontri brevi e fugaci, ma molto importanti perchè lui le rivela gli aspetti oscuri del Reich, e le fa conoscere il vero volto del nazismo e del Führer. 
E’ così che Hetty si ritrova smarrita, tutti gli ideali e i valori con cui è cresciuta e che ha sempre sostenuto, condiviso, erano solo menzogne e celavano il vero volto crudele, feroce e violento del Führer e del nazismo. 
Hetty è confusa, lacerata ma le parole e il sentimento profondo che prova per Walter, sono più forti di tutto. I loro appuntamenti, sono pieni d’amore e anche se molto rischiosi per entrambi, rappresentano l’unico momento in cui essere semplicemente sé stessi. 
L’atmosfera a casa di Hetty diventa sempre più oppressiva, specialmente da quando Karl, è stato arruolato nella Luftwaffe e lei, non ha più nessuno con cui parlare, confrontarsi e confidarsi delle recenti scoperte. 
Hetty dovrà decidere che cosa fare: essere una brava tedesca o seguire il proprio cuore? 
Riuscirà a fingere di essere una brava tedesca, adesso che conosce il vero volto del nazismo? 
Che cosa sceglierà Hetty?

Se ripenso agli albori del Reich, alla speranza di un futuro magnifico, mi domando come abbiamo fatto in così pochi anni ad arrivare dove siamo ora. Perchè nessuno si è reso conto davvero che stavamo scatenando un mostro. Un mostro che ha potuto crescere fino a trasformarsi in una forza incontrollabile, che nessuno ormai può più fermare. 

La scrittrice Louise Fein con “La figlia del Reich”, racconta una commuovente storia d’amore e sacrificio, durante l’ascesa del nazismo, ispirandosi alle vicende della sua famiglia. 
Il lettore si ritroverà a vivere una struggente storia d’amore tra Hetty e Walter, che incarnano la storia di Romeo e Giulietta, ambientata in un periodo difficile. 
I temi trattati sono il nazismo, le leggi razziali, i campi di concentramento, la notte dei cristalli, il giornalismo, l’educazione insegnata a scuola, la propaganda, i mezzi e la censura del Regime, i rapporti familiari, la morte, l’amicizia e l’amore vero, capace di sfidare ogni pregiudizio e pericolo, anche a costo di incorrere nelle morte.

Il giorno che sono arrivato, l’11 Novembre, ci hanno trasportato con dei camion all’ingresso del campo. Ci hanno fatto saltare giù e per raggiungere il cancello abbiamo dovuto correre tra due file di SS armate di mazze e sbarre di ferro che al nostro passaggio ci picchiavano. Al cancello c’è stato un ingorgo, cercavamo tutti di entrare per sfuggire alle guardie, per un attimo mi sono appoggiato con la mano al muro, in modo da mantenere l’equilibrio mentre gli altri mi spintonavano. Uno di loro, me l’ha colpita con una sbarra di ferro e con tutta la forza che aveva. Mi ha spezzato tre dita. Spappolata. La punta del mignolo era ridotta a una specie di poltiglia, un dolore indescrivibile. Sono svenuto e finito per terra, ma mi hanno picchiato finché non sono riuscito a rialzarmi. 

Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante e struggente, che racconta una storia d’amore e profonda tra due adolescenti considerati diversi agli occhi della società. 
Per la prima volta, la scrittrice racconta la discriminazione razziale degli ebrei, servendosi degli occhi e della voce della protagonista, una ragazza educata con i valori e i principi predicati dal Führer e che un giorno, capisce di essere stata ingannata in virtù di un uomo senza scrupoli e violento. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta della scrittrice di descrivere minuziosamente ogni personaggio (anche quelli posti ai margini). Ogni personaggio viene descritto sia dal punto di vista fisico che psicologico, incastrando la storia di ognuno di loro all’interno della storia, una storia appassionante, emozionante di un amore proibito durante il nazismo. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, profondo, che mette in luce come è nata la propaganda e il consenso al nazismo, una storia raccontata da una ragazza cresciuta con gli ideali del Führer che si ritrova a mettere in dubbio tutta la sua vita. 
Consiglio questo libro perchè “le lezioni del passato non vanno mai dimenticate”, è fondamentale ricordare la storia e le azioni crudeli e inumane che sono state eseguite dai nostri simili. 
Buona lettura 📚!!