Titolo: Il mio nome è Emilia del Valle Autore: Isabel Allende Traduttore: Elena Liverani Casa Editrice: Feltrinelli Collana: I narratori Data uscita: 20 Maggio 2025 Pagine: 320 Genere: Saghe familiari
Essere donna è un grave limite per aver successo nel mondo in generale, in particolare in una professione quasi totalmente al maschile.
Isabel Allende torna in libreria con “Il mio nome è Emilia del Valle”, che racconta i fatti realmente accaduti in Cile durante la seconda metà del XIX secolo. La protagonista del libro si chiama Emilia del Valle, nata a San Francisco nel 1866, sua madre Molly Walsh, di origini irlandesi era stata sedotta da un cileno mentre stava prendendo i voti per diventare una novizia. Molly Walsh ai tempi, era una ragazza molto ingenua e buona, ed era rimasta affascinata da questo ragazzo cileno appartenente all’alta società, che dopo essersi approfittato della ragazza e dei suoi sentimenti, l’ha abbandonata. Molly Walsh ha dovuto ricostruire completamente la sua vita, ritirandosi dal seminario con in grembo il frutto del suo peccato. E’ così che è nata Emilia del valle, cresciuta nel quartiere umile di Mission District, sotto la guida di Francisco Claro, soprannominato dalla protagonista “Papo”, il padre adottivo e maestro di origini messicane, che aveva sposato Molly Walsh quando era incinta. Emilia del Valle è una donna dotata di una mente curiosa e brillante, pronta a sfidare le norme sociali pur di seguire la sua passione per la scrittura. Grazie agli insegnamenti e alla guida del padre adottivo, Emilia inizia sin da ragazzina a scrivere dei romanzi d’avventura utilizzando lo pseudonimo maschile di Brandon J. Price. Dopo qualche anno, Emilia, guidata dall’impulsività e dalla sua passione per la scrittura, si presenta nella redazione del “Daily Examiner” per candidarsi per il ruolo di giornalista. Il direttore, inizialmente scocciato dalla sfrontatezza della ragazza, decide di farle scrivere un articolo sull’omicidio di un certo Arnold Cole. Emilia da brava giornalista, intervista la sua fonte e scrive un articolo brillante, innovativo, il primo da giornalista all’interno del Daily Examiner con lo pseudonimo di Brandon J. Price. Emilia per dimostrare di essere una giornalista, ha dovuto affrontare i pregiudizi di essere donna, ma la protagonista è una donna controcorrente rispetto all’epoca narrata nel libro e non ha paura di niente, nemmeno di recarsi in Cile come corrispondente di guerra, per raccontare ai lettori la devastante guerra civile del 1891. La protagonista, a partire dall’agosto del 1891, inizia il suo lavoro di corrispondente in Cile e assiste alla rovinosa battaglia di Concón, descrivendo i fatti cruenti e sanguinosi senza filtri ai suoi lettori. In Cile, Emilia sente il richiamo della terra, che la porta a indagare sulle sue origini, cercando di ricostruire la storia della sua famiglia. Con la determinazione, la forza e l’indipendenza di Emilia, il lettore assisterà in prima persona alla straziante guerra del Cile, in cui la morte, il dolore e la distruzione sono l’unico risultato della guerra civile. Lasciatevi travolgere dalla storia di Emilia del Valle, una storia d’amore e guerra, ma anche di scoperta e redenzione, raccontata da una giovane donna coraggiosa che non ha paura di sfidare le norme sociali del tempo.
La scrittrice Isabel Allende, una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola, torna in libreria con “Il mio nome è Emilia del Valle”, che racconta i fatti realmente accaduti in Cile, in particolare la guerra civile avvenuta nel 1891. I temi trattati sono la storia e la guerra civile in Civile, il giornalismo, i rapporti con i genitori, gli inganni, la religione e i pregiudizi che una donna doveva subire per essere indipendente. Lo stile di scrittura è abbastanza scorrevole in alcuni punti la scrittrice si sofferma a descrivere nei minimi dettagli la guerra civile cilena, appesantendo e rallentando il ritmo narrativo. I personaggi sono strutturati bene, grazie alle bravura della scrittrice di contestualizzare i personaggi al periodo narrato. Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro profondo, storico, emozionante che evidenzia i fatti tragici della guerra cilena del 1891. Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro che ha come protagonista una donna forte, intelligente, disposta a sfidare le norme sociali per essere indipendente. Buona lettura 📚!!
Titolo: Una parola per non morire Autore: Sara Bonzi Casa Editrice: Garzanti Collana: Narratori moderni Data uscita: 29 Aprile 2025 Pagine: 352 Genere: Romanzo giallo
La storia del quinto senso e mezzo era stata un gioco del vecchio caporedattore, appassionato lettore di Dylan Dog. Ma chi ha affiancato Elena negli anni sa che Carlo Bazzo aveva ragione. Il segreto del lavoro di Elena, infatti, non sta nella metodicità (anzi, quella non è proprio una sua caratteristica) bensì nelle sue intuizioni. E’ come se lei, di tanto in tanto, annusando l’aria, percepisse qualcosa alla quale razionalmente non sa dare un nome. Il suo cervello registra l’informazione, lavora sottobraccio e spinge Elena a dire cose o compiere azioni apparentemente senza senso o fuori contesto. Ma alla fine quell’intuizione iniziale, nove su dieci, si rivela giusta e l’accompagna, più o meno consapevolmente, alla soluzione del caso a cui sta lavorando.
Nel primo volume “Nove giorni e mezzo” (Garzanti, 2022), abbiamo conosciuto e ci siamo affezionati alla protagonista Elena Donati, una giornalista con la passione per il mistero che la porta a investigare come una detective. Ma se non avete ancora letto il primo volume “Nove giorni e mezzo”, vi consiglio di recuperarlo per comprendere meglio alcune dinamiche e l’indagine che aveva condotto Elena direttamente in ospedale.
Ma siete pronti/e a conoscere il nuovo caso di Elena Donati? Il secondo libro “Una parola per non morire” di Sandra Bonzi, è il libro del momento con una protagonista brillante, intelligente, capace di trascinare il lettore nelle sue indagini.
Ma chi è Elena Donati? Elena Donati è una giornalista di cronaca, per il principale quotidiano della città di Milano, che ha un nuovo caporedattore Giorgio Scotti, un trentenne che ha rivoluzionato completamente la redazione. Giorgio Scotti ha eliminato la versione cartacea, dato che la riteneva superata e obsoleta, creando una versione digitale, moderna e rivoluzionando le risorse umane, i contenuti, la deontologia e l’etica del giornalismo, oltre che l’aspetto degli uffici. Le tre parole al centro della linea editoriale di Scotti sono: storytelling, social ed interattività. Elena appartiene a quella generazione di giornalisti, che divulga la notizie, dopo avere verificato la veridicità della fonte, a differenza di Scotti, che ha come unico obiettivo: fare scoop, ottenendo il maggior numero di visualizzazioni e di mi piace.
<<Sei fuori tempo massimo. Il giornale può brillantemente fare a meno di te, ma tu non lo vuoi ammettere. Sei incollata alla poltrona, incapace di cedere il passo a chi non può interpretare la realtà meglio di quanto tu possa anche solo immaginare. Sei legata a vecchi schemi di pensiero, a valori morali senza senso e metodi di lavoro che puzzano di archeologia industriale. Sei lenta, incapace anche solo di comprendere la velocità alla quale tu sei totalmente inadatta. Guardati allo specchio. Cosa aspetti a farti da parte?
La violenza verbale con cui Scotti l’ha aggredita è un pugno allo stomaco che lascia Elena senza fiato. Vorrebbe saltare alla giugulare di quell’uomo così crudele, che purtroppo riesce a solleticare i suoi peggiori pensieri e liberare la voce interiore che anni di analisi sembrano non essere stati sufficienti a disinnescare o almeno a intercettare e annientare prima che dilaghi e affoghi. Quella maledetta voce che le sussurra che sì, il mondo è cambiato il suo tempo è finito. La velocità di cui parla Scotti lei l’ha sempre liquidata come superficialità, ma forse non è così, forse non è in grado di comprenderla e deve mettersi da parte.
Da quando era arrivato Scotti, ad Elena era stato proposto il pensionamento anticipato, ma lei non si sente ancora pronta a lasciare la redazione, che considera a tutti gli effetti una seconda casa. E’ così che Elena, divide la sua vita, tra lavoro, indagini e casa. Elena ha due figli di vent’anni, di nome Anna e Marco, è sposata da trent’anni con Ettore, un professore universitario, che non vede l’ora (a differenza di Elena), di andare in pensione per trasferirsi nella casa di campagna tra le colline piacentine. Ma Elena, può contare sull’appoggio e il sostegno della sua migliore amica dai tempi della quarta ginnasio, Claudia Dal Pozzo. Claudia è una stimata magistrata della procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. A differenza di Elena, Claudia è single, vive la vita con leggerezza e ha un aspetto molto femminile, proprio come Margherita, la madre della protagonista. Claudia e Margherita sono molto simili, pur appartenendo a due generazioni diverse, entrambe condividono la consapevolezza e l’uso manipolatorio del proprio fascino.
Ma Claudia è molto più che un’amica. E’ sorella, anima gemella, compagna di vita. E’ la persona che la conosce meglio di chiunque altro e che, pur essendo a diecimila chilometri di distanza, ha le antenne per esserci quando lei ne ha bisogno e la capacità di unire i puntini, fare collegamenti e quindi comporre per approssimazione una foto parziale che, di solito, non è lontanissima dall’originale.
Sua madre e Claudia si erano intese fin da subito, fin dalla prima volta in cui era venuta a casa sua a studiare. Pur appartenendo a due generazioni diverse, condividevano la consapevolezza del proprio fascino e l’uso manipolatorio che ne facevano. Sua madre, ne è certa, avrebbe preferito avere lei come figlia. Margherita e Claudia attraversavano la vita con la stessa leggerezza e determinazione, lo sguardo maschile sul loro corpo le rivitalizzava e il gioco della seduzione non aveva alcun segreto per loro. Tutta roba che invece lei, proprio perché figlia di Margherita, faceva fatica a maneggiare. Quella madre così femminile era stata, per Elena adolescente, molto faticosa, tanto che per sopravvivere e per trovare una sua identità si era inconsapevolmente allontanata da tutto ciò che era l’armamento classico del femminile, dalla scarpa con il tacco alla scollatura, al vestito che accarezza il corpo e al rossetto che sottolinea il sorriso. Era stato grazie a Claudia, alla complicità che le due ragazze avevano sviluppato, se poi negli anni Elena aveva recuperato qualche pezzo di quel bagaglio a lungo negato.
Ma Elena deve fare i conti, anche con la separazione dei suoi genitori, Margherita e Mario, che all’età di ottant’anni, hanno capito di voler prendere due strade diverse. Da quel momento, Margherita vive insieme alle simpaticissime sorelle Giuffrida, che insieme al loro volpino, formano un gruppetto molto spiritoso, che farà divertire il lettore. Invece, Mario, dopo aver sofferto per l’allontanamento di Margherita, si è innamorato di Maria, la portinaia del suo palazzo. Mario e la Maria condividono molte cose, ad iniziare dall’amore e passione per i libri, che li ha spinti ad aprire Scenù, una sorta di biblioteca-bistrot, in cui è possibile leggere i libri in negozio o prenderli in prestito. Da Scenù, oltre a leggere i libri, c’è un bar gestito dall’agente Russo, che cerca di accontentare i clienti più esigenti, proprio come Margherita, che frequenta assiduamente il locale per trovare dei difetti.
NoLo, North of Loreto. A Milano la densità media di pubblicitari, influenzerà e strateghi del marketing, ha prodotto un fiorire di nuovi quartieri. O meglio, loro sono sempre gli stessi ma, con quel nome lì che fa tanto NYC, sono diventati improvvisamente cool. Ed è qui in piazza Morbegno -che fino a qualche anno fa era periferia e nessuno voleva venirci a vivere e che invece adesso is the place to be e gli appartamenti hanno prezzi proibitivi- che Mario e la Maria hanno coronato il loro sogno e aperto un piccolo locale. E’ uno spazio molto gradevole, accolto con affetto dalla gente del quartiere. Qui hanno portato i loro libri e chiunque voglia può portare i propri e metterli a disposizione di chi entra in questo piacevole salotto dove i libri non si comprano né si vendono. Una sorta di bookcrossing, perchè il desiderio della coppia è che gli avventori condividano il loro amore per la letteratura. Quindi, qui si può chiacchierare, leggere, incontrare gli autori, assistere a piccole performance, partecipare a gruppi di lettura.
Scenù è il luogo in cui ogni persona è libera di essere sé stessa, frequentato da persone appartenenti a estrazioni sociali diverse, dalla signora Rosetta Cerri, benestante e snob, che controlla a vista il figlio Valentino, soprattutto, quando incontrano da Scenù, Albachiara, una prostituta che grazie alla Maria, si è appassionata ai libri e alle storie d’amore.
Sull’amore sono stati versati fiumi d’inchiostro, fin dai tempi antichi. L’amore è stato celebrato, reclamato, sbugiardato, esaltato e tradito da scrittori di tutte le epoche e di tutti i continenti. E’ il tema per eccellenza per la letteratura alta e colta, ma anche per quella più popolare e d’intrattenimento. Anna sa che la Maria non fa differenza tra il feuilleton semplicistico e il grande romanzo. L’unica cosa che le interessa è che siano dei buoni libri.
Oltre alla signora Cerri e Albachiara, Scenù è frequentato da Tobia Weissburgunder, un signore di settant’anni, con un particolare accento su cui ha messo gli occhi Margherita, ma c’è anche Giorgio Bianchi, un ragazzo di trent’anni, con un fisico scolpito, che si reca al locale per prendere un libro per la sua ragazza. Maria aveva capito fin da subito, che Giorgio Bianchi si vergognava di dire che il libro era per lui, e grazie alla sua abilità, di far avvicinare le persone ai libri, era riuscita a far appassionare quel ragazzo alla lettura. E’ proprio questo il bello di Scenù, un locale frequentato da persone di estrazione sociale diversa, che condividono l’amore per i libri.
Anna si guarda intorno. Come abbiano fatto il nonno e la Maria a mettere in piedi un posto dove mondi, linguaggi, riferimenti culturali così diversi, possono incrociarsi, lei proprio non se lo spiega, L’incontro tra la signora Cerri e il Bianchi potrebbe essere materiale di studio per una tesi di laurea in antropologia. Rappresentano due realtà che a Milano difficilmente incappano l’una nell’altra. La città apparentemente inclusiva e democratica, ha un radicato classismo che si declina nelle zone in cui è divisa. A Milano si nasce, si vive e si muore nella stessa zona. […] Le contaminazioni arrivano solo dall’esterno, da coloro che a Milano non sono nati ma ci sono arrivati per studio o per lavoro, e prima di fare cuccia traslocano mille volte, girano per la città, cambiano zona, frequentano gruppi diversi, mischiano conoscenze. Contaminano per quanto gli è concesso.
Ma un giorno, all’improvviso, si registra la scomparsa una ragazzina di nome Anna Maria Berceti, che dopo essere andata a danza non è più tornata a casa dai genitori. La polizia ha provato a cercarla ma nessuno, né genitori, né amici e insegnanti, sanno dove sia Anna Maria Berceti. Tutta la città di Milano è attonita e ferita, si è stretta in silenzio attorno ai genitori, che dal giorno della scomparsa di Anna, hanno smesso di vivere. Elena, dato che è madre, capisce i sentimenti dei genitori di Anna, lei stessa ha paura per Anna e Marco, che rientrano sempre più tardi a casa e hanno deciso di girare per il mondo tra ONG ed Erasmus vari.
<<Eddai, Elena… Perchè sei così in ansia?>> <<Perchè ho paura”, vorrebbe urlargli. Perchè Elena, e come lei qualsiasi altro genitore- sa che dare la vita a un figlio significa regalargli una valigetta che contiene cose belle e brutte, gioie e dolori, avventure e cadute, successi e malattie, amore e morte. Ma nessuno pensa che, un giorno, il proprio figlio possa essere ridotto in schiavitù ed essere assoggettato ai desideri di qualcuno che crede di possedere un altro essere umano. Perchè, escluso l’allontanamento volontario, la scomparsa di Anna Maria apre scenari inquietanti, uno peggiore dell’altro, dalla violenza al traffico internazionale di organi, fino al sequestro per lo sfruttamento della prostituzione. La necessità di capire qualcosa di più di quel mondo a lei incomprensibile, fatto di ferocia, ragazzine sparite e vite sospese, l’aveva spinta a cercare in rete. E lì aveva trovato l’indicibile. Spietatezza, desiderio di sopraffazione e possesso. E l’orrore l’aveva allagata. Come spiegare tutto ciò a Ettore?
Per questo motivo Elena, quando legge il nuovo articolo del “suo” giornale, si arrabbia con Scotti per aver scritto delle notizie senza fondamento, non pensando a quei poveri genitori, devastati dal dolore. Elena cercherà di indagare sulla sparizione della ragazza, servendosi di Andrea, praticante giornalista-hacker e Giulia, la segretaria della redazione. Ma Elena, è stata soprannominata dal precedente caporedattore Carlo Bazzo “quinto senso e mezzo”, per le sue brillanti intuizioni, ed è sicura che c’entri il femminicidio con la scomparsa della ragazza. Elena ha poco tempo a disposizione per presentare a Scotti il nuovo articolo, articolo che deve fare luce sulla scomparsa di Anna Maria. Come fare? Mentre Mario e la Maria si godono le loro vacanze alle terme, Scenù viene gestito da Anna e Marco, felici di aiutare il nonno. Ma un giorno, Anna decide di controllare tutti i libri presenti da Scenù, dopo che sua nonna Margherita, non aveva perso l’occasione per criticare Maria, accusandola di avere nel locale tutti i libri pieni di scritte. Anna voleva evitare che sua nonna Margherita, infastidisse per ogni singola cosa Maria, che aveva trasformato il nonno Mario in una persona felice e piena di vita. Sfogliando tutti i libri, Anna scopre che Margherita, aveva ragione: i libri presentano delle scritte. Ma non si tratta di scarabocchi… forse, quelle parole hanno un significato e sono state scritte da qualcuno/a che ha bisogno d’aiuto? Anna decide di contattare Albachiara, cliente abituale di Scenù e sua mamma per vederci chiaro.
Ma ciò che aveva colpito Anna, a mano a mano che proseguiva con il lavoro, era stato rendersi conto che i segni proseguivano sempre lo stesso schema: non si trattava di parole sottolineate, ma di lettere cerchiate con una matita o carboncino. Ne aveva parlato con Albachiara che, dopo aver sentito il racconto, si era ricordata che anche lei, in un paio di libri che aveva preso in prestito, aveva notato qualche segno, ma non ci aveva dato troppo peso. Si era quindi proposta di aiutarla e, dopo aver controllato assieme, le due erano giunte alla conclusione che la mano, la tecnica e le lettere debolmente cerchiate erano sempre le stesse e mai nella stessa pagina, bensì sparse nel libro.
E’ così che Elena, formerà una squadra improbabile, formata dalle simpaticissime sorelle Giuffrida, Andrea, l’agente Russo e i suoi figli Anna e Marco. Che cosa scopriranno? Che cosa nascondono questi libri? Elena Donati è determinata a trovare la ragazza e a risolvere il nuovo mistero. Ci riuscirà?
La scrittrice e giornalista, in vetta alle classifiche, Sandra Bonzi, dopo il successo del primo volume “Nove giorni e mezzo” (Garzanti, 2022), torna in libreria con “Una parola per non morire”, con una nuova indagine condotta dalla brillante giornalista-detective Elena Donati. “Una parola per non morire” è un thriller contemporaneo, in cui il mistero e la vita quotidiana si fondono, creando una trama misteriosa, coinvolgente, ma anche divertente. I temi trattati sono il giornalismo, la separazione dei genitori, il cambiamento generazionale, la tecnologia, l’adolescenza, i misteri, l’amicizia, l’analisi, l’amore, la scomparsa, i pregiudizi, il femminismo, i rapporti tra colleghi, le indagini e i libri che tra le loro pagine, oltre a nascondere delle storie, nascondono un segreto, un mistero da scoprire.
“Come dargli torto?” si domanda Elena. La velocità dei cambiamenti rende il mondo di oggi lontanissimo da quello vissuto da lei anche solo trent’anni prima, quindi incomprensibile per chi, come i propri figli, è cresciuto nel secondo millennio. Anche lei non aveva mai capito fino in fondo la paura vissuta dalla nonna durante la guerra e i ricordi della fame patita dal padre quando era piccolo. Ma la guerra era un tragedia che aveva travolto il mondo e stravolto la vita di milioni di persone, un’esperienza che ai suoi occhi di ragazzina era sempre apparsa così lontana da lei. Qui invece si tratta di trasformazioni epocali che hanno cambiato profondamente la vita quotidiana, le modalità di relazione tra persone. Per comprendere serve fare esperienza. Ma è possibile fare esperienza del passato? Ovviamente no.
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, misterioso, intenso, magnetico e divertente, grazie alla bravura della scrittrice di inserire alcuni simpatici siparietti tra la protagonista e i genitori, ma anche per le sorelle Giuffrida. I personaggi sono strutturati benissimo, grazie alla penna inconfondibile di Sara Bonzi, che delinea ogni personaggio nei minimi dettagli, con ampie descrizioni molto reali, che permettono al lettore di affezionarsi all’imperfezione di Elena e degli altri personaggi. Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, misterioso e psicologico, che vi porterà a indagare insieme a Elena. Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro con dei personaggi realistici, imperfetti, tanto da stringere un legame di amicizia con il lettore. Buona lettura 📚📚!!
Titolo: Tutti conoscono tutti Autore: Francesca Mautino Casa Editrice: Longanesi Collana: La Gaja Scienza Data uscita: 8 Aprile 2025 Genere: Romanzo giallo Pagine: 368
Ma non a Torino. No, signori. Sembra che stiamo tutti qui a girare a vuoto. Tutti che conoscono tutti che conoscono tutti. Siamo intrappolati, ecco cosa siamo, e nemmeno ce ne rendiamo conto.
In “Qualcuno che conoscevo” (Longanesi, 2024), il romanzo d’esordio di Francesca Mautino, abbiamo conosciuto e ci siamo affezionati alla protagonista Valentina Bronti. Valentina Bronti ha trentasette anni, è torinese, podcaster e madre di tre bellissime gemelle: Anna, Carlotta ed Emilia. Il rapporto con suo marito, Marco Ferrentini, si è rivelato un vero fallimento e Valentina, deve cercare di stare bene per sé stessa e per le sue bambine. “Tutti conoscono tutti” è il secondo libro con protagonista Valentina Bronti, se non avete letto il primo capitolo “Qualcuno che non conoscevo”, non preoccupatevi, perchè la scrittrice Francesca Mautino, cerca di contestualizzare e riassumere gli avvenimenti precedenti.
<<L’hai mai visto Titanic?>>
Mi risponde con un’espressione di stupore, un po’ come se gli avessi domandato se ogni tanto gli capita di bere dell’acqua. <<Ecco. Pensa al finale> continuo. <<E’ notte. Jack e Rose sono naufragati nel gelido Oceano Atlantico. La nave è affondata, le scialuppe si sono allontanate. Intorno a loro galleggiano i cadaveri. Trovano un pezzo di legno. Era una porta? In ogni caso, lì sopra in due non ci stanno. Allora lui si sacrifica, morendo di ipotermia. Cosa ci insegna questa storia? Jack passa tre ore di film a dire a Rose che deve mollare la sua vita fasulla, scoprire la gioia della spontaneità, essere davvero sé stessa. Lei prima rifiuta, ma poi capisce che lui ha ragione: deve liberarsi al più presto delle costruzioni di un’esistenza che ha sempre odiato, così manda a quel paese la madre bigotta e il fidanzato tossico. […] Jack muore perchè ha esaurito la sua funzione. Rose ha capito cosa non vuole più essere e cosa vuole diventare. E a quel punto Jack non serve più.
Il titolo “Tutti conoscono tutti” non è casuale, perchè la storia si svolge a Torino, la città in cui tutti conoscono tutti. La protagonista Valentina Bronti, ha imparato a vivere nell’incertezza e, dopo il successo ottenuto con il suo podcast investigativo, deve trovare delle informazioni su una nota Contessa Alberta caselli, sparita nel nulla nel 1992. Valentina, sta cercando da mesi qualche informazione sulla sparizione della contessa, senza ottenere nessun risultato. Ad aiutare Valentina, c’è Giovanna, l’ex poliziotta che ha avuto una relazione con Marco, il marito di Valentina. Il rapporto tra Valentina e Giovanna è molto particolare, i loro dialoghi e comportamenti, nel corso della storia si alterneranno da quelli lavorativi a quelli personali, mettendo in evidenza, quanto sia importante aiutarsi e sostenersi tra donne, nonostante le incomprensioni. Ma Valentina, è una donna molto intelligente e aveva già capito da tempo, che il matrimonio con Marco, era in crisi prima ancora che Giovanna si inserisse nelle loro vite. Marco è un giornalista e aveva lavorato insieme a Giovanna, per scrivere un articolo su Gemma Ferrero, una ragazza ritrovata senza vita. Ma l’indagine su questa ragazza, porterà alla luce un “finto colpevole” ovvero Michele Andreoli, che non riuscendo a sopportare le calunnie mediatiche si ammazza. Da allora, Marco, vive con il senso di colpa e teme di commettere un altro errore.
Io e Marco siamo stati separati per due anni perché lui stava affrontando un trauma che negava di dover affrontare: il senso di colpa per aver forse contribuito con i suoi articoli alla morte di un’innocente accusato di omicidio. In seguito ci siamo riavvicinati per poi decidere di lasciarci. In verità sono stata io a decidere e lui, che non ama le discussioni, ha semplicemente acconsentito, ammettendo anche di provare qualcosa per Giovanna. E io le ho chiesto di lavorare con me. Per avere la possibilità di punirla, come sostiene Antonio? O forse ha ragione Nadia: in questa città è inevitabile imbattersi nelle stesse persone, come se fossimo tutte pedine dello stesso gioco in scatola condannate a incontrarsi per sempre tra una casella e l’altra. Allora tanto vale allearsi, avevo pensato.
Valentina e Marco, insieme alle loro figlie, si dirigono alla festa di Capodanno, organizzata dalla mamma di Carla, soprannominata dalla protagonista “Principessa Leia”, per l’incapacità di ricordare tutti i nomi dei genitori dei compagni di scuola delle gemelle. E sarà, proprio durante la festa di Capodanno, che Valentina dovrà fare i conti con i ricordi dolorosi del suo passato. Alla festa di Capodanno incontra Cristiana Landorni, la sua ex compagna di stanza ai tempi dell’università. Valentina e Cristiana, non sono mai andate molto d’accordo… ma un giorno, Cristiana aveva lasciato la camera senza nemmeno pagare l’affitto. Cristiana era amica di Mattia, il ragazzo che nel Marzo del 2006, è stato ritrovato annegato in un lago artificiale, dopo essere andato a un concerto con i suoi amici. E’ così che Valentina, si ritrova a scavare in un passato fatto di insicurezze, inganni, giochi crudeli e amicizie tradite.
Ognuno è convinto della propria personale verità, ma la luce, oltre il groviglio di vite, credo che sia raggiungibile. Non devo pensare complicato, ecco cosa devo fare. La soluzione forse è semplice e a portata di mano.
Un giorno, Valentina incontra una vecchia conoscenza, ovvero Davide Callieri, il migliore amico di Mattia, adesso autore di una serie true crime chiamata “Misteri risolti”. Incontrare Davide, non sarà semplice per Valentina perchè dovrà fare i contri con le proprie scelte e le loro conseguenze. Valentina, grazie all’aiuto prezioso di Giovanna, cercherà di fare luce sulla strana morte di Mattia: è davvero annegato nel lago artificiale? O qualcuno lo ha spinto? Riusciranno a scoprire che cosa è accaduto a Mattia, quella sera?
I nostri visi sono vicini. Ha gli occhi verdi e i suoi occhi sono la cosa che più mi ha colpito, quando ci siamo conosciuti. Erano come un mare mosso dal vento. Se non ti ci immergi non è pericoloso. E adesso mi sembra che l’acqua stia ribollendo. Qualcosa si muove.
La scrittrice Francesca Mautino, dopo il successo del primo volume “Qualcuno che conoscevo” (Longanesi, 2024), pubblica “Tutti conoscono tutti”, con le nuove avventure e indagini di Valentina Bronti. Il lettore si affezionerà facilmente a Valentina, una donna e madre che cerca sempre di scoprire la verità, anche su stessa. Molte lettrici si identificheranno in lei, perchè è una donna molto realistica, che mostra le sue paure, le sue fragilità, come il timore di essere una madre sbagliata. Ma Valentina, sfida la vita e le sue insicurezze, sempre con il sorriso e umorismo. I temi trattati sono il matrimonio, i tradimenti, la maternità, l’amicizia, il sostegno tra donne, il giornalismo, lo stupro, il senso di colpa e l’amore.
Quando ho scoperto di essere incinta ero felice, ma più passavano i mesi più la felicità scemava sostituita da qualcos’altro. Ammettere che non sei al massimo della gioia, quando aspetti un bambino è un tabù. Quando ne aspetti tre è ancora peggio, perchè tutti squittiscono frasi tipo <<Tre? Devi essere felice il triplo!>>, come se l’intensità di un sentimento fosse una formula matematica.
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, avvincente, ricco di misteri e contemporaneamente divertente. I personaggi sono strutturati molto bene, grazie alle abilità della scrittrice di rendere ogni personaggio coinvolgente ed estremamente realistico, ad iniziare dalla protagonista Valentina. Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano perdersi tra le strade di Torino, a chi desidera indagare insieme alla protagonista, su una morte misteriosa avvenuta diciassette anni prima. E’ un romanzo che si legge tutto d’un fiato, grazie alla bravura della scrittrice di usare uno stile sempre empatico ed ironico. Spero di leggere presto il continuo perchè mi sono affezionata a Valentina e alle sue simpaticissime gemelle. E voi, avete letto il primo volume? Vi piacciono i libri gialli, ma con la giusta dose di ironia? Fatemelo sapere nei commenti!! Buona lettura 📚📚!!
C’era qualcosa di strano, d’inusuale: c’era qualcuno nella camera da letto. Che fosse un ladro? Emilio riflette per alcuni secondi: la porta d’entrata era chiusa e non aveva notato nessun segno d’infrazione attraversando il pianterreno. Con precauzione si avvicinò alla porta, senza far rumore, e l’aprì leggermente, trattenendo il respiro. Davanti a lui apparve l’orrore allo stato puro: sua moglie Stefania imbavagliata, era trattenuta alla sponda del letto con delle manette, mentre un uomo, robusto e dalla pelle scura, la stava violentando con impeto.
Emilio Altieri ha una prestigiosa gioielleria nel centro di Milano, ma quel sabato pomeriggio non si sentiva molto bene, a causa dell’eccessivo alcool della sera precedente, presente nel suo corpo. La commessa Clara Petracci, vedendo le sue condizioni, lo invita a rientrare a casa prima dell’orario di chiusura della gioielleria. Emilio rientra a casa, ma vede la luce filtrare da sotto la porta della camera da letto. Decide di aprire la porta e si ritrova ad assistere ad una scena agghiacciante. Sua moglie Stefania, era imbavagliata e legata alla sponda del letto, mentre un uomo la stava violentando. Emilio non esita nemmeno un secondo, prende la pistola e uccide l’aggressore. Ma l’aggressore si chiamava Abdul, ed era l’amante di sua moglie Stefania. Ma di chi è la colpa? Di Emilio che ha premuto il grilletto o di sua moglie Stefania? Perché lo ha ucciso?
Stefania ed Emilio hanno un figlio, che si chiama Luca e vuole fare il giornalista. All’età di vent’anni, Luca si ritrova a scoprire la verità, che gli era sempre stata nascosta da sua madre Stefania, dalla zia e dalla nonna. Sua nonna Esmeralda poco prima di morire, rivela a Luca che suo padre Emilio è vivo. Da questo momento, Luca si sente spaesato, non sa più chi sono realmente i suoi genitori e decide che deve indagare per scoprire la verità. Ma cosa è la verità? Quella raccontata dai giornali e che diamo per scontata? O quella che ha bisogno di essere analizzata nel profondo per farla emergere?
<<Un giornalista non deve solo descrivere i fatti: deve capirli. La nostra professione è purtroppo decaduta orrendamente in questi ultimi anni. Molti cosiddetti “giornalisti”, non sono altro che dei diffusori d’informazioni ricevute da altri: la gente non indaga più, non si chiede più il perché delle cose, non fa altro che prendere materiale preconfezionato dagli uffici stampa o dall’Ansa e sbatterlo in faccia al pubblico, senza una lettura critica, senza chiedersi come siano andate veramente le cose.>>
Lo scrittore Alessandro Quadri di Cardano con “La verità non conta”, unisce l’omicidio e l’inchiesta giornalistica in modo magistrale, catturando l’attenzione del lettore. La narrazione si alterna tra passato e presente; il lettore cercherà di unire ogni dettaglio, ogni tessera del puzzle, che a poco a poco apprenderà nel corso dell’indagine. I temi trattati sono l’amore, la gelosia, il rapporto con i genitori, l’inchiesta giornalistica, i sospetti, la violenza sessuale e il significato della verità. Lo stile di scrittura è scorrevole, descrittivo, pieno di suspence che incuriosisce il lettore fino alla fine del libro. I personaggi sono strutturati bene, grazie alle minuziose descrizioni, inserite da parte dello scrittore. Alessandro ha rappresentato una sorta di spettacolo, in cui ogni personaggio viene manovrato, nell’ombra, tramite un filo come se fosse un burattino. Consiglio questo libro a tutte/i coloro che vogliono un libro pieno di colpi di scena, a chi vuole ritrovarsi ad indagare nell’inchiesta giornalistica insieme al protagonista. Ringrazio lo scrittore Alessandro Quadri di Cardano per avermi inviato il suo libro cartaceo, che da appassionata di giornalismo ho apprezzato moltissimo, ritrovandomi ad indagare nell’inchiesta insieme a Luca. Vi siete mai chiesti che cosa è la verità? Avete mai guardato con occhio critico alle notizie che leggete ogni giorno sui giornali? Fatemelo sapere nei commenti!! Buona lettura 📚📚!!