“Vegliare su di lei” di Jean-Baptiste Andrea

Titolo: Vegliare su di lei 
Autore: Jean-Baptiste Andrea 
Casa Editrice: La Nave di Teseo 
Collana: Oceani 
Data uscita: 3 Settembre 2024 
Pagine: 480
Genere: Romanzo contemporaneo 

Viola mi tese la mano e io la afferrai, e in quel preciso momento diventai scultore. Certo, lì per lì non mi resi conto di niente. Ma fu in quel momento, nell’unione dei nostri palmi in quella congiura di sottobosco e civette, che ebbi l’intuizione che c’era qualcosa da scolpire. 

“Vegliare su di lei”, si è aggiudicato il prestigioso Premio Goncourt 2023 e, racconta la storia di Michelangelo Vitaliani, detto “Mimo”. Mimo è un personaggio di fantasia dello scrittore ma, nella narrazione, ha rivoluzionato completamente il mondo artistico con le sue sculture controccorrenti come la “Pietà Vitaliano” (ispirandosi alla celebre “Pietà” di Michelangelo Buonarroti), o la scultura di San Pietro, realizzata per Monsignor Pacelli. 

Riporto qui di seguito, un pezzo tratto dal libro, in cui lo scrittore descrive magistralmente la Pietà di Michelangelo Buonarroti e la confronta con la Pietà Vitaliani: 

La Pietà Vitaliani presenta numerose analogie con la sua illustre antenata, quella di Michelangelo Buonarroti, esposta nella Basilica di San Pietro a Roma. E’ una scultura a tutto tondo, alta un metro e settantasei, larga un metro e novantacinque e profonda ottanta centimetri. A differenza dell’altra, però la Pietà Vitaliani, non sembra essere stata pensata per essere esposta in alto. La base vera e propria ha uno spessore di soli dieci centimetri. 
Fedele alla tradizione, la Pietà raffigura la Madonna che sorregge il figlio dopo la deposizione della croce. Anche in questo caso il modello romano non sembra lontano. Cristo è adagiato sulle ginocchia della madre. La precisione anatomica è ancora più scrupolosa che nell’opera del Buonarroti. O, per essere più precisi, la precisione è analoga, ma, a differenza del suo predecessore, Vitaliani non cerca di rendere bello il suo Cristo. Gli effetti della crocifissione sono visibili nella rigidità del corpo, saturo di acido lattico. Paradossalmente, tradurre la rigidità in un materiale duro come il marmo, non è un’impresa facile. Richiede un uso accorto dello scalpello, perchè risulta visibile solo per contrasto. Contrasto con la serenità del volto, col sorriso accennato sulle labbra dell’uomo. 
Vitaliani non cerca di rendere bello il suo Cristo, che pure lo è suo malgrado, con le guance glabre scavate dall’agonia, gli occhi chiusi sfiorati dalla mano preziosa della madre. Dall’opera si sprigiona una sconcertante impressione di movimento, ancora una volta in contrasto con lo stile ieratico di Buonarroti. 
Impressione niente affatto metaforica: molti spettatori, dopo averla fissata a lungo, hanno giurato di averla vista muoversi. 
Il contrasto raggiunge il culmine nella spettacolare figura di Maria. La madre guarda il figlio con un tenero sorriso, una strana assenza di paura e angoscia in cui molti hanno visto la spiegazione del mistero e dell’isteria. La Vergine è pura dolcezza. Una ciocca di capelli le sfugge dal velo e ricade sulla guancia sinistra. Il volto esprime una profonda serenità, piena della vita che ha appena abbandonato il figlio. 

La scultura di San Pietro, realizzata da Mimo e descritta nel libro in questo modo: 

Più volte Pacelli fece per parlare, ma cambiò idea. Sapevo cosa provava. Il mio San Pietro non corrispondeva a quello che aveva in mente. Che senso aveva realizzare ciò che la gente si aspettava? […]
Il mio San Pietro non era il saggio barbuto e paffuto che si vedeva ovunque. Aveva i lineamenti del Cornuto. Perchè aveva vissuto, sofferto come soffre un uomo che rinnega per tre volte il suo migliore amico, un tradimento che nessuno gli permetteva di dimenticare, letto anno dopo anno in tutte le chiese del mondo. E reggeva la chiave del Paradiso senza l’aria solenne degli altri. […]
San Pietro aveva lasciato cadere la chiave. Era sospesa davanti a lui, tra la sua mano aperta, contratta nel vuoto per afferrarla, e il suolo. L’avevo attaccata alla veste, che sfiorava, con un filo metallico quasi invisibile. 
L’effetto era strabiliante. 

Ma prima di diventare uno scultore, chi era Michelangelo Vitaliani? 
Michelangelo Vitaliani è nato in una famiglia di poveri immigrati italiani, che avevano lasciato la Liguria per trasferirsi in Francia in cerca di fortuna. Mimo aveva ereditato dal padre la passione per la scultura. 
Sin dalla nascita, Mimo è affetto da nanismo, considerato da tutti come un nano, un brutto scherzo del destino. Ma il destino, anche se non gli aveva donato l’altezza, aveva per lui, in serbo qualcosa di più grande, ovvero il grande talento per la scultura. 

Non ho mai portato rancore ai miei genitori. Se la pietra ha fatto di me ciò che sono, se una magia nera era all’opera, come mi ha tolto, la pietra mi ha dato. La pietra mi ha sempre parlato, tutte le pietre: calcaree, metamorfiche, persino le pietre tombali, quelle su cui presto mi sarei sdraiato ad ascoltare le storie di coloro che giacciono. 

Quando era piccolo, Mimo ha perso il padre, che era stato  chiamato al fronte per difendere il territorio francese. Il padre era uno scultore, aveva una piccola bottega dove tagliava pietre, restaurava doccioni o scolpiva delle meravigliose fontane. Il padre, aveva insegnato a Mimo i rudimenti dell’arte, durante la Prima Guerra Mondiale, quando lui era ancora troppo piccolo. 
Ma la morte del padre, ha rivoluzionato completamente la vita di Mimo. 
La madre era di nuovo incinta e non riusciva a mantenere tutti i suoi figli, pertanto, aveva deciso di affidare Mimo a “zio Alberto” (anche se non era proprio uno zio di sangue, ma suo nonno, aveva contratto un debito con il nonno di Mimo), in Italia. 
Zio Alberto abitava a Torino e anche lui, come il padre di Mimo, era uno scultore, ma dedito più alla bottiglia di vino rosso che allo scalpello. Alberto sembrava vecchio, ma non lo era, perchè aveva trentacinque anni, ma il vizio della bottiglia lo faceva sembrare anziano.
La madre, aveva mandato Mimo da zio Alberto, nella speranza che consolidasse e migliorasse a lavorare la pietra, ma Alberto non gli insegnò niente… ma Mimo aveva un grande talento, una grande passione e ogni volta che vedeva un blocco di marmo o una pietra intatti, riusciva già a immaginare l’opera finita. 
Ma un giorno, zio Alberto, decide di abbandonare la città di Torino e di acquistare una bottega a Pietra d’Alba, dove Mimo conoscerà Viola Orsini. 
A Pietra d’Alba, vi erano essenzialmente due clienti: la Chiesa e gli Orsini. Lo zio Alberto, che conduceva uno stile di vita dispendioso a causa del vizio del bere, decise di presentarsi dagli Orsini, che gli affidarono numerosi lavori e restauri importanti. 

Apparve Pietra d’Alba, stagliata contro il sole nascente sul suo sperone roccioso. La sua posizione, me ne resi conto un’ora dopo, era ingannevole. Pietra non era arroccata su una rupe, ma adagiata sul ciglio di un altopiano. Proprio sul ciglio: tra le mura di cinta del paese e l’orlo del baratro c’era un margine che consentiva a stento a due persone di incrociarsi. Poi cinquanta metri di vuoto, o più esattamente di aria pura, carica di essenze di resina e timo. 

Ma è grazie allo zio e a Pietra d’Alba, che Mimo ha conosciuto Viola Orsini. Nessuno, conosce con certezza l’origine della famiglia Orsini, ma attorno ad essa vi erano numerose leggende, che vengono narrate all’interno del libro. L’unica cosa certa, è che gli Orsini erano una famiglia importante, tra le più potenti di tutta la Liguria. 
Viola Orsini, è una ragazza estremamente intelligente e ambiziosa e ha un sogno: volare. Ma i suoi genitori, hanno in mente qualcos’altro per lei: il matrimonio. Ma Viola è determinata a non sposarsi, desidera costruirsi un futuro, ed è per questo che Viola, si reca di nascosto nella biblioteca del padre per studiare ogni manuale, in particolare le tecniche di volo, studiate da Leonardo. 

Volevo dimostrarti che non ci sono limiti. Non c’è né alto né basso. Nè grande né piccolo. Ogni frontiera è un’invenzione. Chi capisce questo infastidisce quelli che inventano quelle frontiere, e ancora di più quelli che ci credono, cioè quasi tutti. So cosa dicono di me in paese. So che la mia stessa famiglia mi trova strana. 
Chi se ne importa. Saprai di essere sulla strada giusta, Mimo, quando tutti ti diranno il contrario. 

Sin da bambina, Viola va contro le consuetudini tipiche, della classe aristocratica e sogna in grande, fregandosene delle opinioni della sua famiglia e delle persone del paese. 
Secondo gli usi della famiglia Orsini, Mimo e Viola non si sarebbero mai dovuti incontrare e parlare, ma a lei le differenze di ceto non interessano. 
E’ così, che nasce una bellissima storia d’amore platonica tra Mimo e Viola. Mimo e Viola diventeranno i “gemelli cosmici”, ovvero saranno sempre legati, oltre il tempo e lo spazio e nessuno potrà mai spezzare la loro unione. 

“Che cosa significa?” 
“Che saremmo legati, oltre il tempo e lo spazio, da una forza più grande di noi che nulla, potrà mai spezzare. […]
Viola fece un salto di gioia, mi abbracciò e mi trascinò in una piccola danza. 
“Siamo gemelli cosmici!!”

Viola crede nel talento di Mimo e grazie al prestigio della sua famiglia, riesce a fargli commissionare alcune opere per la Chiesa di Pietra d’Alba. 
Ma il loro rapporto, non sarà così facile, a causa delle differenze di ceto, che sembrano precludergli ogni possibilità di stare insieme. 
Mimo si ritroverà a viaggiare da Firenze a Roma, creando delle sculture meravigliose e controcorrenti per il periodo storico narrato. Nonostante la distanza, Mimo continuerà a pensare a Viola per tutta la vita. 

Mi ci sono voluti ottantadue anni, otto decenni di malafede e una lunga agonia, per ammettere quello che già sapevo. 
Non esiste Mimo Vitaliani senza Viola Orsini. 
Ma Viola Orsini esiste senza bisogno di nessun altro.

Sullo sfondo, vengono raccontati gli anni convulsi e turbolenti della Prima Guerra Mondiale, il dopoguerra, il fascismo e la liberazione, attraverso i quali Mimo e Viola, saranno costretti a camminare, cercando di tenersi stretti l’uno all’altra, uniti da un legame incrollabile. 

Ciò che conta non è ciò che scolpisci. E’ il motivo per cui lo fai. Ti sei mai posto la domanda? Che cosa significa scolpire? 
E non rispondermi ‘spaccare la pietra per darle una forma’. 
Sai esattamente cosa intendo. 
Non potevo conoscere la risposta a una domanda che non mi ero mai posto e non finsi di saperlo. 
Metti annuì. 
“Lo immaginavo. Il giorno in cui capirai cosa significa scolpire, farai piangere gli uomini con una semplice fontana. Nel frattempo, Mimo, un consiglio. Sii paziente. Sii come questo fiume, immutabile, tranquillo. 

Il regista, scrittore e sceneggiatore francese Jean-Baptiste Andrea, dopo il successo del suo romanzo d’esordio “Mia Regina” (2018) e “L’uomo che suonava Beethoven” (2022), pubblica “Vegliare su di lei”, ottenendo il prestigioso Premio Goncourt 2023. 
“Vegliare su di lei” è un travolgente affresco, con cui si mescolano arte, storia e passione, creando una storia avvincente ed emozionante. 
Il lettore resterà travolto dallo stile poetico dello scrittore, che attraverso le parole arriva dritto al cuore. 
I temi trattati sono la prima guerra mondiale, il dopoguerra, il fascismo, la liberazione, la morte, il nanismo, i pregiudizi, l’immigrazione e l’amore, l’amore per l’arte e quello eterno, tra un uomo e una donna, capace di sopportare qualunque cosa pur di inseguire i propri sogni. 
Lo stile di scrittura è poetico, sublime, magistrale, avvincente ed emozionante, a tratti diretta e cruda, con un tocco di cinismo, ma con l’obiettivo di scavare nel profondo dell’essere umano per scoprire i desideri più intimi. 
I personaggi, sono strutturati molto bene perchè Mimo e Viola sono due personaggi forti, pagina dopo pagina il lettore assisterà alla loro evoluzione. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere una storia con una trama originale ed avvincente, con un finale inaspettato. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che desiderano una lettura piena di avvenimenti storici, dalla prima guerra mondiale fino ad arrivare al periodo della liberazione.
Ma la protagonista indiscussa, di questo libro è l’arte, la scultura che si mescola perfettamente alla storia, arrivando al cuore del lettore con una forza inaspettata!!
Lasciatevi travolgere dalla penna di Jean-Baptiste Andre, alla scoperta delle sculture di Michelangelo Vitaliano!!
Buona lettura 📚📚!!

“Le cose che ci salvano” di Lorenza Gentile

Titolo: Le cose che ci salvano 
Autore: Lorenza Gentile 
Casa Editrice: Feltrinelli 
Collana: Universale Economica 
Formato: Tascabile *
Data uscita: 21 Maggio 2024 
Pagine: 320 
Genere: Romanzo contemporaneo

Non possiamo evitare gli ostacoli, né pensare di non fallire mai, ma i nostri limiti sono la nostra ricchezza: ci dicono chi siamo e dove possiamo arrivare se troviamo il coraggio. Raccontano la nostra storia e ci aiutano a scrivere il seguito. 
Sbagliamo, a volte per proteggerci, altre per farci spazio, facciamo del male agli altri, spesso a noi stessi, non riusciamo a far andare il passato, manchiamo il presente, perdiamo la speranza nel futuro, ma sappiamo anche ascoltarci, tenderci la mano, credere in un progetto e, magari, provare a realizzarlo. In qualsiasi caso, esserci l’uno per l’altro. 
Queste, ora lo so, sono le cose che ci salvano.

La protagonista del libro si chiama Gea, una ragazza tuttofare di ventisette anni, che abita in un condominio sui Navigli di Milano. Gea ha avuto un’infanzia molto difficile, è cresciuta in un posto sperduto insieme alla sua famiglia. Suo padre, dopo una brutta delusione a lavoro, si era allontanato insieme alla sua famiglia, in un posto isolato, di nome “La Rocca”. 
La Rocca è sempre stato un rifugio per Gea e la sua famiglia… ma non si può vivere con la paura, il terrore di vivere. 

Il mondo là fuori, ti aspetta. E’ lì per te. Non puoi limitarti a guardarlo dalla finestra. Ogni minuto vissuto nel mondo sarà intenso e prezioso. Potrà essere doloroso, correrai dei pericoli; ma sarà solo la dimostrazione che sei viva. E lo scopo della vita è vivere, non avere paura.

Per questo motivo la protagonista, dopo la morte della madre, trova la forza e il coraggio di lasciare il padre e il fratello per provare a vivere per davvero.  E’ così che Gea, si arrangia come tuttofare nel condominio in cui abita. 
Gea crede nel riciclo e nel dare nuova vita alle cose che aggiusta e che distribuisce, insieme a pillole per lo spirito -poesie, origami. Gea pratica l’economia circolare di quartiere, un modo per riutilizzare e dar vita alle cose, all’interno del quartiere dove abita che non oltrepassa mai. 

Buttare è sprecare un’opportunità, spesso la migliore. A cosa possono mai servirmi un mix assortito di cavi connettori? […] 
Bè, è proprio questo il punto: tutto può tornare utile prima o poi. Se salvi una cosa, questa un giorno può salvare te. 

Gea è una ragazza diversa dalla sua età, a causa dell’infanzia difficile ha molte insicurezze e paure, ma non ha amici della sua età. Gea può contare sull’affetto e amicizia di Dalia, una signora di ottant’anni, ma anche dell’amicizia di un ragazzino di tredici anni, che sogna di diventare autista di corriera.

Ciò che accomuna i semi, a prescindere dalla tipologia, è che possiedono tutto il necessario al loro interno. Fin dal principio a vederli possono apparire senza peso, ma si piò star certi che dentro hanno un cuore in cui pulsa ogni cosa che può essergli utile in futuro. 
Le persone sono semi. Ognuna ha dentro di sé tutto ciò di cui avrà bisogno al momento opportuno, il suo vero destino ha già sedimentato nell’intimo. Non importa quanto tempo ci vuole: il momento della crescita, alla fine, arriva.

Ma un giorno Gea, vede la saracinesca alzata del “Nuovo Mondo”, una vecchia bottega di rigattiere, in cui era stata da bambina insieme alla nonna. Da allora Gea, ha sempre sognato di ritornare nel Nuovo Mondo, anche per rispettare una vecchia promessa… Ma la proprietaria del negozio Dorothy, non c’è più e il Nuovo Mondo è in pericolo, dato che è stato messo in vendita per assenza di eredi, cancellando per sempre l’unico ricordo felice dell’infanzia di Gea. 
All’interno del Nuovo Mondo, ci sono ancora molti oggetti antichi, ogni oggetto ha una sua storia e Gea, grazie ad alcune nuove amicizie, cercherà di salvare questo piccolo negozietto di quartiere. 
Grazie al Nuovo Mondo, Gea ha la possibilità di mettersi in gioco. di stringere nuove amicizie come con Adelaide, una ragazza madre che si è appena trasferita, insieme alla figlia Aria nel condominio di Gea, per ritrovare la propria libertà e indipendenza, dopo la fine di una relazione tossica, ma anche con Priscilla, un avvocato che sta cercando di modificare il suo lussuoso appartamento per cancellare ogni ricordo del suo ex. 

Una persona mi ha fatto male davvero, in passato. Voleva che gli appartenessi, mi faceva sentire un’immagine senza contorno. I contorni li disegnava lui per me. All’inizio mi piaceva, mi dava sicurezza. Finalmente mi sentivo qualcuno. Ma poi quei contorni hanno cominciato a starmi stretti, perchè mi imponevano di essere solo quello che decideva lui. 
Volevo andare oltre, ridipingerli con i miei colori. Volevo essere anche altro, di più. Ma non mi era permesso. Ero stretta fra le linee che erano state disegnate per me. […] 
Ho scelto il colore, ho scelto di sentirmi leggera, ho scelto di esser tutti i personaggi che voglio, di cambiare contorni ogni giorno, se lo desidero. Non voglio più permettere a nessuno di ingabbiarmi, definirmi, possedermi. Io e Aria siamo sole ora. Ma siamo libere e siamo insieme. 

Per la prima volta Gea, si mette in gioco per salvare il Nuovo Mondo, perchè tutto ciò che salviamo finisce a sua volta per salvare noi, magari dandoci il coraggio di ritagliare il nostro spazio nel mondo. 
Riuscirà Gea a salvare il Nuovo Mondo? 
Riuscirà Gea a vivere senza paura?

La scrittrice Lorenza Gentile dopo il successo di “Le piccole libertà” (Feltrinelli, 2021), pubblica “Le cose che ci salvano”, mostrando al lettore un modo diverso di vivere, proprio come la protagonista della storia. 
I temi trattati sono le fragilità, le paure, il riscatto, l’infanzia, l’amicizia, l’amore, le relazioni tossiche, i rapporti con i genitori, il consumismo, l’economia circolare di quartiere e le cose, tutti gli oggetti “vecchi”, che hanno una storia e che grazie alla protagonista, tornano a vivere. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante, profondo, ricco di positività e di spunti di riflessione per il lettore. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni inserite dalla scrittrice che permettono di entrare in empatia con Gea e gli altri personaggi. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, in grado di toccare il cuore e l’anima di ogni lettore. Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che hanno un blocco del lettore, la penna della scrittrice vi trasporterà nel mondo di Gea, alla riscoperta di sé e della bontà delle persone. 
Buona lettura 📚📚!!

“Tutto il bello che ci aspetta” di Lorenza Gentile

Titolo: Tutto il bello che ci aspetta 
Autore: Lorenza Gentile 
Casa Editrice: Feltrinelli 
Collana: I narratori 
Data uscita: 4 Giugno 2024 
Pagine: 320 

Mi manca il fiato. Qual è stato il mio ultimo giorno felice? Lo so, non ho alcun dubbio. L’ho saputo per tutto questo tempo. Ho cercato di dimenticarlo ostinandomi in questa direzione, ma una parte di me è rimasta lì. 
Quando qualcosa non va fai un movimento contrario, ho letto da qualche parte. E quando sei sommerso dalle cose che non vanno, quando ti sembra di non avere più scampo, che cosa puoi fare per salvarti?
Tutt’a un tratto lo so. So cosa devo fare.
Anzi, cosa voglio fare. 
Sì, amici della notte. Solo un salto nel vuoto può salvarmi, una pazzia: tornare alle cose com’erano prima. […] 
Tornare al posto in cui sono cresciuta, alle persone che erano con me, alla felicità che mi sono lasciata dietro. Lì sono rimasti impigliati i miei sogni, le mie aspirazioni, i frammenti di me stessa che non riesco a rimettere insieme. 

Avete mai pensato al significato della parola “felicità”? La felicità viene associata a un insieme di emozioni, che ci producono soddisfazione e benessere. 
La protagonista del libro, una ragazza di trentaquattro anni di nome Selene, vive a Milano e sta affrontando un periodo difficile a causa delle poche entrare del suo ristorante. Mentre Selene riflette sui suoi fallimenti, ascolta un programma serale alla radio e si ritrova a pensare all’ultima volta che è stata veramente felice. Quando ha smesso di essere felice? 
Selene decide di allontanarsi da Milano, dai suoi problemi e dal ristorante, per ritornare nel luogo in cui era cresciuta: la Puglia. 
Dopo un lungo e faticoso viaggio, Selene arriva in Puglia e sente di essere tornata a casa, nel paesino bianco che l’aveva resa veramente felice. Selene era cresciuta in un ashram (comunità spirituale induista), circondata dall’affetto degli amici e della sua famiglia. 
Chi vive negli ashram ha uno stile di vita semplice, basato sulla cooperazione e condivisione: si lavora insieme, si aiuta chi ha bisogno, si agisce con compassione e senso etico, con spazi riservati alla Meditazione e alla Yoga. 
Per lei, la Puglia rappresenterà il luogo in cui ritrovare sé stessa, la felicità perduta e gli affetti come gli amici e l’anziana tata di famiglia Flora. Flora è una donna anziana, un punto di riferimento per la protagonista, grazie a lei Flora scopre nuovamente i profumi e i sapori culinari pugliesi. 
Tra le radici della sua terra, Selene imparerà a godersi la vita nel bene e nel male. Perchè anche i fallimenti, le delusioni fanno parte della vita e bisogna imparare a viverli con serenità, scoprendo la parte interiore di noi stessi. 
Riuscirà Selene a ritrovare sé stessa?
Riuscirà Selene a godere di tutto il bello che l’aspetta?

Ma cosa vuol dire fallire? E’ il concetto di fallimento a essere fuorviante. Viviamo nell’epoca della ricerca ossessiva della realizzazione, intesa come risultato tangibile, come numero. Viviamo per diventare un numero. Il fallimento è concepibile solo come un incidente di percorso verso il successo. 
Ma il fallimento è parte della vita, esiste e basta. Quando la rosa perde i petali non pensa certo “sto fallendo”, così come il bruco diventa farfalla non si gode il trionfo. Semplicemente si adeguano al proprio destino.
Il problema sta nell’idea che si possa sbagliare. Che le nostre, chiamiamole deviazioni, siano degli errori o che si stia perdendo tempo, che ci sia fretta di arrivare da qualche parte. 
Bisogna amare le nostre deviazioni, invece.
Ci rendono noi.

La scrittrice Lorenza Gentile dopo aver pubblicato molti romanzi di successo, pubblica “Tutto il bello che ci aspetta”, attraverso il percorso interiore di Selene, il lettore comprenderà le traiettorie della vita, la difficoltà di affrontare gli errori e le scelte intraprese. Il lettore si ritroverà a riflettere sul reale significato della parola “fallimento”. La vita ci pone quotidianamente a delle scelte, decisioni che possono essere sbagliate e bisogna avere il coraggio di rialzarsi. Bisogna imparare a vedere lo sbaglio, il fallimento come un nuovo inizio, una possibilità per arrivare a inseguire i propri sogni. 

Flora ha ragione, quando tutto intorno a te pare grigio e smorto, se guardi bene c’è sempre qualcosa magari di piccolo, che invece brilla, e non bisogna permettere che passi inosservato.

I temi trattati sono l’ashrama, la famiglia, il ristorante, i debiti, le amicizie e gli affetti, la Yoga, la felicità e il fallimento. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante e riflessivo, grazie alle abilità della scrittrice di catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine. 
I personaggi sono strutturati bene, ad iniziare dalla protagonista Selene, una donna che ha paura di aver sbagliato tutto dalla vita e viene descritta dalla scrittrice in modo realistico, ma anche gli altri personaggi “secondari” della storia sono molto importanti come Flora, Guido, Marco, Dante e Oronzo. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano fare un viaggio interiore tra le emozioni, gli affetti e i ricordi, immerso nelle bellissime coste pugliesi. 

Ti svelo un segreto: l’inattività, che non produce nulla, rappresenta una forma intensa e preziosa di vita. E’ alla base della felicità. 

Buona lettura 📚📚!!

“Guarda che è vero” di Valentina Romani

Titolo: Guarda che è vero 
Autore: Valentina Romani 
Casa Editrice: Rizzoli 
Collana: Varia 
Data uscita: 28 Maggio 2024 
Pagine: 208 
Genere: Romanzo contemporaneo 

Non so come mi sento
Se su o giù 
Forse nel mezzo 
Di un paesaggio immaginario 
Dove sognerei, amerei
Essere

Ascolta tutti gli altri, con grande attenzione. Gli adulti non lo dicono, e probabilmente lo scoprirai crescendo, ma nell’ascolto risiede la rivoluzione più grande: solo ascoltando gli altri potrai tirare fuori le tue considerazioni. 

La protagonista del libro si chiama Ellen, una ragazza di ventiquattro anni, vive a Roma insieme al suo cagnolino, un bellissimo barboncino di nome “Moty”, che sta per “motivo della mia esistenza”. 
Ellen è appena stata licenziata dal proprietario di una libreria, e adesso, ha solo qualche lavoretto di traduzione e non sa quale sarà il suo futuro. 
Ellen è una ragazza solare, dolce, spontanea, che dice sempre la verità, anche quando potrebbe non piacere alle persone; ed è stato proprio questo, il motivo del suo licenziamento. 
Una mattina, Ellen in compagnia di Moty, decide di andare nel bar “Asimov”  per fare la seconda colazione, un’abitudine che le è sempre piaciuta per osservare le persone intorno a lei. Mario è il barista, nonché figlio del proprietario del bar, che dopo una breve chiacchierata, offre a Ellen un posto di lavoro. Ellen decide di mettersi in gioco, inizia a lavorare come barista e le viene proposto di fare la tutor-mentore-baby-sitter di un bambino di nome Giuseppe. 
Giuseppe è un bambino di sette anni, molto intelligente, simpatico e curioso, appartiene a una famiglia benestante che pretende da lui il massimo. 

Giuseppe mi piace. E’ un bambino buffo e interessante, che sa essere simpatico senza darti l’idea di voler compiacere. 
Ti guarda con curiosità e quella è una qualità preziosa; non pensa di saperne più di te, né cerca di impressionarti con la sua collezione di Pokemon, né progetta disastri per metterti in difficoltà e farti fare la figura della stupida davanti a sua madre. 

La madre Giulia Letizia, pretende che Ellen esegua una lista di attività durante il periodo estivo per “garantire il progresso umano”. Ma certe attività sono molto difficili e complesse per un bambino di sette anni, per questo motivo Ellen inserisce alcuni giochi e semplifica i concetti da spiegare a Giuseppe.
Per Ellen, sarà un’estate ricca d’impegni, in cui imparerà a vedere il mondo e Roma, attraverso gli occhi di Giuseppe, imparerà anche il vero significato della parola “amore”.  

L’attrice Valentina Romani, dopo il successo di molte serie televisive come “La porta rossa”, “Mare fuori”, esordisce con “Guarda che è vero”, riuscendo a trasmettere al lettore la spensieratezza e la positività della protagonista. 
I temi trattati sono l’amicizia, l’amore per gli animali, i libri, la verità, il rapporto genitori-figli, i sogni, il futuro, l’arte, i bambini e l’amore vero e inaspettato, in grado di cambiare completamente la vita. 

Ho capito che una statua, così come un quadro, un film, un romanzo, non è mai solo quello che vedi. Ogni volta è un invito a osservare meglio, a ricordare il mondo da cui arriva. Sono frammenti di passato, e io a volte resto davvero senza parole al pensiero che un uomo, moltissimo tempo prima, ha preso in mano uno scalpello e ha toccato quello stesso marmo. 
In pratica, l’arte è un ponte tra passato e presente, e sta a noi decidere di affrontare quel viaggio.

Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante, in cui la narrazione si alterna tra il racconto della storia e alcune poesie, in grado di arrivare dritte al cuore del lettore. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni dell’autrice Valentina Romani, che permettono al lettore di entrare in empatia e di identificarsi nella protagonista. Mi sono piaciuti tutti i personaggi, anche se il mio preferito è Ellen, una ragazza solare, senza peli sulla lingua, che ama Roma, i libri, i cani e l’arte, riuscendo a trasmettere al bambino Giuseppe, alcune nozioni complicate utilizzando parole semplici, adatte ai bambini. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano una lettura piacevole, in grado di trasportare il lettore nel mondo, nella vita di Ellen per assaporare, la gioia di vivere e di affrontare ogni giorno la vita come una bellissima giornata di sole.
Avete mai avuto paura del futuro?
Buona lettura 📚📚!! 

“Alla fine di una caramella al limone” di Rachel Linden

Titolo: Alla fine di una caramella al limone 
Autore: Rachel Linden 
Traduttore: Alessandra Casella 
Casa Editrice: Garzanti 
Collana: Narratori moderni 
Edizione: 2
Data uscita: 17 Gennaio 2023 
Pagine: 384 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Acquista: https://www.ibs.it/alla-fine-di-caramella-al-libro-rachel-linden/e/9788811007661?lgw_code=1122-B9788811007661&gad_source=1&gclid=CjwKCAiA44OtBhAOEiwAj4gpOWYAPuSGg0T7wrVOwaIo_kPlVn7oyV3zuYvCdul3z5zg5kn6khxLtxoCxcAQAvD_BwE

<<Devi seguire quel che ti fa stare bene, a prescindere dalle circostanze che la vita ti ha messo davanti. >>
<<Ma che significa? Io ho delle responsabilità. Non posso mica mollare tutto per seguire la mia felicità >>, protestai. 
Zia Gert fece un verso col naso. << Chi ha parlato di felicità? Non essere sciocchina. Ti sbagli se equipari la beatitudine alla felicità. 
Non sono la stessa cosa.>>
[…] <<Qual è la differenza?>> 
<<La felicità è effimera, instabile, spesso legata alle circostanze.>> Zia Gert scosse la mano, in un gesto di disprezzo. 
<<Se cerchi la felicità, la maggior parte delle volte finirai delusa dalla natura ultima della vita. Perché la vita è dura, a volte brutale, e spesso ingiusta. Ma cercare la tua beatitudine è tutt’altra cosa. Significa affrontare la tua realtà presente con onestà e coraggio e, in qualsiasi circostanza, continuare a cercare ogni minimo motivo di gioia, anche se è grande come la capocchia di uno spillo, nei momenti bui della tua vita. Non mollare mai. Continua a cercare la tua luce, perché c’è sempre da qualche parte, una piccola cosa di cui essere grata, qualche ragione per festeggiare, un modo per dare gioia agli altri, un nuovo modo per crescere. Vai sempre verso la luce, nella tua vita; e trovala sempre, a prescindere da tutto. 
Questa è l’essenza del significato di cerca la tua beatitudine. 
Devi essere onesta con te stessa, prestare attenzione. 
Cercare la gioia. 

La protagonista del libro si chiama Lolly, una ragazza di trentatré anni, che un giorno ritrova un vecchio diario delle medie, dove aveva scritto tutti i suoi sogni e propositi per il futuro. E’ in questo momento che Lolly capisce che non ha realizzato nessun sogno, a causa di alcuni eventi e decisioni che le hanno fatto perdere di vista i suoi desideri. 
A causa di un brutto incidente stradale, sua madre era morta, lasciando a Lolly il peso di molte responsabilità, tra cui gestire il ristorante di famiglia che si tramandava di generazione in generazione; oltre che dare un futuro migliore a sua sorella Daphne. Da quando era morta la madre, Lolly ricopriva il ruolo di madre e di sorella per Daphne. 
Mentre nel ristorante si occupava di cucinare delle buonissime torte meringate al limone, seguendo scrupolosamente la ricetta che la madre le aveva rivelato in ospedale, poco prima di morire. Oltre a cucinare, Lolly si occupava di gestire la contabilità del ristorante, cercando di trovare un modo per combattere la concorrenza. 
Ma da quando Lolly ha ritrovato il proprio diario, capisce di stare affogando nelle preoccupazioni e in alcune decisioni che aveva dovuto prendere.
Ha sacrificato tutti i suoi sogni, il suo primo grande amore Rory Shaw, per portare avanti il sogno di sua madre. 
Ma un giorno, la sua vecchia e stravagante zia Gert, le regala tre caramelle al limone, ma non sono delle caramelle normali, sono speciali e Lolly avrebbe dovuto mangiarne una prima di andare a dormire, pensando a un suo rimpianto o desiderio. 
E’ così, che la sera Lolly prende le caramelle al limone, si ritrova a gestire il ristorante dei suoi sogni, a riabbracciare la madre e con l’ultima caramellina al limone, si ritrova ad essere la moglie di Rory, l’unico uomo che lei ha sempre amato. 

Nella mano c’erano tre caramelline al limone grandi come una moneta da dieci centesimi: di un colore giallo brillante, erano a forma di limone e ricoperte di una spolverata di zucchero. […] 
<<Queste sono speciali. Ti fanno vedere la vita che avresti potuto avere. Possono farti capire qual è la strada giusta per te. 

E’ una storia che profuma di limoni, di torte meringate al limone, che sprigionano la dolcezza e l’amore, ma anche l’asprezza del limone. 
Che cosa deciderà Lolly? 
Riuscirà a lasciar andare via, ciò di cui non ha più bisogno per andare avanti?
Riuscirà a trovare un proprio posto nel mondo e a trovare la beatitudine?

Quando facciamo una scelta, necessariamente limitiamo tutte le altre. Ogni volta che scegliamo un percorso, il numero delle nostre opzioni diminuisce: ogni decisione chiude molte altre porte. Tuttavia la prendiamo, sperando di aver barattato tutte le altre possibilità con quella che noi riteniamo sia la migliore. 

La scrittrice Rachel Linden esordisce nel mercato letterario italiano con “Alla fine di una caramella al limone”, insegnando al lettore a lasciare andare quello di cui non abbiamo più bisogno e dell’importanza di seguire il proprio cuore. 
I temi trattati sono le scelte, che quotidianamente facciamo, con le loro conseguenze ma anche altri temi importanti come la morte della madre, l’amicizia, il rapporto tra sorelle e l’amore vero. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole e dolce, che permette al lettore di innamorarsi di ogni singola pagina, fino alla fine della storia. 
I personaggi sono strutturati bene, permettendo al lettore di immedesimarsi in Lolly, Daphne, Eve e Rory. 
E’ il romanzo adatto per iniziare bene il nuovo anno, per riflettere sulla propria vita e sul futuro. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che vogliono leggere una storia profonda, piena di sentimenti, amore e malinconia, con un pizzico di magia per affrontare la vita con semplicità. 
Quali sono i vostri buoni proposti per il 2024? 
Vi è mai capitato di compiere delle scelte difficili, che hanno condizionato completamente il vostro futuro? 
Fatemelo sapere nei commenti, 
Buona lettura 📚!!