“Non ti innamorare degli amanti” di Anna Dalton

Titolo: Non ti innamorare degli amanti
Autore: Anna Dalton 
Casa Editrice: Bompiani 
Collana: Narratori italiani
Data uscita: 19 Marzo 2025 
Pagine: 272 
Genere: Romanzo contemporaneo 

E questo è l’inizio della mia storia. 
Chi sono io non è importante, ma se vi fa piacere ve lo dico.
Mi chiamo Eva Marsili. 
Eva come quella Eva, quella del peccato originale. 
Io non credo in Dio e nemmeno nel peccato. […]
Mi chiamo Eva Marsili e tutto ciò che mi è accaduto dopo l’incontro con l’Angelo è scritto in questo libretto che vale nulla, perchè nulla vale se lo si legge con gli occhi chiusi. 
Io, dopo averlo conosciuto, ho aperto gli occhi.
E aprire gli occhi non sarebbe una cosa bella per molti, ma ho imparato che non siamo tutti uguali. 
C’è qualcuno, ho scoperto quel giorno in quel parco di quella villa, in quella sera d’estate dove casualmente la mia vita mi aveva portato, c’è qualcuno che è ancora più diverso degli altri. 
Io, quando l’ho incontrato quel qualcuno, il mio, ho avuto l’accortezza di non perderlo. […] 
L’attenzione non sta nell’aiutare la spiga a entrare, quello lo fa da sola, la vera dedizione, ciò che noi, ospiti, prescelti, dobbiamo assicurarci di fare è non toglierla. Stare fermi. 
Accoglierla.
Questa è la storia di come ho imparato ad accogliere.

La protagonista del libro si chiama Eva Marsili, vive a Roma e lavora come traduttrice presso “l’Editoriale de la Ladra Editrice”.  La direttrice dell’Editoriale è Enrica, una donna rigorosa nel suo lavoro, appassionata di astrologia, che aveva assunto Eva, dopo averle domandato: Di che segno sei? 
Eva Marsili è del segno della Vergine, ma a lei non interessa dell’astrologia e non crede nemmeno in un Dio, i suoi genitori avevano deciso di non battezzarla per lasciarla libera, libera di scegliere cosa fare. 
Ma Eva, in questo momento della sua vita, non si sente libera… 
Sono tre mesi, che Eva è impegnata con una nuova traduzione del “Conte di Montecristo”, tre mesi di duro lavoro andati in fumo a causa di un litigio con il suo ragazzo. 
Eva è fidanzata da molti anni, con Lui, così viene chiamato all’interno del libro. Lui rappresenta tutto per Eva, è la sua famiglia, soprattutto da quando i suoi genitori sono morti sette mesi prima.  
Eppure per Lui, Eva è troppo lenta, disordinata e quando Lui non trova qualcosa in casa, la colpa è esclusivamente di lei. 
Per questo motivo, i due avevano litigato e Lui aveva scaraventato il computer di Eva per terra, rompendolo in mille pezzi perché non trovava un documento importante di lavoro. 
Eva deve ricominciare dall’inizio con la traduzione del “Conte di Montecristo”, anche se soffre ancora per la perdita dei suoi genitori, anche se Lui, il suo grande amore e la sua unica famiglia, non la capisce. 

Non parlavo molto del mio rapporto con Lui, né al lavoro né fuori, ero cresciuta con l’idea che ciò che succede in famiglia rimane in famiglia. E Lui, dopo anni di vita insieme, era la mia famiglia. Che mi mettessi paura non contava. Anche mio padre mi metteva paura, a volte. Eppure mica era mai successo niente di male, mica eravamo finiti sul telegiornale. 
Alla fine, la paura era mia, era solo una colpa mia. 
Ma era successo, negli ultimi anni, qualcosa di strano.
Un cambiamento che forse aveva radici lontane e che, come tutte le cose che mi riguardavano, era accaduto lentamente. Perchè io ero lenta. Facevo piano. Accettavo le cose solo esplorandole un pochino per volta, soffermandomi sempre un po’ più del dovuto. 
Lui, la mia lentezza, la odiava. O forse odiava me. 
Passava le sue giornate a dirmi che mi amava, a ripetermi che mi desiderava da morire, però poi.
Era il suo sguardo, a volte. Bastava quello a farmi capire. Gli si riempivano di tensione gli occhi, le pupille si dilatavano. 
Negli anni avevo imparato come comportarmi per evitarle, quelle pupille.

Ma una sera d’estate, nel parco di Villa Sciarra, Eva incontra l’Angelo, colui che la guiderà, ascolterà e proteggerà da tutto, anche dagli amori sbagliati. 
L’Angelo non vuole nulla da lei, se non ascoltarla, appassionarsi alla sua vita, esortarla a cercare, a volere di più. Le dà solo un consiglio, che suona come un ordine: non ti innamorare degli amanti.

Ma Eva, questo consiglio, non sa rispettarlo…
E grazie all’Angelo, troverà il coraggio e la forza di lasciare Lui, con cui aveva una relazione sbagliata e possessiva. 
Eva è disposta a mettere tutto in discussione, a provare dolore per tutto il tempo che le serve a metabolizzare la fine della relazione con Lui. 

Lo avrei fatto, di mangiare, di guarire, ma con calma. Avevo addosso una sensazione strana. E si era fatta strada in me una certezza: non dovevo aggiustarlo subito, il vaso rotto. 
Non volevo precipitarmi a prendere della colla per unire i pezzi e farlo funzionare di nuovo, metterci dentro l’acqua e dei fiori freschi. Non c’era fretta. Non dovevo rendere conto a nessuno, nemmeno a me stessa. 
Volevo studiarli ancora un po’ i miei cocci, vedere di che cosa erano fatti. 

L’Angelo le starà vicino come una guida, sarà un cammino difficile e tortuoso ma Eva, decide di ascoltare il suo consiglio: inizia a leggere le poesie. 

La poesia non giudica e concede spazio a tutti.
La poesia si può comprenderla solo dopo che le cose si sono rotte. 
Prima no.
Prima scivola,
Ci vogliono le crepe per farla entrare.

E’ così che Eva, seguirà il prezioso consiglio dell’Angelo, ritrovando nelle poesie la cura per il suo dolore. 

Quanto coraggio serve per vivere, però, mica me l’avevano detto.

La scrittrice e attrice Anna Dalton, dopo aver esordito nel 2018 con “l’Apprendista geniale” (Garzanti), cui sono seguiti “La ragazza con la parole in tasca” (2019), “Tutto accade per una ragione” (2020), e “Le tre figlie” (2022), torna in libreria con “Non ti innamorare degli amanti”. 
“Non ti innamorare degli amanti” è un romanzo intenso, profondo e “spirituale”, che bisogna leggerlo attentamente, lasciandosi trasportare dalla storia e dai messaggi contenuti all’interno della trama. 
La scrittrice Anna Dalton, inserisce nella storia la figura dell’Angelo, una vera e propria guida per la protagonista, dai tratti Faustiani come un Lucifero innamorato, capace di salvare dalle onde del disamore la giovane donna che incontra in una sera d’estate. 

Un Angelo è una creatura che guida. 
Un Angelo è una creatura che protegge. 
Un Angelo è una creatura che ascolta. 
Un Angelo è una creatura che non ha le ali. 
Ma ha delle braccia così magre che non riuscirebbero a sollevarlo da terra nemmeno per gioco. Un Angelo ha dei denti imperfetti che si accavallano un pochino sul davanti. 
Ha un fiato leggero, delle orecchie grandi, un collo rasato male. 
Ci sono delle cose che un Angelo fa e che non sapevi si potessero fare. Le fa al tuo corpo ma anche alla tua anima e scopri, forse, che sono la stessa cosa.

I temi trattai sono il desiderio, l’amore, l’anima, il corpo, la fede cristiana, l’astrologia, l’amicizia, la morte dei genitori, i libri, il dolore, la violenza sulle donne e i primi segnali “di allarme” da parte di un uomo violento, la rinascita, la felicità e ascoltare sé stessi. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, intenso, emozionante, poetico e travolgente. Il lettore si ritroverà a vivere ogni emozione, tormento della protagonista, lasciandosi guidare dalla forza travolgente delle parole. 
I personaggi sono strutturati molto bene, grazie alla scelta della scrittrice di descrivere minuziosamente ogni loro emozione e tormento. 
E’ un libro che si legge velocemente, tutto d’un fiato, grazie alla scelta della scrittrice di costruire la trama con frasi brevi, dirette, in grado di entrare nel cuore e nell’anima del lettore. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, struggente, riflessivo, in grado di stravolgere completamente la vostra anima. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che stanno affrontando un periodo difficile, a chi ha bisogno di vedere un fascio di luce in un mondo dominato da ombre… la scrittura di Anna Dalton sarà per voi, una cura per ritrovare la vostra felicità. 
Buona lettura 📚📚!!

“Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri

Titolo: Come l’arancio amaro 
Autore: Milena Palminteri 
Casa Editrice: Bompiani 
Collana: Narratori Italiani 
Data uscita: 4 Giugno 2024 
Pagine: 448 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La data in cui lui è morto. La data in cui lei è nata. Lo stomaco di Carlotta va in frantumi per l’emozione, i battiti fuggono dal cuore, il sangue alle tempie pulsa, le sembra che suo padre sia tornato a cercarla. 
La lettura del verbale è immediata e sconvolgente, una verità sconosciuta le brucia gli occhi. Si ferma, prova a ritrovare la calma. Ma ha bisogno di capire, e quella verità è così lontana nel tempo che solo una persona ormai può sapere, spiegare, asserire o negare quello che lì dentro c’è scritto: lo zio Peppino. Ormai della sua famiglia nessuno è sopravvissuto se non lui, lo zio d’adozione, l’unico uomo a cui abbia mai consentito di occuparsi e preoccuparsi per lei. 

Il libro è ambientato in Sicilia a Saracca (frutto della fantasia della scrittrice Milena Palminteri), Agrigento e Palermo, negli anni ’20 e ’60. 
La protagonista del libro si chiama Carlotta Cangialosi, una donna di trentasei anni che vive ad Agrigento, dopo aver ottenuto con il massimo dei voti la laurea in Giurisprudenza, dirige l’Archivio notarile, dove sono conservati tutti gli atti dei notai che non praticano più la professione. 

Carlotta vive ad Agrigento dove dirige l’Archivio notarile, una sorta di ricovero che conserva gli atti quanto i notai smettono di essere tali. Fu proprio lo zù Peppino che la mandò a Roma a fare il concorso per quel posto. Un impiego statale sicuro, diceva lui; un ripiego, pensava lei. La laurea in Giurisprudenza a pieni voti, Carlotta l’aveva conseguita con il desiderio di fare l’avvocato, ma i tempi erano ancora ostili alle donne che certe professioni se le sentivano in animo. […] 
Ma arretrare davanti i maschi le pesò come una condanna. Senza gara, senza demerito non ci fu nemmeno il sapore amaro di una sconfitta. 

Un giorno Carlotta trova nell’Archivio, un documento pieno di polvere che sconvolgerà tutta la sua vita e le sue certezze. Questo documento, presentato dalla nonna paterna, accusava la madre Nardina Aricò e sua nonna materna Sebastiana, soprannominata da tutti “Bastiana” Aricò, di non aver partorito Carlotta, ma di averla comprata. 
Carlotta comincia un’indagine che la porterà a scoprire la sua vera identità. E’ così che il lettore si ritroverà a fare un tuffo nel passato nel 1924, l’anno in cui è iniziato tutto. 
Mentre Roma si prepara ad accogliere il fascismo a Sarraca, vive Nardina Aricò, una donna semplice e innamorata di suo marito, il nobile Carlo Cangialosi. Dopo il matrimonio, tutti si aspettavano che Nardina desse alla luce un erede ai Cangialosi… ma Nardina non riusciva a rimanere incinta e, sua madre Bastiana Aricò, decide di risolvere la situazione. 
E’ così’ che Bastiana attuerà un piano insieme al campiere Don Calogero, un mafioso, che conosce bene una ragazza di nome Sabedda, un’umile serva, che aspetta un bambino che non potrà sfamare e accudire. 
La vita e il destino di queste due ragazze si intrecceranno per colmare i pregiudizi, evidenziando tutte le fragilità dell’animo umano. 
“Come l’arancio amaro” con i suoi frutti asperrimi, è l’arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli, e proprio come l’arancio amaro, questo libro evidenzia il corpo femminile sottomesso, usato, colpevolizzato e pieno di seduzione e procreazione. 

Sabedda tra le lacrime e il fumo del focolare che le bruciava gli occhi non vedeva più niente. Sconfortata, si sedette mentre i suoi pugni chiusi partivano carichi di rabbia e giungevano al ventre tramutati in carezze. In bocca la saliva e le lacrime erano fiele, i denti legati dall’acido che dallo stomaco voleva venire fuori. Era lei dunque l’arancio amaro, era lei la pianta ‘nzertata e dallo ‘nzerto dentro di lei il frutto più dolce… ora voleva solo che quel figlio fosse il più bello e il più forte di tutta quella malagrazia dei Damelio. 

La scrittrice Milena Palminteri esordisce con “Come l’arancio amaro”, ottenendo un’incredibile successo, da oltre 100 mila copie!! Il lettore durante la lettura, si ritroverà a sentire sulla propria pelle il sole, la salsedine, oltre a percepire l’odore degli agrumi e lasciarsi travolgere dagli intrighi e dall’amore. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, emozionante, classico, con molte parole dialettali in siciliano che possono essere un’ostacolo per alcuni lettori che non hanno dimestichezza con il dialetto. Per questo motivo, è stato inserito un glossario alla fine del libro per cercare di aiutare tutti/e coloro che non padroneggiano il dialetto siciliano. 
I temi trattati sono il corpo femminile, il matrimonio, le fragilità dell’animo umano, la mafia, la libertà, l’America, le donne e il mondo del lavoro, la verità aspra come l’arancio amaro. 
I personaggi sono strutturati bene, molto reali, intensi, in grado di emozionare e coinvolgere il lettore. 

Carlotta mia, 
io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo ed è quello della libertà. 

Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano lasciarsi trasportare dalla bellezza e dai colori della Sicilia, una terra arida e ostile, in cui le donne come Bastiana, Nardina e Sabedda, hanno imparato a guardarsi le spalle da tutti, amici e nemici. 
Lasciatevi travolgere dalla storia di Sabedda, Nardina, Bastiana e Carlotta, sono sicura che non ve ne pentirete!!
Buona lettura 📚📚!!