“La figlia del Reich” di Louise Fein

Titolo: La figlia del Reich
Autore: Louise Fein
Traduttore: Anna Rusconi
Casa Editrice: Sonzogno
Collana: Romanzi
Data uscita: 27 Maggio 2021
Pagine: 480
Genere: Romanzo storico

<<Mi piace quando mi baci. Solo che non possiamo…>> 
<<Sì, invece. Approffittiamo di ogni occasione, finché ne abbiamo la possibilità. Chi può dire cosa accadrà in futuro.>>

Il libro è ambientato a Lipsia negli anni Trenta, durante l’ascesa del nazismo. La protagonista del libro si chiama Hetty Hofmann, una ragazza impetuosa e piena di entusiasmo, cresciuta con gli ideali e i valori di rinascita predicati dal nazismo. Suo padre ha il compito di gestire un giornale, compito molto importante per plasmare le opinioni delle persone, attraverso articoli di propaganda, volti ad esaltare il Führer e il nazismo. 

Rimetto giù il giornale. Un paio d’anni fa papà aveva portato me e Karl in redazione. Non vedeva l’ora di mostrare a mio fratello quanto fosse meraviglioso quel posto e di convincerlo a prendere in mano le redini, prima o poi. Noi eravamo rimasti incantati ad ammirare l’andirivieni dei giornalisti e ad ascoltare i telefoni che squillavano e la gente che gridava da una parte all’altra della scala. Papà ci aveva spiegato la rapidità con cui era necessario scrivere gli articoli e scegliere le foto per ogni edizione. 
Avevamo guardato le enormi macchine tipografiche in moto, la precisione con cui i tipi di metallo venivano disposti nelle gabbie, lettera dopo lettera, parola dopo parola. La fatica, le condizioni di lavoro, il sudore, la polvere, il calore e la passione: avevamo chiesto a nostro padre il perchè di tanto sforzo, se la gente si limitava quasi sempre a dare un’occhiata ai titoli, per poi buttare il giornale.
Lui aveva reagito con stupore: <<Questo è lo strumento più prezioso che abbiamo!>> Ci aveva risposto tutto infervorato: << Con queste parole d’inchiostro possiamo letteralmente forgiare la nostra nazione. Una notizia in sé non è niente: la notizia è potere confezionato in un messaggio che viene diffuso e ripetuto. Grazie a questo giornale, io ho il potere di fare circolare per il mondo quello che voglio e nel modo in cui voglio che le masse lo comprendano. 

Hetty riceve un’educazione molto rigida, sia in casa che a scuola, lei rappresenta il modello “perfetto” della brava ragazza tedesca. Hetty crede ciecamente nel Führer e nella sua visione della “grande Germania”, che avrebbe portato prosperità e un futuro radioso, costituito solo dall’unica razza pura: la razza ariana. 

<<Resilienti. Forti. Indipendenti. Ragazze degne di diventare le madri della razza padrona. Ecco che cosa si aspetta da voi il nostro Führer.>> […]
E non dimenticate mai le regole della BDM: purezza, pulizia, virtù, obbedienza e remissività. […]
Dice bene: una brava ragazza tedesca non fa mai domande e non si lamenta, ma agisce per il bene della comunità. Le ragazze devono essere alte, forti e belle senza ricorrere a trucchi ed espedienti. Dobbiamo avere un aspetto pulito e curare l’igiene personale. Dobbiamo essere modeste e pudiche.
Soprattutto, una ragazza deve sempre mettere gli uomini prima di sé e sostenerli nei loro sforzi per quanto stanche siamo, per quanto possiamo aver lavorato, i loro bisogni vengono prima dei nostri. 
Il nostro dovere è servire il Führer, la Germania e i nostri futuri mariti. 

Ma un giorno, Hetty scopre che Walter Keller, un tempo il migliore amico di suo fratello Karl, è ebreo. Hetty non riesce a credere che, proprio quel ragazzo che tanti anni fa, le aveva salvato la vita al lago, sia ebreo. A scuola, aveva imparato a distinguere tramite l’aspetto fisico un tedesco, da un ebreo… ma Walter non aveva gli occhi vicini, il naso grosso e sproporzionato, i capelli neri e crespi, come la loro compagna di classe Freda, Walter aveva i capelli biondi e perfetti, degli occhi bellissimi azzurri e profondi come il cielo. 
Come è possibile che Walter sia un ebreo? 
Come può una persona così generosa, che aveva rischiato la sua vita per salvarla, essere considerato “inferiore” e addirittura discriminato e perseguitato?
Hetty non riesce a capire, sa solo che adesso Walter è costretto a non andare più a scuola perchè è considerato da tutti un ebreo. 
Un giorno, Hetty mentre passeggiava con il suo cane, incontra per caso Walter, un ragazzo proprio come lei ma considerato un “errore”, un “ladro” perchè ebreo. Ma agli occhi di Hetty sarà sempre Walter, il ragazzo gentile e affascinante, in grado di ascoltarla e farla sorridere. 

<<Siamo stranieri in patria.>> […]
<<Provaci, per un attimo solo. Immagina se il tuo paese volesse liberarsi di te: sei una fedele cittadina tedesca ma non hai più un posto dove andare.>> 

Giorno dopo giorno, Hetty incontra di nascosto Walter, incontri brevi e fugaci, ma molto importanti perchè lui le rivela gli aspetti oscuri del Reich, e le fa conoscere il vero volto del nazismo e del Führer. 
E’ così che Hetty si ritrova smarrita, tutti gli ideali e i valori con cui è cresciuta e che ha sempre sostenuto, condiviso, erano solo menzogne e celavano il vero volto crudele, feroce e violento del Führer e del nazismo. 
Hetty è confusa, lacerata ma le parole e il sentimento profondo che prova per Walter, sono più forti di tutto. I loro appuntamenti, sono pieni d’amore e anche se molto rischiosi per entrambi, rappresentano l’unico momento in cui essere semplicemente sé stessi. 
L’atmosfera a casa di Hetty diventa sempre più oppressiva, specialmente da quando Karl, è stato arruolato nella Luftwaffe e lei, non ha più nessuno con cui parlare, confrontarsi e confidarsi delle recenti scoperte. 
Hetty dovrà decidere che cosa fare: essere una brava tedesca o seguire il proprio cuore? 
Riuscirà a fingere di essere una brava tedesca, adesso che conosce il vero volto del nazismo? 
Che cosa sceglierà Hetty?

Se ripenso agli albori del Reich, alla speranza di un futuro magnifico, mi domando come abbiamo fatto in così pochi anni ad arrivare dove siamo ora. Perchè nessuno si è reso conto davvero che stavamo scatenando un mostro. Un mostro che ha potuto crescere fino a trasformarsi in una forza incontrollabile, che nessuno ormai può più fermare. 

La scrittrice Louise Fein con “La figlia del Reich”, racconta una commuovente storia d’amore e sacrificio, durante l’ascesa del nazismo, ispirandosi alle vicende della sua famiglia. 
Il lettore si ritroverà a vivere una struggente storia d’amore tra Hetty e Walter, che incarnano la storia di Romeo e Giulietta, ambientata in un periodo difficile. 
I temi trattati sono il nazismo, le leggi razziali, i campi di concentramento, la notte dei cristalli, il giornalismo, l’educazione insegnata a scuola, la propaganda, i mezzi e la censura del Regime, i rapporti familiari, la morte, l’amicizia e l’amore vero, capace di sfidare ogni pregiudizio e pericolo, anche a costo di incorrere nelle morte.

Il giorno che sono arrivato, l’11 Novembre, ci hanno trasportato con dei camion all’ingresso del campo. Ci hanno fatto saltare giù e per raggiungere il cancello abbiamo dovuto correre tra due file di SS armate di mazze e sbarre di ferro che al nostro passaggio ci picchiavano. Al cancello c’è stato un ingorgo, cercavamo tutti di entrare per sfuggire alle guardie, per un attimo mi sono appoggiato con la mano al muro, in modo da mantenere l’equilibrio mentre gli altri mi spintonavano. Uno di loro, me l’ha colpita con una sbarra di ferro e con tutta la forza che aveva. Mi ha spezzato tre dita. Spappolata. La punta del mignolo era ridotta a una specie di poltiglia, un dolore indescrivibile. Sono svenuto e finito per terra, ma mi hanno picchiato finché non sono riuscito a rialzarmi. 

Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, emozionante e struggente, che racconta una storia d’amore e profonda tra due adolescenti considerati diversi agli occhi della società. 
Per la prima volta, la scrittrice racconta la discriminazione razziale degli ebrei, servendosi degli occhi e della voce della protagonista, una ragazza educata con i valori e i principi predicati dal Führer e che un giorno, capisce di essere stata ingannata in virtù di un uomo senza scrupoli e violento. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta della scrittrice di descrivere minuziosamente ogni personaggio (anche quelli posti ai margini). Ogni personaggio viene descritto sia dal punto di vista fisico che psicologico, incastrando la storia di ognuno di loro all’interno della storia, una storia appassionante, emozionante di un amore proibito durante il nazismo. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro emozionante, profondo, che mette in luce come è nata la propaganda e il consenso al nazismo, una storia raccontata da una ragazza cresciuta con gli ideali del Führer che si ritrova a mettere in dubbio tutta la sua vita. 
Consiglio questo libro perchè “le lezioni del passato non vanno mai dimenticate”, è fondamentale ricordare la storia e le azioni crudeli e inumane che sono state eseguite dai nostri simili. 
Buona lettura 📚!!

“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman

Titolo: L’amico ritrovato 
Autore: Fred Uhlman 
Traduttore: Mariagiulia Castagnone 
Casa Editrice: Universale economica 
Data uscita: 27 Dicembre 2012 
Pagine: 92 
Genere: Romanzo classico

Tutto ciò che sapevo, allora, era che sarebbe diventato mio amico. Non c’era niente in lui che non mi piacesse. In primo luogo il suo nome glorioso che lo distingueva ai miei occhi da tutti gli altri, von compresi. […] Poi il portamento fiero, i suoi modi, la sua eleganza, la bellezza del suo aspetto – e chi avrebbe potuto restare indifferente? – mi facevano pensare a buon diritto che avessi finalmente trovato qualcuno che corrispondeva all’ideale d’amico da me vagheggiato.

Il libro è ambientato in Germania nel 1933, racconta una bellissima storia d’amicizia tra due ragazzi di sedici anni. Il protagonista che racconta la storia si chiama Hans, figlio di un medico ebreo che frequenta il Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, il liceo più famoso di Württemberg. Hans non ha amici a scuola, ma un giorno, arriva in classe un nuovo alunno, diverso dagli altri che si chiama Konradin, il conte di Hohenfels. Konradin appartiene a una delle famiglie più altolocate e importanti della città, sostenitrici della corrente nazista. 
Sin dal primo istante, Hans desidera diventare amico di Konradin, e inizia ad attuare un piano per farsi notare. I due ragazzi, seppur di origini e ideologie diverse, diventano amici, e lo scrittore mette in mostra gli effetti della manipolazione nazista nei ragazzi giovani. 
Hans e Konradin vivono la loro amicizia tra i banchi di scuola, ma l’ideologia nazista inizia a essere sempre più presente e le loro strade si separano. 

L’autore Fred Uhlman con “L’amico ritrovato”, si è ispirato ai luoghi e agli ambienti della sua adolescenza, per raccontare una bellissima e commuovente storia d’amicizia tra due ragazzi di sedici anni durante il nazismo, che nonostante le differenze sociali e culturali stringono una forte amicizia. 
La loro amicizia verrà messa a dura prova dal nazismo… con un finale che lascerà senza fiato il lettore!!
I temi trattati sono l’ideologia nazista, la tolleranza, le conseguenze del regime nazista sulle persone, i pregiudizi, l’esclusione, il razzismo e i loro effetti e l’amicizia forte e duratura, in grado di scavalcare ogni barriera sociale e culturale. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, semplice ed emozionante. Questo libro può essere letto da grandi e piccini, in particolare, ritengo che sia fondamentale per i/le ragazzi/e che frequentano la scuola media e prima liceo, come lettura integrante ai libri di testo scolastici. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni psicologiche inserite dall’autore, che permettono al lettore di entrare in empatia con i protagonisti. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un grande classico, ambientato durante il nazismo, che racconta una bellissima e toccante storia d’amicizia. Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che frequentano le scuole medie/prima liceo, per conoscere e comprendere a fondo la manipolazione e l’ideologia nazista. 
Buona lettura 📚📚!!

“Aggiustare l’universo” di Raffaella Romagnolo

Titolo: Aggiustare l’universo 
Autore: Raffaella Romagnolo 
Casa Editrice: Mondadori 
Collana: Scrittori Italiani e stranieri 
Data uscita: 29 Agosto 2023 
Genere: Romanzo contemporaneo 

Addossato a una rete metallica lacerata in due punti, qualcosa che luccica. Incuriosita, Gilla si accuccia e scopre che si tratta di un planetario meccanico, un ingegnoso prototipo del sistema solare di metallo e cartapesta, la manovella per il moto di rivoluzione, i pianeti dipinti a tempera, la base con i segni zodiacali disegnati a filo d’oro. Stringe gli occhi a fessura, mentre la tiritera del direttore si allontana. Che bellezza, pensa. Se solo non fosse tutto ammaccato, i braccetti storti, inutile. Alla svelta raggiunge la testa della colonna. <<Posso prenderlo?>> chiede. 
Tornata nella soffitta di vico Luna, sistema il planetario sul tavolo della cucina. Sfoglia il libro di scienze dell’istituto magistrale finché trova la doppia pagina dedicata all’universo. Mercurio e Marte sembrano a posto. Venere manca. I braccetti di Urano e Nettuno somigliano ad arti innaturalmente rovesciati. Di Plutone manca anche il supporto e Gilla si convince che il modello sia stato costruito prima che il pianeta più piccolo del sistema solare venisse scoperto. Saturno c’è, ma ha perso gli anelli. Il braccetto di Giove è piegato in due punti, così che la traiettoria metallica del pianeta più grande ostacola quella degli altri. La Luna è rotolata chissà dove.
La Terra è spaccata a metà. […]
Tiene a bada i pensieri studiando il meccanismo, immaginandone la struttura interna. Adora immergersi negli ingranaggi. Ha imparato dal padre orologiaio. Stesse mani d’oro. Un sollievo, ma il passato è lì che aleggia. 

Il libro è ambientato tra Genova e Borgo di Dentro, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In “Aggiustare l’universo” la scrittrice unisce due storie, molto profonde e commuoventi: la storia della maestra Virgilia, soprannominata da tutti “Gilla” e, quella di una bambina di nome Francesca Pellegrini. 
La narrazione inizia ad Ottobre nel 1945, l’anno scolastico comincia in ritardo a causa della fine della Seconda Guerra Mondiale, che ha provocato distruzione, macerie e cicatrici profonde nelle persone, difficili da nascondere. Virgilia è una maestra di ventidue anni, genovese, che insieme ai suoi genitori ha dovuto abbandonare la sua città, devastata dalle macerie per recarsi in un paesino dell’appenino ligure, Borgo di Dentro. 

Nelle settimane successive Genova diventa una trappola. La Royal Air Force torna a bombardare il centro la notte del 6 e quella del 7 Novembre 1942. Colpiti i quartieri orientali, Villa Pallavicini, le acciaierie Ansaldo, la chiesa di Santa Chiara e ancora quella dell’Annunziata. […] Quartieri ridotti in macerie. Il 13 Novembre tocca a Sampiardarena, all’ospedale Galliera, alla loggia dei Mercanti. Il 15 Novembre al porto, a Carignano e alle chiese di Cosma e Damiano e di San Siro. 
La madre di Gilla passa le giornate a caccia di cibo. Gilla si divide tra le poche lezioni che è possibile fare e i soccorsi. Non tutte le macerie vengono rimosse alla svelta. I cumuli puzzano di disinfettante e carne putrefatta. L’orologiaio decide che è arrivato il momento di contare i risparmi e abbandonare la città. <<Ho un conoscente a Borgo di Dentro. E’ disposto ad ospitarci. L’affitto è alto ma ce la facciamo. In campagna c’è da mangiare e forse non bombardano>> dice a colazione. Le due donne si guardano. Poi stremate, acconsentono. 

Ma Gilla continua a pensare al suono delle sirene, ai bombardamenti, alle macerie e ai corpi senza vita, di tutte quelle persone che per scappare delle bombe sono morte schiacciate all’interno di una galleria a Genova. 
A Borgo di Dentro, Gilla conosce alcuni membri della Resistenza partigiana, e diventa la loro staffetta. E’così che Gilla conosce Michele, uno studente di medicina che ha dovuto interrompere gli studi e che adesso, aiuta i partigiani grazie alle sue competenze mediche. Gilla si innamora di Michele, della sua dolcezza e umanità e vivono il loro amore in gran segreto. 
Ma un giorno, Michele insieme ad altri partigiani, vengono catturati, torturati e uccisi dai nazisti della Wermacht e dai fascisti della Repubblica Sociale. Gilla si ritrova ad assistere a questa scena brutale e, dovrà superare il dolore di aver perso per sempre il ragazzo che amava. 
L’Italia è libera grazie ai russi, la guerra è terminata e i genitori di Gilla ritornano a Genova, la loro città natale… ma Gilla decide di restare ancora a Borgo di Dentro. 
E’ così, che Gilla accetta il suo primo vero incarico come insegnante presso una scuola elementare per l’anno scolastico 1945-1946, il primo dopo la guerra. 
Gilla ha ventitré allieve di quinta elementare a cui deve insegnare, un compito molto difficile, dopo la fine della guerra. Al suono della prima campanella, Gilla si ritrova ventitré bambine, ventitré bambine che proprio come lei, cercano di sfuggire ai traumi della guerra. Ma proprio in prima fila, è rimasto un posto vuoto. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. 

Francesca Pellegrini, 10 anni. 
Da gennaio ospite orfanotrofio Sant’Anna. 
Molto bene ortografia, calligrafia, aritmetica, geometria. 
Non parla. 

Che significa “non parla?” Gilla solleva lo sguardo, suora e bambina sono scomparse. 

La bambina si chiama Francesca Pellegrini, vive in orfanotrofio, è molto brava a scuola ma non parla. 
Gilla capisce che Francesca ha un trauma causato dalla guerra, i suoi occhi sono colmi di tristezza, paura, di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene.
In realtà, la bambina non si chiama Francesca Pellegrini ma Ester, una bambina ebrea che si è dovuta allontanare dalla sua famiglia per le discriminazioni e persecuzioni contro gli ebrei. 
Ester viveva a Casale Monferrato insieme alla sua famiglia, ma le leggi razziali promulgate nel 1938, hanno stravolto la vita di tutti gli ebrei. E’ così che Ester, si ritrova nell’orfanotrofio di Borgo di Dentro, senza aver nessuna notizia dei genitori e con la paura di parlare. 
L’ultimo ricordo felice di Ester, è una gita sul Po insieme ai suoi genitori. E anche se Ester non ha più notizie dei suoi genitori, lei continua a sperare di rivederli. 
Gilla ha intuito cosa nasconde la bambina, sa che per riparare ciò che si è rotto ci vuole tempo e pazienza. Ed è con la stessa pazienza, che ogni sera, Gilla ripara un vecchio planetario meccanico, immaginando di spiegare alle sue alunne i vari pianeti. 
Riuscirà Gilla a curare le sue ferite e quelle di Ester? 

Il vecchio viene avviato nella zona della banchina dove alla spicciolata sta convergendo il grosso dei prigionieri. 
Abram fa per raggiungerlo, ma lo spingono verso un gruppetto radunato dalla parte opposta. Si ribella. Un soldato lo colpisce al fianco, lo obbliga a rialzarsi, lo trascina dove gli hanno ordinato di stare. Abram cerca con gli occhi il padre ma non lo vede più. 
Solo in questo momento si guarda intorno. Maschi. Giovani maschi. Pochi. Lui è uno dei più vecchi. 

 

<<Fuori è pericoloso. Le persone sono cattive>> gli dice Ester. Ha il pianto in gola. Gilla pensa che la bambina abbia ragione. Le persone possono essere molto cattive là fuori, qualche volta, è l’inferno. […] 
<<Vivere è correre rischi>> le sussurra. […]
<<Quando vogliamo bene a qualcuno non possiamo rinchiuderlo. Neanche per tenerlo al sicuro.>>

La scrittrice Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo”, libro finalista del Premio Strega 2024, mostra al lettore le atrocità del fascino, ambientate nella bellissima città di Genova, distrutta a causa degli incessanti bombardamenti.  “Aggiustare l’universo” racconta la storia di Gilla ed Ester, una storia di dolore, rinascita, due storie apparentemente diverse ma parallele, che finiscono per incontrarsi. La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e la fine della guerra, che mette in luce i traumi causati dalla devastazione del conflitto. 
I temi trattati sono la persecuzione degli ebrei, le leggi razziali, i campi di concentramento, la libertà, i traumi, il dolore, la morte, l’insegnamento, Genova e il coraggio, la pazienza della maestra Gilla di aggiustare il planetario, sé stessa e la bambina Ester. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, la narrazione si alterna dal racconto della storia di Gilla e della famiglia di Ester Sacerdoti, a numerosi racconti storici, in cui la scrittrice riporta le norme varate in quegli anni contro gli ebrei. 

Nella prima, ciò che agli ebrei non è consentito. Prestare servizio militare. Far da tutore, Possedere terreni, fabbricati, aziende utili alla difesa nazionale. Avere domestici ariani. 
Nella seconda, i luoghi dove gli ebrei non possono più stare. Il Partito, le banche, le assicurazioni, gli enti pubblici. Un rigurgito acido in bocca. L’avvocato scarta una mentina e prende a succhiarla. 
I disegni sono in bianco e nero, il tratto è rapido. Le didascalie ci sono, ma non serve saper leggere: il contenuto lo capirebbe anche un bambino. I fumetti non sono forse roba da bambini? 

I personaggi sono strutturati bene, grazie allo stile di scrittura semplice ma toccante, utilizzato dalla scrittrice, che permette al lettore di affezionarsi ad ognuno di loro.
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere una storia intensa, profonda e commuovente, la storia di Gilla e della famiglia Sacerdoti, distrutte dalla guerra. Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che amano leggere libri storici, a chi desidera approfondire il tema della discriminazione sugli ebrei, a causa delle leggi razziali promulgate in Italia nel 1938. 

E come diceva Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” e oggi, lunedì 27 Gennaio 2025, in occasione della Giornata della Memoria, ricordiamo tutti gli ebrei perseguitati e brutalmente uccisi per la stupidità e ignoranza umana. 
E’ importante ricordare il passato, analizzarlo e studiarlo per non commettere gli stessi sbagli… perchè non esistono razze superiori o inferiori, ma esiste l’odio e l’ignoranza, che possono prendere il sopravvento e mostrare la cattiveria di un essere umano. 
Buona lettura 📚📚!!

“La strada di Clara” di Diana Rosie

Titolo: La strada di Clara 
Autore: Diana Rosie
Traduttore: Francesca Toticchi 
Casa Editrice: Editrice Nord 
Collana: Narrativa Nord 
Data uscita: 14 Febbraio 2023 
Pagine: 348 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Acquista: https://www.ibs.it/strada-di-clara-libro-diana-rosie/e/9788842934592?lgw_code=1122-B9788842934592&gad_source=1&gclid=Cj0KCQiA2KitBhCIARIsAPPMEhKU5_0nzjHJljiI1nRpQPQ0CXRCbmauz7bwROTptvMbGIUD3wsbnOoaAvLHEALw_wcB

La madre le mise il braccialetto al polso, facendolo girare due volte mentre ripeteva quelle parole misteriose. Quando ebbe finito, guardò la figlia negli occhi. 
<<E’ un cerchio d’amore, attraverso il quale resteremo sempre legati: io, tu, il papà e tuo fratello.>> Si girarono entrambe verso il bambino. <<Ovunque andrete, qualsiasi cosa farete, la vostra mamma e il vostro papà saranno sempre con voi. Anche quando non staremo al vostro fianco.>> La mamma parlava con voce commossa. 
<<E, se io non potrò, dovrai essere tu a prenderti cura di tuo fratello.>>

Il libro è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, e mostra un’Italia distrutta, straziata dalla guerra. I protagonisti del libro sono due fratelli: Clara e Filippo. 
Il loro papà era stato ucciso da alcuni fascisti, e la loro mamma aveva preparato un braccialetto rosso per i suoi figli. Questo braccialetto, rappresenta il legame tra la loro mamma, il papà, Clara e Filippo. Dopo la morte del padre, decidono di trasferirsi dalla campagna, e dopo un lungo e stancante viaggio, arrivano in città. L’appartamento è situato in un palazzo desolato, dove si trova un materasso per terra e molta puzza. Dato che è sera, Clara e Filippo sono molto provati dal viaggio e la loro mamma, li invita a riposarsi, mentre lei doveva incontrare una signora per aggiustare alcuni vestiti. 
La mattina seguente, Clara si sveglia per prima e scopre che la loro mamma non è ancora rientrata a casa. Clara decide di lasciare nel letto il suo fratellino, per andare a cercare la loro mamma. Fuori dal portone del palazzo, Clara è confusa, non conosce nessuna strada e ha due possibilità per ritrovare la sua mamma: andare a destra o a sinistra. 
Incuriosita dalla presenza di una fioraia, decide di andare a destra, dove incontra in un panificio una signora vestita in modo elegante, con un vestito verde che risalta il suo incarnato. 
Questa signora, decide di aiutare Clara a ritrovare la propria madre, ed insieme tornano nell’appartamento… ma non c’è nessuno, nemmeno il suo fratellino Filippo. 
Mentre Clara era scesa per cercare la sua mamma, il suo fratellino Filippo soprannominato da tutti “Pippo” o “passerotto chiacchierone”, perché parlava e poneva domande continuamente, si era svegliato e non trovando Clara e la mamma, aveva deciso di uscire di casa per cercarle. Ma a differenza di Clara, decide di girare a sinistra e si ritrova in una piazza piena di gente. Filippo ha paura, è spaventato e confuso, ma non si arrende e si arrampica su una cassetta di legno per cercare di distinguere le persone dall’alto. Ma vicino alla cassetta di legno, c’era un neonato (Gino) e la sua mamma Dora.
Dora è una donna molto dolce, gentile e sposata con Mario e vedendo questo bambino così spaventato ed indifeso, decide di aiutarlo a ritrovare la propria madre. 
Ed è così che Clara e Filippo si sono separati, seppure senza volere, il destino ha giocato un brutto scherzo, ma sono stati “fortunati” perché hanno incontrato due donne dolci e generose, pronte ad accoglierli in casa loro. 
La signora con il vestito verde è una benestante, sposata con il signor Salvadori in una bella casa e vivono insieme alla loro domestica Filomena. Il personaggio di Filomena conquisterà il cuore di tutti i lettori, con la sua cucina, con il suo carattere e la sua bontà, riuscirà a far sentire la giovane Clara parte integrante di quella famiglia. 
Il signor Salvadori ha un incarico prestigioso nel comune, oltre a essere un fedelissimo del regime fascista e del Duce. Dopo un’iniziale differenza del signore, la signora riesce a convincerlo ad accogliere questa bambina. Clara viene iscritta in una scuola fascista, dove incontra delle coetanee cattive che la insultano quotidianamente. 
Mentre Clara viene educata sul modello del Duce, suo fratello Filippo è stato accolto nella casa di Dora e Mario, delle persone umili, con un grande cuore. Dora e Mario hanno delle idee politiche completamente diverse da quelle del signor Salvadori, sono comunisti e antifascisti. 
Filippo crescerà con queste idee, aiutando Dora e Mario a collaborare segretamente con i partigiani. A Clara non manca niente, ha cibo a sufficienza e vestiti dignitosi, ma continua a pensare alla promessa che aveva fatto a sua mamma. A Clara manca molto il suo fratellino e spera di riuscire a incontrarlo. 
Chissà se Clara e Filippo riusciranno a ritrovarsi?? 
Chissà che cosa imparerà Clara? 
Può un legame di sangue andare oltre alle convinzioni politiche? 

La scrittrice Diana Rosie con “La strada di Clara”, racconta la storia di una famiglia divisa dalla guerra e dal destino. Racconta la storia di un fratello e di una sorella che si separano, che si perdono nel giro di pochi minuti… lei viene adottata da una famiglia fascista, mentre lui viene adottato da una famiglia di partigiani. 
E cosa accadrà?? 
I temi trattati sono l’amore, le amicizie, l’invidia, i favori, la generosità, il fascismo, l’educazione fascista, il primo amore, la guerra e i pregiudizi sugli ebrei, ma anche su tutti coloro che venivano etichettati come “diversi”: 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, serrato, toccante, profondo e coinvolgente, in grado di far emozionare il lettore fino alla fine della storia. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alla scelta narrativa della scrittrice di alternare i capitoli per permettere a Clara e Filippo di raccontarsi. All’interno della storia, il lettore incontrerà tanti personaggi molto importanti, la domestica Filomena, ma anche un bibliotecario ebreo di nome Leone che insegnerà la storia alla giovane Clara. 
Il lettore si ritroverà a leggere un libro con una storia originale, profonda e commuovente, una storia di una famiglia separata dalla guerra e dal destino. 
Consiglio questo libro a tutte/ i coloro che vogliono leggere un libro coinvolgente, pieno di sentimenti e toccante, in grado di catturare il cuore di ogni lettore, dall’inizio alla fine della storia!!
Buona lettura 📚📚!!

“L’odore di casa” di Francesco Agrelli

Titolo: L’odore di casa
Autore: Francesco Agrelli
Editore: Falco M.
Data uscita: 20 luglio 2022
Pagine: 120
Genere: Romanzo
Acquista: https://www.ibs.it/odore-di-casa-libro-francesco-agrelli/e/9791280636058?lgw_code=1122-B9791280636058&gclid=Cj0KCQiA3eGfBhCeARIsACpJNU9Sh8E31bFSnf50ybK7lct0tyWWlfZsl_oqN8onMqGyMMvjMrZgxOwaAgqvEALw_wcB

-Ma tu non sei come noi, e nemmeno come le rondini.
Aveva detto il piccione, dopo averlo trovato.
-Perchè?-, aveva chiesto Smeraldo, con le piume ancora arruffate dal vento dell’aereo.
-Sei per forza di un’altra razza-, rispose, indicando le diverse tonalità di colore dei rispettivi piumaggi: l’uno grigio, l’altro smeraldo con lievi sfumature azzurre sulle ali.
-Ma 
perché anche voi fate come gli umani che si dividono in razze? Avete visto cosa li ha portati fare così? Noi siamo animali, siamo migliori.-

 

 

La storia è ambientata a Roma durante la seconda guerra mondiale, in cui i protagonisti sono gli animali, un cane, un gatto e un pappagallo: Emily, Max e Smeraldo. All’improvviso si ritrovano da soli, perché i tedeschi avevano portato via i loro padroni e nonostante la diversità dei tre animali, decidono di unirsi per cercare i loro proprietari.
Grazie alle informazioni ottenute dal pappagallo Smeraldo, scoprono che i tedeschi li avevano portati nei campi di concentramento, dato che erano ebrei e ritenuti di razza inferiore. Allora, i tre animali salgono su un treno diretto a Birkenau. 
Ma su questo treno, incontreranno altri esseri umani, con l’unica colpa di avere nel proprio cuore e nella propria anima, una religione diversa, proprio come i loro padroni. 
E’ in questo momento che si affezionano a una bambina e alla mamma, aiutandole a scappare. Ma il loro obiettivo è salvare i propri padroni, poter sentire di nuovo l’odore di casa.
Ma qual’è l’odore di casa? Per me l’odore di casa è entrare in casa e sentire profumo di cibo, trovare mia mamma che sta cucinando e che appena mi vede mi viene incontro per abbracciarmi. Ma l’odore di casa può essere qualsiasi sensazione, che Emily avvertì “un odore che non sentiva da tempo e che si trasformò in felicità: l’odore di casa.” 
Riusciranno a raggiungere i propri cari? 
Riusciranno a liberarli? 
Riusciranno ad andare oltre la diversità, per il bene comune? 
L’autore Francesco Agrelli, incanta con “L’odore di casa”, un bellissimo romanzo/favola adatto a tutti, dagli adulti ai ragazzi. 
Francesco riesce a raccontare un periodo così difficile, utilizzando la narrazione in terza persona, per osservare a 360° ogni punto di vista. 
I temi affrontati sono complessi, il più importante è la diversità, che accomuna i tre animali, ma che riescono a far diventare la loro forza. Troviamo anche la violenza, il razzismo e la discriminazione.
Lo stile di scrittura è scorrevole, nonostante i temi trattati, e la lettura non risulta mai pesante. 
I protagonisti sono strutturati benissimo, utilizzando quel tocco di dolcezza e di simpatia, che portano il lettore ad affezionarsi. 
Una storia vista da un punto di vista diverso, che riesce a far emergere un periodo così tragico e doloroso, ribadendo che la diversità non è un male.
Vi ho fatto venire voglia di conoscere Emily, Max e Smeraldo? 
Vi ho fatto venire voglia di sentire la felicità che si prova quando si torna a casa dai propri cari? 
Ringrazio l’autore, Francesco Agrelli, per avermi inviato il suo libro, che ho divorato in un giorno e mi ha dato modo di ripercorrere il passato, che non bisogna MAI dimenticare. 
Buona lettura 📚📚!!