“La signora del Neroli” di Chiara Ferraris

Titolo: La signora dei Neroli 
Autore: Chiara Ferraris 
Casa Editrice: Piemme 
Collana: Original Tascabili Piemme 
Data uscita: 24 Giugno 2025 
Pagine: 448 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La vecia ha predetto la gelata o, meglio ha predetto che l’annata non sarebbe stata buona. 
Lei sa capire gli eventi. Non in maniera precisa, più che altro sono indicazioni. In tanti si rivolgono a lei, per farsi togliere il malocchio o farsi leggere la mano, e tutti credono che dica la verità.
Io, invece, l’ho sempre guardata con sospetto. Neanche volevo che leggesse, la mia mano, quella sera, alla festa di fine raccolta. […] 
La donna ha afferrato il mio palmo, l’ha osservato con scrupolosità, ha strizzato gli occhi e le rughe si sono centuplicate sulla sua fronte. Poi con un dito ha cominciato a seguire una linea, sfiorando appena la pelle con l’unghia. 
Solletico. 
Voglia di ritrarre la mano e ridere. 
<<Una frattura>> ha detto, indicando un punto preciso, che ho osservato senza capirci niente. <<Una frattura che spezza ogni legame con il passato.>> 
Non sembrava una bella notizia, detta così. Ma era difficile intuire se fosse presagio di una sorte cattiva, la vecia non ha aggiunto una parola e la sua espressione è rimasta imperturbabile come in ogni altra occasione. 
Ho guardato il punto che mi ha indicato e no, non ci ho visto nulla di strano. 
Anche oggi osservo quel punto. 
Tutto il mio destino è racchiuso nei miei palmi. Lo so benissimo, questo. Ma non scritto su una linea che si spezza. Non credo a queste sciocchezze, sono solo superstizioni. Credo nelle mie mani, perchè sanno fare bene il loro lavoro e perchè sono operose. 
Per nessun altro motivo.

La narrazione del libro si svolge a Vallebona, un paesino sul litorale al confine tra Italia e Francia, conosciuto da tutti per i suoi profumatissimi e pregiati alberi d’arancio amaro.
Immaginatevi, delle terrazze vastissime, che si arrampicano sulle colline, dove spiccano gli aranci… Lasciatevi travolgere dal profumo dei fiori d’arancio, con la loro fragranza dolce, floreale e leggermente agrumata!! 

Il nostro villaggio non è molto distante dall’aranceto e, per la strada, ci andiamo a unire alle raccoglitrici che arrivano da villaggi più lontani, addirittura qualcuna dal Piemonte. Ci sono anche molti uomini, qualche ragazzo. 
Mi avvicino a un gruppetto di mie coetanee. Non esiste momento migliore per dare uno sguardo ai giovanotti degli altri paesi, imbastire qualche conoscenza da approfondire durante la raccolta e, eventualmente, da concretizzare alla raccolta successiva. I matrimoni, da queste parti, nascono tutti così: allo sbocciare dei fiori d’arancio, sotto le fronde degli alberi, nel giro di una quindicina di giorni. Se le famiglie sono d’accordo, saranno i padri, poi, ad accordarsi, ma rimane nell’aria l’idea che una simpatia sorta durante la raccolta non possa che essere propizia. 

La protagonista del libro si chiama Emma, una raccoglitrice che insieme alle sue sorelle, porta avanti le tradizioni di famiglia. La madre di Emma, proprio come lei, era una raccoglitrice molto brava, grazie alle sue mani piccole che le permettevano di raccogliere velocemente e con delicatezza, i fiori d’arancio senza rovinarli. 
Emma ha ereditato dalla madre le mani piccole, di cui è orgogliosa e che la fanno essere un’ottima raccoglitrice. Ma Emma, non ha solo le mani piccole, ma è anche molto intelligente e svelta, in grado di raccogliere con agilità e precisione i fiori d’arancio. 
La sorella maggiore di Emma, Bianca, si è sposata da neanche un anno con un ragazzo di nome Giuseppe e presto diventeranno genitori. Solitamente, era Bianca a selezionare le sorelle con maggiori capacità per la raccolta, ma adesso, questo compito così gravoso e difficile, spetta ad Emma. 
Emma deve scegliere quali delle sue sorelle tra Elisabetta, Iolanda, Amelia e Tea, parteciperanno alla raccolta. Non è facile né piacevole scegliere, ma ormai Emma è cresciuta ed è pronta ad assumersi questa nuova responsabilità. 

Raccogliere fiori d’arancio è un privilegio. La famiglia di mia madre lo fa da generazioni e continueremo a farlo finché ci saranno figlie femmine con le mani piccole. 

Elisabetta è più piccola di un anno rispetto ad Emma, ma ha ereditato dal padre le mani tozze ed Emma, decide che sua sorella sarà una raccoglitrice, ancora per un anno per la pace familiare, visti i continui litigi tra loro due. 
Anche Iolanda e Amelia quest’anno saranno raccoglitrici, mentre Tea, è ancora piccola e si limiterà ad aiutare a dividere i fiori dai rametti. 
Emma e le sorelle arrivano nella tenuta dei Fontana, una famiglia benestante, conosciuta per i suoi fiori d’arancio, usati in pasticceria, ma anche il neroli, un’essenza molto pregiata impiegata in profumeria. 
Emma e la sua famiglia, lavorano da anni per i Fontana, e conosce bene ognuno di loro: da Tancredi a sua moglie Giulia, che gestiscono l’attività e la madre Viola, una signora anziana che partecipa attivamente alla raccolta. 
Mentre Emma, posizionava i teli sotto gli alberi d’arancio, aveva notato un fiore schiudersi e lo aveva immediatamente comunicato alla signora Viola, che aveva il compito di iniziare la raccolta. 
Emma si inebria del forte aroma dei fiori, macchia le dita dell’olio profumato che la famiglia Fontana distilla, compie ogni gesto con rigorosità. 
Durante la raccolta, Emma incontra Domenico, il figlio dei signori Fontana, che sin da bambina l’ha sempre tormentata con scherzi e giochi e ora, invece, sembra volerle stare vicino per altri motivi. 

Sorrido imbarazzata, e intanto mi domando se queste siano le promesse che si scambiano tutte le coppie quando si comincia a parlare di matrimonio. Anche Bianca ha sentito le stesse parole? E cosa significano?
In cosa risiede, davvero, questa felicità? 
Io, se penso alla felicità, penso alle zagare appena schiuse, al loro profumo che invade le cantine con un’intensità tale da nauseare, far girare la testa, penso ai bocchettoni d’acqua ai fiori d’arancio, l’aiga de sicure de sitrun, come la chiamiamo a Vallebona, pronta per essere venduta nelle pasticcerie. Penso agli alberi da curare, ai teli di stoffa bianca che vengono stesi al sole, e poi lavati e ripiegati, penso ai dolci preparati con l’acqua, al gusto che hanno, un amalgama impastato con la fatica delle raccoglitrici.

Ma Emma ha un legame viscerale con gli aranci, non è disposta a rinunciare al suo compito di raccoglitrice, neanche per l’amore. 
Durante la raccolta, Emma propone alla signora Viola di produrre lo sciroppo di rose e grazie a quest’idea, la famiglia Fontana, inizierà questa nuova attività, affidando proprio alla protagonista il lavoro. 
Nel mentre, il signor Tancredi, ha allontanato il figlio Domenico, per il suo temperamento e la capacità di allontanare i migliori istitutori. Domenico, in quanto futuro erede dei Fontana, deve studiare in collegio e imparare a gestire l’attività di famiglia. 
Emma si ritroverà con il cuore spezzato, ma nella sua terra, con i suoi fiori d’arancio e una nuova attività, riuscirà a colmare il distacco con Domenico. 
Mentre Emma si trova dai Fontana, arriva un ospite inatteso: Giordano, nipote di Tancredi e cugino di Domenico, viene da Torino dove ha studiato per molti anni per diventare avvocato. 
Giordano è molto diverso da Domenico, ha un passato molto difficile e conosciuto da tutti gli abitanti di Vallebona, ma ha avuto la fortuna di ricevere il sostegno di Tancredi e della moglie Giulia. 
E’ così che Emma, inizierà a provare qualcosa per Giordano, un sentimento nuovo e che non aveva mai provato, nemmeno per Domenico. 
Ma Giordano vive a Torino, una città diversa da Vallebona e Emma non vuole rinunciare a essere una raccoglitrice, non vuole rinunciare ai suoi fiori d’arancio. 
Che cosa accadrà tra Emma e Giordano? 
E se, dovesse ritornare Domenico? Che cosa proverebbe Emma? 

Vorrei concludere che non ho altro. Che i fiori d’arancio sono tutto ciò che ho. Che se sono qualcuno, per i Fontana, per la mia famiglia, per la gente del paese, è solo perchè faccio questo. Se non avessi questo, sarei una come tante altre, la mia vita sarebbe insignificante. Mi giro a guardarlo. Come posso spiegare a quest’uomo, istruito e colto, che ha studiato con i migliori precettori a Torino, che conosce la città, i luoghi più prestigiosi, che probabilmente ha conoscenze nelle sfere più alte della società, come faccio a dirgli che queste piante intorno a noi sono tutta la mia vita?
Aspetto la raccolta tutto l’anno, vivo in funzione del periodo dei fiori e quando tutto finisce la mia vita sembra rinchiudersi su sé stessa, tornare piccola, minuscola un granello di sabbia in una spiaggia immensa. 

<<Questo mi rende libera. E mi rende diversa.>> Riabbasso lo sguardo che fino a ora ho tenuto incollato al suo. 
<<Anche ai suoi occhi>> 
Giordano si avvicina di volata e mi afferra il volto tra le mani. 
<<Non sa quanto.>>
Poi ci baciamo.

La scrittrice Chiara Ferraris dopo il successo del suo primo romanzo “L’impromissa”, semifinalista al John Fante Opera Prima 2020 e finalista al Premio Letterario Città di Rieti, e di “Anime Qualunque” (Sperling & Kupfer, 2022) e “Lady Montagu. Le cicatrici del cuore” (Morellini Editore, 2023), torna in libreria con “La signora del Neroli”. 
“La signora del Neroli” è un romanzo familiare, ambientato sul litorale ligure, che racconta la storia di una grande donna: Emma. Emma è una donna intelligente, coraggiosa, disposta a tutto per difendere la sua terra e il suo lavoro che ama, anche a sacrificare l’amore. 
La scrittrice Chiara Ferraris, racconta una storia di rivalsa e di affermazione, evidenziando le difficoltà di una donna per emergere e far valere i propri diritti e passioni. 
I temi trattati sono i rapporti familiari, le amicizie, l’amore, la violenza sessuale, l’emancipazione femminile, l’America e l’immigrazione, il coraggio, la raccolta e la produzione dei fiori d’arancio. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, magistrale, emozionante e ogni parola esprime una figura poetica, un colore, un profumo che si insinua nella mente del lettore e gli fa immaginare ogni scena.
I personaggi sono strutturati molto bene, dalla protagonista ai personaggi secondari, ma fondamentali per lo sviluppo della storia. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere una storia emozionante, struggente e appassionante, di una donna che ama il suo lavoro e non è disposta a sacrificarlo per l’amore. 
Consiglio questo libro anche a tutte/i coloro che amano le storie familiari, a chi desidera visitare Vallebona e sentire il profumo dolce e agrumeto dei fiori d’arancio. 
Buona lettura 📚📚!!

Lascia un commento