“La casa del mago” di Emanuele Trevi

Titolo: La casa del mago 
Autore: Emanuele Trevi 
Casa Editrice: Ponte Alle Grazie 
Collana: Scrittori
Edizione: 6 
Data uscita: 5 Settembre 2023 
Pagine: 256 
Genere: Romanzo contemporaneo 
Acquista: https://www.amazon.it/figlio-del-mago-Emanuele-Trevi/dp/8833316653/ref=asc_df_8833316653/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=655938785978&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=4628595555800844527&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=1008337&hvtargid=pla-2269971899757&psc=1&mcid=89ab2f0baab13d9bba29e5b72cb1a6f7

Dove c’è un mago, c’è anche il suo Libro; il Libro è più importante di tutti gli altri attrezzi, degli alambicchi e degli amuleti e dei mazzi di tarocchi. E se il mago non è d’accordo con il suo Libro, ancora meglio: significa che è un mago intelligente. 

Il libro viene raccontato dallo scrittore Emanuele Trevi, che racconta in modo spontaneo e diretto, suo padre Mario Trevi. Mario Trevi è stato un’importante psicologo, psicoterapeuta e filosofo, morto il 31 marzo a Roma all’età di 87 anni. 
Mario Trevi era come un mago, in grado di ascoltare i propri pazienti e di curare le loro anime. Con la sua morte, il figlio (Emanuele Trevi) e la figlia, decidono di mettere in vendita la casa del padre. 
Ma non era una casa qualunque, oltre ad avere uno spazio dedicato allo studio, dove Mario Trevi riceveva i suoi pazienti, la casa era avvolta nel mistero. 
Questa sicuramente, era una delle ragioni per cui non si riusciva a trovare un acquirente disposto ad acquistare la casa. Ed è così che il figlio, Emanuele, decide di trasferirsi nella casa del padre. E’ una casa molto grande, composta da grandi vani, che raccontano storie del passato, segreti e tanti misteri. 
Emanuele decide di assumere una domestica, in grado di pulire e tenere in ordine l’appartamento, ancora pieno di scatoloni da svuotare; ma in realtà la “Degenerata” (così viene chiamata nel libro), si rivela una domestica incapace. 

La Degenerata era la Mary Poppins della desolazione. Sterminava qualunque oggetto fragile incontrasse, e non rimetteva mai gli utensili a posto, abbandonando scope, stracci e secchi nel punto esatto in cui aveva smesso di usarli, come se piantasse della bandiere per riprendere il lavoro da lì la volta successiva. 

La Degenerata è una persona molto bizzarra, dotata di una loquacità eccessiva, ovvero capace di parlare senza fermarsi mai. Emanuele non sopporta sin da subito la Degenerata, ma per qualche ragione inspiegabile non riesce a licenziarla. 
Ed è così che Emanuele si ritroverà a vivere nella casa del padre, il mago, con una domestica incapace, ma incontrerà Paradisa, una quarantenne con cui nascerà un rapporto molto strano, ma anche divertente. 

Lo scrittore Emanuele Trevi con “La casa del mago”, racconta con grazie, ironia e saggezza la vita del padre. 
I temi trattati sono i rapporti padre-figlio, la morte del padre, la psicoanalisi, la morte, l’astrologia, la libertà e la riscoperta di sé stessi. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, piacevole, grazie alla penna delicata e umoristica dello scrittore. Emanuele Trevi utilizza la forma di un diario, per raccontare il rapporto che aveva con il proprio padre, attraverso la celebre frase della madre “Lo sai come è fatto”, per definire la personalità difficile, strana e bizzarra di Mario Trevi. 

“Lo sai come è fatto”. Quando mia madre mi parlava di mio padre ci metteva poco ad arrivare al punto, sempre lo stesso: per affrontare qualunque faccenda con quell’uomo enigmatico, con quel cubo di Rubik sorridente e baffuto, bisognava sapere-come-era-fatto. […]
Ma una persona, rimuginavo io, perché dovrebbe essere fatta in un certo modo costringendo gli altri, per il loro bene, a saperlo?
Non potremmo essere fatti tutti alla stessa maniera, e buonanotte?

Il lettore si ritroverà immerso nella lettura, tra la psicoanalisi e la letteratura, ma anche nell’astrologia. Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano leggere un libro profondo, filosofico, creando una storia avvolta nel mistero e nell’incantesimo. 
Ringrazio la casa editrice Ponte Alle Grazie, per avermi inviato la copia cartacea del libro, che mi ha permesso di rimanere incatenata nella magia e nello stile poetico dello scrittore Emanuele Trevi. 
Buona lettura 📚📚!!

“Mi limitavo ad amare te” di Rossella Postorino

Titolo: Mi limitavo ad amare te
Autore: Rossella Postorino
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Data uscita: 31 Gennaio 2023
Pagine: 325
Genere: Romanzo contemporaneo
Acquista: https://www.ibs.it/mi-limitavo-ad-amare-te-libro-rosella-postorino/e/9788807035265?lgw_code=1122-B9788807035265&gclid=CjwKCAjww7KmBhAyEiwA5-PUSo93WXLq8-k46cq8UOEkSWfxGwer8Cg7uACKTcRJm3kdTKhEokjqTxoCwKYQAvD_BwE

Di notte, per il tuonare delle bombe, Omar tremava sul materasso attaccato a quello di Sen, che gli strofinava il muso sulla guancia e con la peluria gli faceva il solletico. Il fratello lo superava di un paio d’anni appena, ma la sua presenza riusciva a confortare Omar.

I protagonisti del libro sono dei bambini, che vivono a Sarajevo in un orfanotrofio.. E’ un periodo molto difficile per tutti gli abitanti di Sarajevo, a causa della guerra bosniaca che ha portato povertà e terrore. 
Omar e Sen sono due protagonisti del romanzo, sono fratelli e vivono in orfanotrofio perché la loro mamma non può accudirli, ma a volte li va a trovare. Ma un giorno, mentre Omar è per strada con sua mamma, scoppia una bomba e sente solamente la voce di lei, che lo esorta a correre. Omar ha sempre ubbidito alla madre, pertanto corre in orfanotrofio, ma da quel momento non ha più sue notizie. 

Una bambina dell’orfanotrofio, di nome Nada comunica a Omar che presto avrebbero dovuto trasferirsi in Italia, ad eccezione di coloro che dovevano combattere per difendere il proprio territorio.

“E’ un bel nome, Nada.”
“In spagnolo vuol dire niente. 
“Sai lo spagnolo?”
“No, me l’ha detto mio fratello.”
“Vabbè, noi non siamo in Spagna, siamo in Bosnia. Ed è bello chiamarsi speranza.”
“Tanto dalla Bosnia fra poco ce ne andiamo.”
“Dove vai?” Un graffio nella pancia. 
“Guarda che ce ne andiamo quasi tutti, noi dell’orfanotrofio. Ci portano in Italia.”

I bambini compiono un lungo e drammatico viaggio per arrivare in Italia. Durante il viaggio, iniziano a nascere le prime amicizie, in particolare Nada conoscerà Danilo e rafforzerà il legame con Omar. 
Al loro arrivo in Italia, vengono accolti con champagne, telecamere e tanto cibo; i più grandi vennero portati a Rimini, mentre Omar, Nada e Sen a Monza.

Atterrarono a Milano due ore dopo. L’aereo aprì la coda e uscirono uno alla volta. Poggiando un piede a terra a Danilo parve di barcollare. Nada aveva afferrato il bordo della maglietta come prima la cintura, non riusciva a camminare senza reggersi a qualcosa. 
Li accolsero un fragoroso applauso e una lunga teoria di telecamere pronte a riprenderli. Nada rinculò, Danilo si chiese per quale motivo meritassero l’ovazione; che cosa avevano fatto di straordinario? Non serviva alcun talento per essere un rifugiato, alcun impegno.
Bastava la sfortuna di abitare in un Paese in guerra, e la sfortuna non era uno spettacolo da acclamare.

Ogni bambino affronterà l’arrivo in Italia in modo diverso; per alcuni l’amicizia diventerà l’unico sentimento a cui aggrapparsi per cercare di andare avanti. 
I mesi, gli anni passavano e la guerra non terminava, pertanto alcuni bambini vengono affidati alle famiglie italiane. 
L’integrazione, la guerra, la lontananza e la sofferenza vengono affrontati da questi bambini, che si ritrovano a dover allontanarsi dal proprio paese, senza sapere il loro destino e quello dei propri genitori.
Ma questi bambini non hanno nessuna colpa, se non quella di voler dimenticare le atrocità della guerra e di voler vivere. 

La scrittrice Rossella Postorino dopo il successo di “Le assaggiatrici” (Feltrinelli, 2018), vincitore del Premio Campiello, con “Mi limitavo ad amare te” conquista migliaia di lettori, arrivando in finale al Premio Strega 2023.
La scrittrice ha raccontato un periodo storico drammatico, difficile, che molti dimenticano. Si è ispirata a storie realmente accadute ad un gruppo di bambini, che si ritrovano a scappare dalla guerra in Bosnia e vengono accolti in Italia. 

La narrazione si suddivide in quattro parti, nell’arco temporale tra il 1992 e il 2011, in cui i protagonisti raccontano la propria vita. 
I temi trattati sono la guerra, il rapporto genitori-figli, l’adozione, la difficoltà d’integrarsi e la sofferenza. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, profondo, toccante che racconta in modo duro e triste la guerra e la vita. 
I personaggi sono strutturati bene, grazie alle ampie descrizioni, il lettore riesce a percepire i sentimenti che provano. 
E’ possibile dimenticare il proprio paese, le proprie origini, sostituendo un paese nuovo e dei nuovi genitori? 

La storia di Omar, Sen, Nada e Danilo riesce a toccare il cuore del lettore, grazie alla bravura della scrittrice Rossella Postorino. 
Consiglio questo libro a tutte/i coloro che vogliono emozionarsi e approfondire il periodo storico narrato, per non dimenticarlo. 
Buona lettura 📚📚!!