“Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri

Titolo: Come l’arancio amaro 
Autore: Milena Palminteri 
Casa Editrice: Bompiani 
Collana: Narratori Italiani 
Data uscita: 4 Giugno 2024 
Pagine: 448 
Genere: Romanzo contemporaneo 

La data in cui lui è morto. La data in cui lei è nata. Lo stomaco di Carlotta va in frantumi per l’emozione, i battiti fuggono dal cuore, il sangue alle tempie pulsa, le sembra che suo padre sia tornato a cercarla. 
La lettura del verbale è immediata e sconvolgente, una verità sconosciuta le brucia gli occhi. Si ferma, prova a ritrovare la calma. Ma ha bisogno di capire, e quella verità è così lontana nel tempo che solo una persona ormai può sapere, spiegare, asserire o negare quello che lì dentro c’è scritto: lo zio Peppino. Ormai della sua famiglia nessuno è sopravvissuto se non lui, lo zio d’adozione, l’unico uomo a cui abbia mai consentito di occuparsi e preoccuparsi per lei. 

Il libro è ambientato in Sicilia a Saracca (frutto della fantasia della scrittrice Milena Palminteri), Agrigento e Palermo, negli anni ’20 e ’60. 
La protagonista del libro si chiama Carlotta Cangialosi, una donna di trentasei anni che vive ad Agrigento, dopo aver ottenuto con il massimo dei voti la laurea in Giurisprudenza, dirige l’Archivio notarile, dove sono conservati tutti gli atti dei notai che non praticano più la professione. 

Carlotta vive ad Agrigento dove dirige l’Archivio notarile, una sorta di ricovero che conserva gli atti quanto i notai smettono di essere tali. Fu proprio lo zù Peppino che la mandò a Roma a fare il concorso per quel posto. Un impiego statale sicuro, diceva lui; un ripiego, pensava lei. La laurea in Giurisprudenza a pieni voti, Carlotta l’aveva conseguita con il desiderio di fare l’avvocato, ma i tempi erano ancora ostili alle donne che certe professioni se le sentivano in animo. […] 
Ma arretrare davanti i maschi le pesò come una condanna. Senza gara, senza demerito non ci fu nemmeno il sapore amaro di una sconfitta. 

Un giorno Carlotta trova nell’Archivio, un documento pieno di polvere che sconvolgerà tutta la sua vita e le sue certezze. Questo documento, presentato dalla nonna paterna, accusava la madre Nardina Aricò e sua nonna materna Sebastiana, soprannominata da tutti “Bastiana” Aricò, di non aver partorito Carlotta, ma di averla comprata. 
Carlotta comincia un’indagine che la porterà a scoprire la sua vera identità. E’ così che il lettore si ritroverà a fare un tuffo nel passato nel 1924, l’anno in cui è iniziato tutto. 
Mentre Roma si prepara ad accogliere il fascismo a Sarraca, vive Nardina Aricò, una donna semplice e innamorata di suo marito, il nobile Carlo Cangialosi. Dopo il matrimonio, tutti si aspettavano che Nardina desse alla luce un erede ai Cangialosi… ma Nardina non riusciva a rimanere incinta e, sua madre Bastiana Aricò, decide di risolvere la situazione. 
E’ così’ che Bastiana attuerà un piano insieme al campiere Don Calogero, un mafioso, che conosce bene una ragazza di nome Sabedda, un’umile serva, che aspetta un bambino che non potrà sfamare e accudire. 
La vita e il destino di queste due ragazze si intrecceranno per colmare i pregiudizi, evidenziando tutte le fragilità dell’animo umano. 
“Come l’arancio amaro” con i suoi frutti asperrimi, è l’arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli, e proprio come l’arancio amaro, questo libro evidenzia il corpo femminile sottomesso, usato, colpevolizzato e pieno di seduzione e procreazione. 

Sabedda tra le lacrime e il fumo del focolare che le bruciava gli occhi non vedeva più niente. Sconfortata, si sedette mentre i suoi pugni chiusi partivano carichi di rabbia e giungevano al ventre tramutati in carezze. In bocca la saliva e le lacrime erano fiele, i denti legati dall’acido che dallo stomaco voleva venire fuori. Era lei dunque l’arancio amaro, era lei la pianta ‘nzertata e dallo ‘nzerto dentro di lei il frutto più dolce… ora voleva solo che quel figlio fosse il più bello e il più forte di tutta quella malagrazia dei Damelio. 

La scrittrice Milena Palminteri esordisce con “Come l’arancio amaro”, ottenendo un’incredibile successo, da oltre 100 mila copie!! Il lettore durante la lettura, si ritroverà a sentire sulla propria pelle il sole, la salsedine, oltre a percepire l’odore degli agrumi e lasciarsi travolgere dagli intrighi e dall’amore. 
Lo stile di scrittura è scorrevole, emozionante, classico, con molte parole dialettali in siciliano che possono essere un’ostacolo per alcuni lettori che non hanno dimestichezza con il dialetto. Per questo motivo, è stato inserito un glossario alla fine del libro per cercare di aiutare tutti/e coloro che non padroneggiano il dialetto siciliano. 
I temi trattati sono il corpo femminile, il matrimonio, le fragilità dell’animo umano, la mafia, la libertà, l’America, le donne e il mondo del lavoro, la verità aspra come l’arancio amaro. 
I personaggi sono strutturati bene, molto reali, intensi, in grado di emozionare e coinvolgere il lettore. 

Carlotta mia, 
io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo ed è quello della libertà. 

Consiglio questo libro a tutte/i coloro che desiderano lasciarsi trasportare dalla bellezza e dai colori della Sicilia, una terra arida e ostile, in cui le donne come Bastiana, Nardina e Sabedda, hanno imparato a guardarsi le spalle da tutti, amici e nemici. 
Lasciatevi travolgere dalla storia di Sabedda, Nardina, Bastiana e Carlotta, sono sicura che non ve ne pentirete!!
Buona lettura 📚📚!!

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